Categoria: Primo Piano

  • CampiAperti tra i Mapuche

    CampiAperti tra i Mapuche

    APPUNTI DEL VIAGGIO DI DOMENICO IN  ARGENTINA E CILE

    Mari mari lanmneg y peñi! Un saluto alle sorelle e i fratelli!

    Mi trovo da più di una settimana a Temuco, la capitale della regione dell’Araucania in Cile. Precisamente in un accampamento davanti al carcere maschile, dove da 5 anni è detenuto il Machi Celestino Cordova, che da 66 giorni è in sciopero della fame. Da una ventina
    di giorni, fuori dal carcere, c’è un accampamento composto da mapuche e Winka (non mapuche). La presenza di tale accampamento serve a dare maggiore risalto a quanto il Machi Celestino richiede, cioè poter uscire dal carcere per tornare al suo Rewe (luogo sacro) per 48 ore per poter rinnovare il proprio spirito.
    Ma facciamo un passo indietro: chi sono i mapuche, cos’è un Machi, che cosa sta succedendo a questo popolo: MAPUCHE (termine composto dalle parole mapudungun Che, "Popolo", e Mapu, "della Terra") sono un popolo amerindo originario del Cile centrale e meridionale e del sud dell'Argentina (Regno di Araucanía e Patagonia). In spagnolo sono talvolta indicati come araucanos (Araucani). Quanto all'origine di quest'ultima denominazione, due sono le scuole di pensiero: c’è chi sostiene che nasca dalla parola quechua awqa (che significa ribelle), e chi invece giudica più attendibile la sua derivazione dal nome geografico mapuche ragko,che vuol dire "acqua argillosa". I mapuche hanno un’economia  basata sull’agricoltura; la loro organizzazione sociale è sviluppata in famiglie estese, sotto la
    direzione di un
    lonco (capo), sebbene in tempi di guerra si possano unire in gruppi più
    larghi ed eleggere un
    tochi (portatore d'ascia) per guidarli. I mapuche sono una etnia composta da numerosi gruppi che condividono tra loro la stessa struttura sociale, religiosa ed economica, così come un’eredità linguistica comune. La loro influenza si estende tra il fiume Aconcagua e la pampa argentina. I mapuche sono gli attuali eredi culturali e di discendenza biologica di un processo di popolamento che affonda le sue radici a più di 12000 anni fa. Se avete voglia di approfondire, vi invito a leggere questo articolo che riassume in maniera precisa e puntuale la storia dei mapuche dalla “scoperta dell’America” ad oggi

    .
    https://ecomapuche.com/index.php/2010/08/21/i-mapuche-due-stati-un-solo-popolo/
    https://ecomapuche.com/index.php/2017/11/15/largentina-mapuche-cronaca-di-ettari-di-terra-macchiati-col-sangue/

    Che cosa sta succedendo al popolo mapuche.

    Una volta compreso chi sono i mapuche, che cosa hanno subito in questi ultimi secoli e cosa continuano a sopportare in questi ultimi anni, vi racconto quello che ho visto e vissuto in questi giorni. Il mio viaggio verso le comunità mapuche è iniziato per caso. Mi trovavo dal lato della cordigliera argentina, tra Bariloche e San Martin de los Andes; lì ho conosciuto una ragazza della comunità curruinca, “che bello, sto per conoscere una vera indiana!”. Davanti a me si presenta una ragazza come tante altre, molto cordiale, Soledad è il suo nome (solidale), una studentessa di
    diritto all’ultimo anno. Con molta pazienza mi dedica tutto il pomeriggio e mi spiega come funziona la sua comunità, come sono strutturati, che funzioni hanno le varie cariche e soprattutto come prendono le decisioni comuni.
    Tutte le decisioni si prendono in assemblea, che viene fatta almeno una volta ogni due mesi. Se c’è la necessità si possono convocare anche più assemblee a breve termine. Le decisioni si prendono per unanimità, oppure si vota. Le assemblee nella loro comunità si convocano tramite radio FM. La loro struttura è la seguente: Lonko= testa. Può essere un uomo o una donna e viene eletto direttamente dall’assemblea Inal lonko= seconda testa Huer quen= messaggero Le chiedo se hanno mai avuto qualche problema con lo stato argentino. Lei mi racconta una storia molto triste di quando era bambina. Parte della sua comunità fu sgomberata dalla polizia e vide suo padre e suo zio menati dagli stessi. Adesso vive con la sua famiglia in un luogo concessogli tramite un progetto comunitario (è un luogo fantastico, l’ho visitato qualche giorno dopo). Continuiamo a parlare ancora un po’ dell’attuale conflitto che vivono alcune comunità, soprattutto piu’ a sud, nel Bolson, dov’è stato
    ucciso Santiago Maldonado per mano della polizia. Soledad mi racconta che tra le varie comunità c’è un obiettivo specifico, quello della riappropriazione della loro terra ancestrale che gli è stata
    tolta. Ma ogni comunità adotta proprie strategie… Aimè, purtroppo anche a 20.000 km di distanza la retorica del mapuche buono e del mapuche cattivo, dei violenti e dei non violenti, di chi collabora con lo stato e di chi fa gli scontri con la polizia, di chi vende le
    proprie terre alla faccia degli antenati ancestrali e di chi, bruciando camion, chiede che sia fatta giustizia per i suoi famigliari in carcere. Vittime di complotti politici e di interessi di grandi aziende multinazionali. Soledad mi confessa che il suo vero scopo nella vita è diventare un’avvocata per difendere la sua famiglia e la sua comunità. Mi dice che non ama la violenza e non vorrebbe che alla sua cumunità succedesse quello che sta succedendo in Cile. Ma è ben consapevole che i winka sono capaci di tutto, e che in fondo i mapuche sono anche dei guerrieri, e del resto sono stati anche gli unici in tutte le americhe a resistere agli imperi coloniali fino ad oggi. Le auguro tutto il meglio e gli regalo una borsina di tela di Campi Aperti!
    La divisione non fa bene a nessuno. Dopo aver girato per il nord della patagonia argentina decido allora di
    andare dove la repressione è più forte, quindi oltrepasso le Ande e dopo qualche giro turistico (concedetemelo) arrivo appunto a Temuco, IX regione del Cile, anche detta Araucania per via dei suoi alberi endogeni, le araucarie. Le araucarie oggi purtroppo sono minacciate dai boschi di pino (qui chiamati pico pico) e di eucalipto, ma questo è un altro tema…

    Il 12 Marzo, a Temuco, il Machi è al cinquantanovesimo giorno di sciopero della fame Subito mi dirigo all’università cattolica dove incontro il mio contatto Ximene Alarcon, una professoressa di Antropologia che insegna diritto umano e storia delle migrazioni. Un’altra persona con cui passo tutto il pomeriggio parlando. Dopo averle fatto venire quasi un embolo per rispondere a tutte le mie domande mi invita ad una sua lezione per il giorno seguente… Alla sera mi incammino di fronte al carcere. Ci sono circa una quindicina di persone sedute intorno al fuoco, si sono accampati con tende in un giardinetto che divide le due carreggiate. Sono per lo più
    ragazzi winka, pochi mapuche, e appena mi vedono rimangono tutti in silenzio. Provo a salutare, mi rispondono a mezza bocca due persone, mi guardano come se fossi un alieno, non so che dire. Provo a chiedere di una tale Giovanna Tafilu, che per caso avevo visto qualche giorno prima in un’intervista su youtube fatta proprio davanti al carcere. Mi rispondono che non c’è, che è andata a Santiago con la rete di appoggio per il Machi presso l’ufficio per i diritti umani. Visto che non riuscivo a parlare con nessuno, capisco che forse non è aria e che senza “credenziali” non potevo far parte del gruppo, allora saggiamente decido di salutare e
    tornare nella casa dove ero ospite.

    13 Marzo sessantesimo giorno di sciopero della fame

    Dopo una veloce colazione mi dirigo in università, “Accidenti, sono emozionato, non vado ad una lezione da anni e sono pure in ritardo...” accelero il passo, poi mi calmo e mi ricordo che sono comunque in Sud America… Finalmente arrivo a lezione, Ximena e’ una professoressa straordinaria, presenta la sua materia in modo semplice e costruttivo, parla di problematiche attuali e pone esempi concreti di governance, politica istituzionale e rivendicazioni
    indigene. La lezione fila liscia fino a quando lei non inizia a fare domande, “Adesso mi chiama, mi chiama…” ebbene non mi son potuto tirare indietro… Lo scopo della lezione era quello di capire su che cosa sono basati i diritti umani e le domande a cui dovevamo rispondere per conoscerci tra studenti vertevano su il TUWUN (territorio, concetto geopolitico, ecosistema) e KUPAL (famiglia, radici). La discussione chiaramente si anima dopo le mie risposte essendo l’unico europeo in classe…
    Comunque anche qui tutto fila liscio, alla fine della lezione capisco il perché di tutti i suoi riferimenti in mapungdun (lingua mapuche) e  capisco che come fuori anche in quell’aula c’era uno spaccato di società. Non tutti sanno da dove provengono realmente, non tutti sono tolleranti verso chi ha origini diverse dalle loro, non è scontato per i ragazzi tollerare i mapuche anche se questi hanno parte del loro stesso sangue, e non è scontato per una ragazza o ragazzo mapuche accettare le proprie origini e tutto quello che ne consegue… Ringrazio Ximene dell’esperienza e mi dirigo di nuovo al carcere. La situazione è sempre la stessa, oggi ci sono molte più persone. Nessuno parla con me, oggi ci sono tanti lavori da fare, ci sono dei preparativi da compiere entro il giorno seguente. Cerco di entrare nelle loro grazie stando zitto e mettendomi a lavorare di buona lena. Solo dopo alcune ore qualcuno inizia a parlarmi. Chiaramente mi fanno il terzo grado, forse nei loro panni io avrei fatto lo stesso.
    Sono tutte e tutti militanti politici, alcuni venuti appositamente a Temuco per sostenere la causa del Machi Celestino. Anche se la maggior parte non sono mapuche cercano tutti di parlare il
    Mapudungun, sono qui per la loro causa, ma è anche la causa di tutti appunto per i diritti umani. I preparativi sono per l’evento di domani dove sono previste decine e decine di persone tra le quali anche autorità spirituali mapuche di varie comunità, verranno da tutto il Cile. Domani, mi dicono, si potrà visitare il Machi collettivamente, in carcere si celebrerà un rito. I ragazzi del campo, come da protocollo mapuche si sono offerti di ricevere gli ospiti. Dopo aver lavorato tutto il giorno con loro per i preparativi, finalmente si è meno rigidi e siamo tutti intorno al fuoco a bere mate. Io sono nel cerchio, anche se con ancora qualche sguardo di traverso. Qualcuno mi ringrazia, io sorrido e continuo a bere mate. Sono le 2 di notte, torno a casa, questa volta saluto anch’io come fanno i mapuche.

    14 Marzo 61 giorni di sciopero della fame

    Arriva il giorno del ricevimento e della visita in carcere. Io per non essere da meno agli altri del campo mi presento alle 5 del mattino, prepariamo la colazione a base di sapapillas y tomate, pan, queso, ensalada chilena, dulces. I primi ospiti arriveranno alle 6, quindi un peñi si propone di fare il ngellpum (un rito dove si richiede alnukenforza ed energía) prima della colazione. Arrivano in tutto un centinaio di persone quasi tutte vestite con abiti tradizionali mapuche. Entrano in carcere praticamente tutti alle nove del mattino, la visita è permessa da quell’ora alle 16. Io aspetto, non so di preciso se posso o non posso entrare, se secondo il protocollo mapuche qualcuno mi deve invitare ad entrare oppure no, e soprattutto una volta dentro che cosa devo fare? Mi decido, vado a parlare con il peñi che aveva celebrato il rito la mattina e senza girarci attorno gli parlo chiaramente delle mie perprlessità. Con un sorriso mi dice “Fai quello che ti senti”… bene entro!

    Il Carcere:
    non ero mai stato prima d’ora in un carcere vero, e soprattutto mai in uno cileno. Lascio i documenti all’ingresso, con me porto una sportina di tela e la tazza di CA. I carabineros non vogliono farmi entrare con la tazza per via del moschettone, allora lo rompo ed entro. Mi perquisiscono tre volte, mi mettono un timbro a inchiostro e un altro timbro trasparente che può essere visto solo con gli ultravioletti. Passo un cancello, poi un altro e un altro: ne ho
    contati sette. Il carcere è un posto angusto, buio, fetido, i corridoi stretti e bassi. Arrivo nella sala dov’era appena terminato un rito celebrato dal Machi. Era la palestra del carcere.
    L’aria che si respira tra le persone è tesa, se non fosse per le urla dei bambini che giocano, per i mate e dolci che girano di mano in mano, sembrerebbe un funerale. Al centro della sala il Machi Celestino, è vestito con il suo
    trailonko,sulla fronte che regge quattro piume di un volatile sconosciuto. Sembra in perfetta salute se non fosse per gli occhi scavati. Prima pesava 22,5 kg di più.
    Al mio arrivo era appena terminata igillatun (rito che varia da comunità a comunità). Adesso inizia il traculum, l’equivalente di una nostra assemblea. Ci posizioniamo tutti incerchio seduti. In una estremità del cerchio ci sono due statue di legno rivolte verso il rewe del Machi e in mezzo ad esse tutti i doni portati

    https://web.facebook.com/AraucaniaOnline/videos/2015186742103432/

    dai vari lanmgen, peñi, lonko. Il Machi fa un discorso a mio avviso memorabile: si sforza di parlare per metà in mapungundun e in spagnolo, affinche` tutti possiamo capire. Parla di pace e di unione tra le comunità, ci tiene a precisare che la causa mapuche ha bisogno del sostegno di tutti. Dopo un discorso generale inizia a parlare di sé, di cosa vuol dire essere Machi, racconta del suo caso, ci dice che lui nella vita avrebbe voluto essere professore, ma essere Machi non lo si sceglie, ti capita e basta… Poi parla del perché si trova rinchiuso in carcere da piu di 5 anni e con altri 13 da scontare. Parla di come lo stato e i carbineros hanno montato tutto il caso (per saperne di più https://es.wikipedia.org/wiki/Caso_Luchsinger-Mackay).
    Infine spiega di nuovo le motivazioni che lo spingono allo sciopero della fame, siamo al giorno 62, ribatte con fermezza che fino a quando non gli sarà permesso di tornare al suo
    rewe
    non smetterà. A seguito delle sue parole invita tutti e tutte a dibattere sulla sua decisione, vuole sapere il parere di tutti, dice che lui è un uomo e come tale può sbagliare…
    Alla conclusione del traculum mi faccio coraggio e vado verso di lui, con qualche esitazione lo saluto
    e lo ringrazio per le sue parole e per il suo coraggio, come esempio  di lotta per tutti, augurandogli di uscire presto. Mi permetto a nome di tutta l’associazione di regalargli la borsina di tela e la tazza, gli dico che i principi della sua comunità e dell’intero popolo mapuche in un certo qual modo sono molto simili ai nostri (oppure il contrario?! Rido da solo).
    All’uscita dal carcere torno al campo. Sono tornato nel gruppo con la speranza di poter scambiare qualche parola, opinioni, semplicemente poter parlare di quello che era appena successo dentro il carcere.
    All’improvviso si avvicina a una lanmgen e mi dice “Tu sei l’italiano amico di Violetta?”. Io sorpreso dico “sì” e lei risponde “Bene, sapevamo del tuo arrivo, benvenuto”. Lei è Giovanna Tifilum, una delle portavoci del Machi, appartenente alla red de Apoyo de los pueblos mapuche. Una donna con una forza di volontà straordinaria. Io tempo addietro avevo contattato tramite
    FB una certa Violetta, un’avvocata cilena che vive a Cesena, e gli dissi che sarei andato a conoscere il popolo mapuche (per fortuna le coincidenze)… Finalmente tra i compagni del campo spuntano sorrisi, mi dicono “Allora non sei un paco!” (pacos sono i carabineros infiltrati). Per la gioia di essere finalmente accettato prendo la prima cosa che ho davanti, un bambino, lo getto in aria, lui mi sorride, è il figlio del Machi! Non mollare mai quando si sta lottando per una giusta causa!

    15/16/17/18 marzo 62/63/64/65 giorni di sciopero della fame.Approfitto di questi giorni per viaggiare nelle diverse comunità, conoscere i Lafquenche (gente del mare) e i Pelmewenche (gente della Cordigliera). Tutte le sere però torno al campo per dare una mano ai compagni e alle compagne. Inizia l’autunno, le piogge e il vento si scagliano su di noi, ma il fuoco resiste acceso imperterrito. In questi giorni nel campo attorno al fuoco e viaggiando ho appreso molte cose, vorrei dirvene alcune per curiosità. I mapuche hanno una legge propria AZ MAPU, tra queste vi sono contemplate l’aborto, uguaglianza assoluta tra uomo e donna, sono riconosciuti e accettati gay e lesbiche (mi dicono che il genere non lo fa l’aspetto físico), possono esserci uomini che si vestono da donne e donne che si vestono da uomini, è permessa l’eutanasia, è condannata fermamente la violenza sulle donne, La forza delle Donne va dall’utero alla terra ed è la più forte che esiste! E tanto tanto altro….

    19 marzo 66 giorni di sciopero della fame Oggi è un giorno triste per due ragioni: Questa mattina ci siamo svegliati con una chiamata dei medici che stanno assistendo il Machi, dove chiedono alle autorità carcerarie di trasportarlo con urgenza in ospedale per degli accertamenti. Il suo cuore fa fatica a battere e oramai i suoi muscoli si stanno man mano degradando. Alle 9 di mattina viene trasportato in ospedale, lo dimetteranno alla sera. Le sue condizioni sono nettamente peggiorate, ma lui ha tenuto a precisare, tramite le sue portavoci, che non
    arresterà lo sciopero della fame!
    Come seconda cosa alle 14 il sindaco di Temuco ordina alle forze speciali di sgomberare centinaia di contadini mapuche che affollano le vie del centro. Sono abusivi!!!” tuona il sindaco … non so perché ma questa storia mi suona molto familiare. Le scene che si vedono sono ridicole e ignobili allo stesso tempo: i carabineros sequestrano pacchi di frutta e vedura e li gettano nei bidoni della spazzatura. Di tutta
    risposta inizia una vera e propia sommossa contadina con lanci di verdura e casse di legno contro i carabineros. Alla fine della serata contiamo parecchi arresti. I contadini indicono una  manifestazione per domani, contro il sindaco e la sua assurda ordinanza. Assurda perché i mapuche vendono per le strade da più di cento anni e ora li vuole far “regolarizzare” con delle licenze specifiche, che a volte costano più del loro effettivo guadagno della vendita. Tutto
    questo in nome della sicurezza dei cittadini del centro.

    https://web.facebook.com/AraucaniaOnline/videos/2015186742103432/
    https://web.facebook.com/AraucaniaOnline/videos/2014169895538450/

    20 Marzo 66 giorni di sciopero della fame

    Questo è il mio penultimo giorno a Temuco, domani partirò per Santiago. Mi sveglio presto, preparo la colazione per tutti gli altri del campo, andiamo a fare le fotocopie del volantino per la giornata nazionale di appoggio al Machi Celestino prevista per giovedi’ 22 Marzo e ci
    dirigiamo per il centro. Le strade sono apparentemente tranquille, però i compagni mi fanno notare agli angoli delle strade i guanaco (idranti, qui mi dicono che nell’acqua utilizzano sostanze caustiche) e dietro di loro tutti i blindati delle forze speciali, le stesse utilizzate per gli sgomberi nelle comunità resistenti.
    In lontanaza si sentono delle grida, ci apprestiamo a  raggiungere il corteo, che al contrario di come si erano preposti i contadini e le contadine mapuche decidono di iniziare dal luogo dove sono avvenuti gli scontri il giorno prima. La testa del corteo “selvaggio” era capitanata da sole donne, che con tutta la loro forza guidano il
    corteo a suon di cori e urla di guerra
    Marri Chiweu!!! Marri Chiweu!!! Dieci volte vinceremo!!!
    Dopo aver paralizzato per quasi un’ora il traffico di Temuco il corteo
    si dirige verso la Municipalida di Temuco, dove a gran voce il corteo chiede un incontro con il sindaco.
    Verso le 14 ricevono due esponenti dei campesinos. Ad ora non sappiamo ancora cosa si siano detti, e io purtroppo devo lasciare il PC da dove vi sto scrivendo! Vi lascio con una frase che mi disse Namku (Aquila libera) che fa più o meno cosi’: "Noi mapuche non abbiamo bisogno di creare nulla, c’è già tutto… quello di cui abbiamo bisogno è di coltivare relazioni, crescere assieme e tramandare alle future generazioni la nostra cultura”

    Mari mari lanmneg y peñi! Un abbraccio a tutte e tutti ci vediamo a Bologna!

    Domenico

  • Il Fico perde le foglie, ovvero: cronaca di una morte annunciata…

    Il Fico perde le foglie, ovvero: cronaca di una morte annunciata…

    Anche prima di quanto ci si aspettasse, cominciano a palesarsi segnali di crisi acuta per FICO, la “disneyland del cibo”.

    A parte lo scandaloso titolo di prima pagina del quotidiano on line, che attribuisce la denuncia (Fico, le navette semivuote: “Nessuno le usa, togliamole”  Solo 6 passeggeri, capienza di 150 Il Pd: “Tper le utilizzi per le linee ordinarie”) al gruppo consiliare di un partito, per poi scoprire dal testo che la denuncia arriva da altre forze, il flop è talmente evidente che non poteva non giungere anche nelle stanze – a dire il vero, non molto lontane, in tutti i sensi – di viale Aldo Moro. E così, dopo mesi di evidente inutilità, si comincia a parlare di destinare ad altro le navette FICO in servizio, da sempre, costantemente, vuote.

    Così, dopo aver regalato all’impresa del prode Oscar, diversi milioni di euro, sotto forma di autobus nuovi di zecca, ora giunge il momento, non più procrastinabile, evidentemente, della retromarcia.

    Dunque, la prima foglia a cadere dal FICO, probabilmente, sarà proprio quella che, pietosamente, avrebbe dovuto coprire l’insostenibilità (traffico, inquinamento, CO2, ecc…) dell’operazione di restyling del CAAB.

    Augurandoci che a cadere sia anche – metaforicamente, ovvio – qualcuna delle teste di uovo tra quelle che hanno pensato ed avallato questa assurda operazione di marketing territoriale di bassissimo livello, ma costosissima per le casse pubbliche e rischiosissima per le sorti urbanistiche della città, cataloghiamo questo evento nella categoria dei fatti ampiamente prevedibili.

    Sperando che la sbronza finisca presto e senza troppi danni (in particolare, un pensiero va ai giovani che speravano di aver trovato una soluzione alla loro ricerca di lavoro), restiamo in attesa del prossimo passo verso lo smantellamento/liberazione.

    Subito dopo, sarebbe gradito un mea culpa…

  • A sostegno dello sciopero globale delle donne!

    A sostegno dello sciopero globale delle donne!

    L’Associazione Campi Aperti per la Sovranità Alimentare appoggia e sostiene lo sciopero femminista dell’8 marzo, partecipando alla giornata di lotta e di visibilità per le strade di Bologna, organizzata dal movimento Non Una di Meno.

    Vi invitiamo a condividere il nostro comunicato di adesione alla mobilitazione e a partecipare all’iniziativa.

    A SOSTEGNO DELLO SCIOPERO GLOBALE DELLE DONNE!

    Anche quest’anno, in tutto il mondo, l’8 marzo sarà una giornata di lotta per manifestare il rifiuto della violenza maschile e di genere in tutte le sue forme. L’appello internazionale alla mobilitazione ha raggiunto anche Bologna, dove le compagne del movimento Non Una di Meno hanno raccolto ancora una volta la sfida di promuovere uno sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo.

    Quella dell’8 marzo sarà una giornata di sciopero femminista contro la violenza patriarcale e i ruoli di genere che questa impone. Uno sciopero per la libertà delle donne di decidere sul proprio corpo. Uno sciopero contro la precarietà e le molestie sul lavoro e per un reddito di autodeterminazione che permetta di liberarsi da situazioni in cui si subisce violenza. Uno sciopero contro il razzismo – anche quello istituzionale – e per la libertà di movimento delle genti attraverso i confini. Uno sciopero contro un modello economico che sta avvelenando irrimediabilmente la nostra terra.

    L’Associazione Campi Aperti per la Sovranità Alimentare appoggia e sostiene lo sciopero femminista dell’8 marzo, partecipando a questa giornata di lotta e di visibilità per le strade di Bologna.

    Perché l’autodeterminazione alimentare è un tassello di quell’autodeterminazione per cui l’8 marzo le donne sono chiamate a scioperare.

    Perché le donne devono essere libere dalla violenza maschile e di genere in qualsiasi ambito lavorativo, anche il nostro.

    Perché l’alternativa al sistema economico dominante che cerchiamo di costruire difendendo la piccola agricoltura contadina e promuovendo una consapevolezza ecologica non potrà darsi se non sarà accompagnata dall’eliminazione della violenza maschile e di genere.

    Non ci sarà sovranità alimentare se non ci sarà anche la possibilità per tutt* coloro che rifiutano la violenza maschile e di genere di decidere delle proprie vite e dei propri corpi.

    Anche noi saremo in piazza a manifestare il nostro

    no alla violenza maschile e di genere

    insieme a Non Una di Meno!

    Ci vediamo alle 18.00 in P.zza del Nettuno!

    Accoglieremo inoltre il corteo che coinfluirà nel piazzale di XM24 con il consueto mercato del giovedì.

    There is no such thing as a single-issue struggle because we do not live single-issue lives.
    Audre Lorde

    Per info:

    Evento FB: 8 Marzo a Bologna – Sciopero Globale delle Donne

    Pagina FB Non Una di Meno Bologna

    Il sito di Non Una di Meno

  • Forme di restistenza alla GDO – incontro e cena benefit per CA

    Forme di restistenza alla GDO – incontro e cena benefit per CA

    Una serata sulle forme autogestite di sostegno alle piccole realtà contadine.

    Venerdì 9 marzo, presso il Lazzaretto Autogestito – Via Pietro Fiorini 12, Bologna

    H 20 Cena benefit per Campi Aperti a cura di Eat the Rich

    H 21 Dibattito: forme di resistenza alla GDO nella costruzione del
    rapporto con le comunità
    con CAMPI APERTI/EAT THE RICH/EMIDIO DI TREVIRI, collettivo
    di ricerca

    H 00 PsyTrance Party a cura di Out Of Control PsyFamily
    — PsyFreaks back in da Squat —

    Evento Facebook: qui

  • Casa dei semi in Sardegna e “miscugli Ceccarelli”  –  report di Germana

    Casa dei semi in Sardegna e “miscugli Ceccarelli” – report di Germana

    Da venerdì 16 febbraio a lunedì 19 sono stata in Sardegna, invitata dalla rete locale di Genuino Clandestino, per parlare di quello che stiamo
    sperimentando con i miscugli "Ceccarelli". L'occasione è stata un incontro presso la "Casa dei semi", da poco inaugurata, e visto che sapete già cosa
    facciamo noi di CampiAperti con i miscugli (lo spero!) e che ho raccontato agli amici sardi, vi scrivo cosa stanno facendo loro. La Casa dei Semi è un
    piccolo spazio, una sorta di magazzino annesso all'abitazione, che una persona ha messo a disposizione per questo progetto. Si trova a Domusnovas
    Canales, nel comune di Norbello, al centro della Sardegna, in modo che possa essere raggiungibile sia dal nord che dal sud della Sardegna. Nella
    casa sono conservate in barattoli di vetro piccole quantità di sementi che le persone vogliono donare al progetto. Si tratta sia di sementi di varietà
    antiche che si sono conservate in Sardegna nei secoli come di varietà provenienti da varie parti, compresi i miscugli "Ceccarelli" di grano e
    orzo. Considerate che in Sardegna, a differenza che da noi, si sono conservate molte varietà antiche e gli appassionati che girano nei paesi
    chiedendo agli anziani se hanno sementi che si autoproducono, trovano sempre nuove varietà interessanti. Comunque la casa dei semi è aperta anche
    a varietà provenienti da altre aree italiane o estere. A chi vuole donare sementi si chiede innanzitutto di condividere solo sementi che già
    utilizzano e coltivano da almeno tre anni, e di compilare una scheda con le caratteristiche della pianta, le esigenze colturali, ecc. A chi prende le
    sementi è richiesto di restituirle l'anno successivo con almeno il 30% in più, in modo da aumentarne via via la quantità. Anche chi prende le sementi
    deve compilare una scheda, in modo che si sappia come hanno prodotto, se hanno riscontrato problemi o altro. In questo modo nel tempo insieme alle
    sementi si avrà anche una sorta di banca dati sulle caratteristiche e sull'adattamento a quella varietà in varie zone di coltivazione. Hanno
    anche in programma di utilizzarle per costituire miscugli evolutivi, e provare anche quelli.
    
    Il progetto è solo agli inizi ma mi è sembrato bellissimo, ci vorranno sicuramente molte energie per portarlo avanti e spero che ce la facciano, e
    poi la Sardegna è una terra magica, non ero mai stata al suo interno, ci avevo fatto solo qualche campeggio al mare da ragazzina, quando ancora
    esistevano le vacanze estive. Come potete immaginare sono tornata con una gran voglia di tornarci anche in estate!
    
    Germana

  • Presidio antifascista venerdì 16 febbraio alle 18:30 in  Piazza Maggiore

    Presidio antifascista venerdì 16 febbraio alle 18:30 in Piazza Maggiore

    C’era una volta, neanche tanto tempo fa, un bellissimo pollaio sulla cima di una verde collina. La vita nel pollaio si svolgeva abbastanza tranquilla fino al giorno in cui successe un fatto straordinario e inquietante: i ratti e le faine, che fino a quel giorno erano stati tenuti lontani dal pollaio, si presentarono alla porta del recinto chiedendo di entrare.
    A quella richiesta inattesa dentro al pollaio si scateno il putiferio: “no, non facciamoli entrare!” risposero gli animali allarmati “ci ricordiamo bene dei racconti dei vecchi, dei tempi terribili in cui i predatori ci allevavano per mangiarci”.
    Le oche, i tacchini, le galline e persino i conigli iniziarono a starnazzare, a dibattersi, a protestare sino a che emerse, profonda e roca, la voce di un grosso maiale: “ma questi sono diversi” disse il porco, semi affondato in una grande pozzanghera “a quei tempi c’erano le volpi i lupi, tutta un’altra storia”.
    L’intervento del maiale fece scendere il silenzio e una grande perplessità tra gli animali: a chi bisognava dare credito? Al maiale, che sicuramente era il più istruito di tutti gli animali del pollaio, oppure alle vecchie storie del passato? Effettivamente, a ben guardare, questi erano ratti e faine, non certo volpi o lupi! Molto più piccoli e all’apparenza abbastanza innocui…anche se giravano voci terribili che li accusavano di rubare le uova e di rapire i pulcini.
    Mentre ciascun animale rifletteva tra se e se si sentì lo scatto della serratura del cancello. Melampo, il vecchio cane guardiano, aveva aperto l’ingresso. “Tutti hanno diritto di vivere nel pollaio”, sentenziò il pastore. Nessuno osò contraddirlo. Del resto era lui ad avere l’ultima parola li dentro.
    Il gelo scese tra gli animali mentre i nuovi arrivati entravano sorridenti a baldanzosi. In fila per quattro, ben distanziati e impettiti, i ratti occuparono il centro dello spiazzo, mentre le faine, più informali, si sparsero a curiosare ovunque. Quello che sembrava il capo, in grosso topo maschio dalla coda spelacchiata, prese la parola: “cari concittadini” disse il topone con voce stridula “non abbiate timore, siamo qui per aiutarvi e a portare nel nostro amato pollaio più pulizia, più ordine e più disciplina”. E in effetti ai tacchini interessava un po più di ordine quando arrivava la razione del cibo e le oche avrebbero gradito che qualcuno tenesse a bada i conigli impertinenti … Insomma le parole del topo rincuorarono molti degli animali del pollaio.
    “E vi difenderemo dai nemici” continuò il vecchio ratto ” dai merli, dai fringuelli, dalle rondini che vi rubano il cibo, vi sbeffeggiano e nidificano – senza autorizzazione – sul tetto del pollaio”. Queste parole sollevarono ancor di più gli animali, molti dei quali proprio non sopportavano i passeriformi e i loro simili.
    La sera arrivò presto e gli animali andarono a dormire nei loro nidi ma non dormirono sonni tranquilli. I passi delle ronde dei topi, le ombre furtive che si muovevano nella notte tennero svegli molti dentro il pollaio. In particolare quelli che ricordavano le parole della nonna sui tempi dei predatori, e anche quelli che avevano visto con i loro occhi rubare le uova… o peggio!
    “Ma cosa possiamo fare? ” si sussurravano l’un l’altro nella notte ” cosa possiamo fare contro quei denti aguzzi e quegli occhi feroci” dicevano le galline. “noi siamo animali pacifici, inermi, cosa possiamo fare contro Melampo, che ha deciso di farli entrare?” dicevano i conigli “con un sol morso può ucciderci tutti” si lamentavano “come possiamo opporci al maiale, che da solo pesa quanto tutti noi?” . ” Potremmo esprimere pacificamente il nostro dissenso nei momenti opportuni e nelle sedi idonee” dissero i pochi tacchini meno interessati all’ordine e alla disciplina, ma quasi nessuno li stette ad ascoltare.

    COSA POSSIAMO FARE PER FERMARLI?

    Intanto vederci venerdì 16 febbraio, alle 18,30, in piazza Maggiore

    Il finale di questa storia è ancora tutto da scrivere…

  • Terra – amministrazioni, comunità rurali e contadini discutono

    Terra – amministrazioni, comunità rurali e contadini discutono

    Diffondiamo l’incontro organizzato da Associazione Rurale Italiana, domenica 25 febbraio a San Raffaele Cimena (TO). Clicca qui per andare all’evento facebook.

  • INCONTRO “SEMI BENE COMUNE?”– CampiAperti – ARI Piemonte– Crocevia Roma

    INCONTRO “SEMI BENE COMUNE?”– CampiAperti – ARI Piemonte– Crocevia Roma

    Per capire un po’ di più, collettivamente, sulla lotta per il controllo di una delle risorse più preziose dell’umanità, dalle grandi
    multinazionali ai piccoli produttori locali.
    
    Per cominciare a confrontarci, contadini e cittadini, sulla legislazione e sugli accordi che determinano il nostro reale grado di sovranità alimentare.
    
    Per cominciare a meglio definire i nostri possibili percorsi futuri e le nostre potenzialità collettive. 
    
    INCONTRO “SEMI BENE COMUNE?”– CampiAperti – ARI Piemonte– Crocevia Roma
    
    *Bologna,* *Sabato 10 febbraio,* al *Centro Interculturale Zonarelli, Via Sacco, 14, Sala Polivalente.*
    
    *é gradita l'iscrizione *  https://doodle.com/poll/i5u77nkva84f3p4r.
    
    Programma:
    
    10-13* Confronto sugli aspetti agronomici* *nell’autoproduzione dei semi*: progetto CampiAperti—Ceccarelli e altre esperienze
    
    13-14 *Pranzo condiviso:* ognuno porta qualcosa da condividere con gli altri
    
    14-17 *Confronto sugli aspetti giuridici dei semi*: diritti di proprietà intellettuale, accordi internazionali, la registrazione dei semi da
    conservazione e altre forme di registrazione – divulgazione generale e riflessioni culturali / politiche in merito
    
    E’ possibile iscriversi a tutta la giornata o ad una sua parte.
    

  • Assemblea Generale 27/1/2018

    Assemblea Generale 27/1/2018

    Con la presente si convoca l’Assemblea Generale di Campi Aperti per la Sovranità Alimentare

    il giorno 27 gennaio 2018, presso VAG 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna, a partire dalle ore 15.00

    per discutere il seguente ordine del giorno:

    1- ammissione delle aziende visitate

    2- individuazione referenti per visite nelle aziende che hanno presentato richiesta di accesso ai mercati di CA

    3- approvazione bilancio consuntivo 2017

    4- presentazione ipotesi di bilancio preventivo

    5- dimissioni presidente e nomina nuovo membro del consiglio direttivo

    6- Mutuo Soccorso, illustrazione proposte elaborate dall’assemblea straordinaria del 15 dicembre.

    7- definizione linee guida e nomina gruppo di lavoro per elaborazione proposta di riorganizzazione interna dell’associazione

    8- nomina di un gruppo di lavoro permanente di verifica e indirizzo del lavoro prestato dai dipendenti a favore dell’associazione.

    9- definizione di criteri per l’accesso dei soci produttori ai mercati

    10- scelta linee di indirizzo per formazione bilancio preventivo associazione.

    11 – Varie ed Eventuali

    I punti da 1 a 6 saranno trattati in plenaria, da 7 a 10 in gruppi ristretti per poi convergere in plenaria, secondo il seguente schema orario:

    h. 15,00 – inizio assemblea trattazione punti da 1 a 6 dell’odg.

    h. 16,45 – pausa di decompressione e socializzazione

    h. 17.00 – ripresa dei lavori in piccoli gruppi

    h. 18,30 – pausa di decompressione e socializzazione

    h. 18,45 – restituzione in plenaria dei lavori dei gruppi e deliberazione.

    h. 20,00 – termine assemblea, saluti e abbracci

    Al fine di rendere più sopportabile lo sforzo di concentrazione necessario a seguire i lavori con profitto, si suggerisce di portare generi di conforto (bevande, soprattutto alcoliche, cibarie di varia natura, ecc…) da condividere con il resto dell’assemblea.

  • Biologico non è abbastanza? Hai un appuntamento con “Camilla”

    Biologico non è abbastanza? Hai un appuntamento con “Camilla”

    Biologico non è abbastanza? Hai un appuntamento con “Camilla”

    Le adesioni all’Emporio di Comunità “Camilla” crescono. Se volete saperne di più, i prossimi giorni sono densi di presentazioni in giro per la città, il calendario è piuttosto fitto. Il prossimo giovedì, dalle 21 in via Marzabotto 2, il primo degli incontri di Gennaio allo spazio sociale delle 20Pietre.

    Cos’è l’emporio autogestito e solidale “Camilla”?

    Si tratta di un punto dove trovi prodotti di elevata qualità (alimenti biologici, filiere locali, prodotti equo-solidali, sfuso di qualità, cosmesi e detergenti naturali) organizzato in forma cooperativa. E’ autogestito, tutti i soci della cooperativa dedicano una quota del loro tempo alla gestione dell’emporio ed è solidale, grazie alla collaborazione di tutti. Le spese di gestione dell’emporio sono ridotte all’osso e i prezzi di vendita sono più bassi, alla portata di tutte le tasche.

    Se non siamo scesi dal pero, provate a leggere le faq di Camilla. Altrimenti venite a conoscerci agli appuntamenti perché così ne parliamo di persona.

    Il prossimo Giovedì, quindi, porta la tua pietra per costruire l’emporio di comunità insieme alle 20 pietre!

  • le prime date di lavori in aiuto alle aziende agricole colpite dal maltempo

    le prime date di lavori in aiuto alle aziende agricole colpite dal maltempo

    IL PROGRAMMA di lavori per il mutuo soccorso:

    venerdì 12 gennaio ore 8:30

    – All’az. agr. Le Cascate
    loc. Roncore, Rocca Corneta
    Lizzano in Belvedere

    info 3661789797

     per completare lo smantellamento delle due serre distrutte (mercoledì scorso il vento ha sfondato completamente anche l’altra serra nuova) dalla mattina. Abbigliamento comodo e per chi li ha avvitatori con batterie, chiavi inglesi, cagne etc.
    nelle prime due settimane di marzo (tempo e consegna dei materiali permettendo) si è previsto la rimessa in opera di 3 serre nuove e la copertura dei tunnel scoperchiati. Quindi proporremmo il fine settimana 3 – 4 marzo e 10 – 11 marzo. Se non potete in tali date, ogni altro giorno di queste settimane noi saremo là e ogni aiuto sarà ben accetto.

     

      sabato 13 gennaio dalle ore 8.30

     Fattoria Masi
    via Prunarolo 26 Sasso Marconi
    localita valle valle del Lavino

    Chiama 348 936 4572

    Riparazione serra, vestiti comodi con stivali da pioggia. Per chi le avesse portare vanga o badile. Sono sufficienti 7-8 persone. Pranzo incluso.

     

     

  • Disastri climatici: abbiamo bisogni di voi!

    Disastri climatici: abbiamo bisogni di voi!

    Campi Aperti lancia una Campagna di Mutuo Soccorso per sostenere i produttori che hanno subito ingenti danni a seguito dei violenti fenomeni atmosferici di lunedì 11 dicembre nelle aree dell’Appennino bolognese e modenese.

    Potete aiutarci sottoscrivendo una donazione con causale “Mutuo Soccorso” con un trasferimento al conto corrente dell’Associazione. Codice IBAN: IT71H0501802400000000182214, Associazione Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, presso Banca Etica.

    Oppure con mani e braccia, oltre che cuore :), partecipando in particolare alle operazioni di smontaggio delle strutture crollate e di ripristino delle stesse ove possibile.

    Per saperne di più sui luoghi di intervento e sulla calendarizzazione degli appuntamenti, potete fare riferimento ai seguenti contatti: info[at]campiaperti.org, 347 4083255.

    Qualsiasi forma di contributo è assolutamente gradita, dalla donazione all’aiuto pratico, dalla proposta di una  diversa forma di autofinanziamento alla semplice diffusione!

    Grazie a tutt*

  • Verbale incontro gruppo formazione 20pietre lunedì 4 dicembre

    Verbale incontro gruppo formazione 20pietre lunedì 4 dicembre

    • Elena Cesari è referente per il gruppo di formazione del mercato a 20pietre.

    • Progetto scuole medie di Borgo Panigale e Castel Debole

    Elena descrive alcuni dettagli del progetto con le scuole con le quali è in essere un progetto dal titolo ……. attivato con l’Associazione ……. .

    Sono due gruppi di ragazzi difficili e con disabilità con i quali verranno fatti diversi laboratori tra cui la loro visita al mercato con il compito di realizzare un video intervistando produttori e co-produttori al mercato di 20pietre, con l’aiuto di operatori di Video Factory. Per questo progetto impostato con la partecipazione del mercato di 20p, è previsto un contributo per il mercato di 150€.

    Purtroppo solo due giorni dopo l’incontro è arrivata comunicazione che la visita al mercato da parte dei ragazzi non sarà possibile perché devono finire tutte le attività scolastiche entro le 16.30, di conseguenza si dovrà decidere come svolgere o modificare questa attività in programma.

    • Laboratori didattici e costi

    riguardo i costi dei materiali e del tempo dedicato dai produttori per lo svolgimento dei laboratori, il gruppo propone i seguenti criteri, da approvare in assemblea di mercato:

    . che i nuovi laboratori vengano proposti al costo di partecipazione di 5€ a bambino e che questo contributo venga suddiviso in parti uguali per i produttori impegnati nello svolgimento.

    . che i costi dei materiali utilizzati vengano coperti utilizzando il fondo cassa del mercato.

    Questa proposta tiene conto delle esigenze espresse da più voci nell’ultima assemblea e cioè che questa attività di formazione non vada a gravare sulla situazione economica di quelle aziende già in difficoltà chiedendo loro un esborso e che comunque, attraverso l’utilizzo della cassa del mercato per coprire i costi dei materiali, ci sia una partecipazione di tutti i produttori che ne fanno parte e che traggono un vantaggio dallo svolgimento dei laboratori che richiamano persone durante lo svolgimento del mercato.

    • Progetto Chiesa Valdese

    Il progetto è stato presentato e per il mercato sono previsti 2 cicli da 3 laboratori ciascuno da svolgere presso il mercato e 3 visite in aziende disponibili.

    L’approvazione definitiva e conferma del contributo previsto dal progetto arriverà soltanto dopo settembre 2018.

    Elena Cesari e Silvia si propongono per fare il laboratorio sul sapone, presumibilmente in aprile.

    Si invitano e si accettano proposte di altre aziende/produttori per gli altri due laboratori da inviare a Elena Cesari, referente del gruppo entro fine gennaio 2018.

    • Nuove e prossime iniziative per proseguire con i progetti di formazione sia a 20p che in tutta CA

    • Si chiede la collaborazione di tutti i partecipanti al gruppo di formazione di CA per redigere un elenco di contatti degli insegnanti che si conoscono, di qualsiasi scuola e grado, al fine di informarli dei vari progetti di formazione nascenti in CA e coinvolgerli nella presentazione dei progetti stessi (POF – Piani di Offerta Formativa), ai Direttori Didattici dei vari plessi scolastici.

    I temi proposti per i laboratori di CA sono: la sovranità alimentare, agricoltura biologica/biodinamica, saperi e sapori dell’agricoltura contadina, ecc.

    Simone di Fuori Mercato, comunica che le scuole materne hanno a disposizione un contributo di 1000€ ogni anno per progetti ad hoc, elargito dal Comune, per i quali è possibile presentare un progetto con un percorso strutturato, opportunità percorribile per portare avanti il tema della formazione anche con i più piccoli, sui temi che ci coinvolgono.

    Carla

  • Appello agli insegnanti: non portate gli studenti a Fico!

    Appello agli insegnanti: non portate gli studenti a Fico!

     

    Cari insegnanti,

    il 15 novembre 2017 a Bologna ha aperto Fico, la “fabbrica italiana contadina”. Come molti avevano previsto Fico non ha niente di contadino mentre è popolato da grandi consorzi e famosi marchi dell’agroalimentare. Fico non solo si è appropriato inopportunamente del termine “contadino” ma attraverso una potente campagna di comunicazione si propone come baluardo della promozione e della salvaguardia della biodiversità agricola italiana e della “buona agricoltura”.

    Noi di CampiAperti pensiamo al contrario che a Fico siano presenti prevalentemente realtà produttive che non fanno “buona agricoltura”: per noi non è buona agricoltura spruzzare Clorpirifos sulle mele come fa Melinda in Val di Non, così come non è buona agricoltura alimentare gli animali con mangimi OGM come fanno Grana Padano e Amadori oppure fare i dolci con uova da galline allevate in batteria come fa Balocco. Questa è l’agricoltura dominante, ma non è assolutamente la miglior agricoltura possibile.

    Se il vostro intento di insegnanti invece è quello di far conoscere agli studenti la realtà dei processi produttivi industriali allora questo non potrà essere trovato dentro Fico, perché a Fico ci sono solo rappresentazioni di laboratori artigianali, cosi come ci sono solo rappresentazioni di campi coltivati.

    Purtroppo sappiamo che Fico propone moduli formativi per le scuole e siamo molto preoccupati che le giovani generazioni a Fico imparino che quella è l’agricoltura e per di più la migliore agricoltura possibile, mentre si tratta solo di una vetrina, di un set pubblicitario molto lontano dalla realtà.

    Noi di CampiAperti sappiamo che la buona agricoltura esiste ed è la piccola agricoltura contadina biologica/biodinamica locale, sostenuta e difesa dal movimento per l’economia solidale.

    Cari insegnanti, se volete far conoscere la vera agricoltura agli studenti, che sia biologica, convenzionale, industriale, rivolgetevi alle centinaia di fattorie didattiche presenti in ogni parte d’Italia. Se invece volete far conoscere i processi agroindustriali andate nelle manifatture dove si fa la pasta, il formaggio, la salsa di pomodoro…

    Ma per favore, non portate gli studenti a Fico!

  • Comunicato Associazione Rurale Italiana sull’apertura di F.I.Co a Bologna

    Comunicato Associazione Rurale Italiana sull’apertura di F.I.Co a Bologna

    Associazione Rurale Italiana

    per la crescita della società civile, un’agricoltura contadina socialmente giusta ed un corretto utilizzo di tutte le risorse naturali rispettoso della biodiversità, attento ad una produzione ecologicamente durevole per la Sovranità Alimentare.

    Membro del Coordinamento Europeo Via Campesina

    CONTADINI, UN SUPPORTO PUBBLICITARIO?

    Il 15 novembre sono state aperte le porte di FICO, un parco dei divertimenti dell’agro alimentare made in Italy. E’ un grande progetto multimilionario animato da EATALY, COOP, società di capitali, istituti finanziari (banche, assicurazioni etc.) e grandi imprese dell’agro-alimentare. E’ un parco di circa 10 ettari alle porte di Bologna che ospiterà oltre un centinaio di aziende, una quarantina di ristoranti, due campi coltivati, serre, capi di bestiame, laboratori di trasformazione e quant’altro necessario per dare vita ad un grande centro commerciale/parco divertimenti/itinerario didattico-divulgativo-promozionale. L’opera, costata oltre 150 mln di euro di investimenti, prende forma in un’area di proprietà pubblica del valore di 55 mln di euro concessa gratuitamente dal comune di Bologna al patron di EATALY Oscar Farinetti e alla società costituita Ad Hoc per la gestione del parco.

    Le critiche mosse nei confronti di questa maxi opera in pieno stile e continuità con l’appena conclusa e fallimentare esperienza di EXPO, sono numerose e provengono da diversi fronti.

    Noi, contadine e contadini, dell’Associazione Rurale Italiana, oltre ad esprimere piena solidarietà e partecipazione nei confronti di chi in questi giorni ha contestato l’inaugurazione del mega progetto, consideriamo questo progetto inutile, dispendioso e soprattutto assolutamente incapace di dare voce e rappresentazione dell’agricoltura contadina del nostro paese.

    Essere contadini e produrre in modo contadino vuol dire valorizzare e promuovere la piccola produzione dei territori, fatta di tradizione e innovazione, conoscenza delle colture e risorse delle diverse aree del nostro paese, significa produrre in maniera solidale, stabilire un prezzo equo dei prodotti che sia rispettoso della dignità delle persone e del lavoro e capace di proporre prodotti di qualità anche per chi subisce più pesantemente la crisi economica. Produzione contadina significa alta intensità di lavoro e non di capitali e implica cura del territorio, delle sue risorse naturali al fine della tutela del patrimonio ecologico-ambientale e della biodiversità agricola. “Solo un incompetente può dire di racchiudere “tutta la meraviglia della biodiversità italiana in un unico luogo” come si legge nella propaganda di FICO, ricorda Roberto, contadino delle montagne piemontesi che recupera alla coltivazioni grani antichi.

    Non esiste nessuna Fabbrica Contadina perché le nostre vite ci appartengono e non sono merce che si fabbrica.

    I grandi attori nell’agro alimentare italiano (EATALY, COOP, Granarolo) fanno propaganda ed i governi e le istituzioni si mobilitano: vengono messi a disposizione finanziamenti, servizi di supporto, affidamento di beni e patrimonio pubblico a titolo gratuito (come se questi colossi avessero scarsi capitali da impiegare in qualsivoglia iniziativa) e applicate leggi speciali che consentono e supportano l’azione di questi operatori.

    Da anni migliaia di veri contadini di questo paese, quelli che fanno vivere oltre 700.000 aziende di piccola dimensione, attendono l’approvazione di una legge che riconosca la loro specificità, la loro funzione sociale, i loro diritti e che legittimi, riconosca e valorizzi il lavoro sia di produzione agricola che di cura del territorio, in accordo con quanto previsto dalla Costituzione Italiana.

    FICO, per noi di Associazione Rurale Italiana, è solo un’altra trovata propagandistica di chi, governando le istituzioni, si ostina a non voler conoscere e riconoscere il ruolo di veri protagonisti ad una classe, quella contadina, che nonostante i sacrifici e le vessazioni subite non si presta alla strumentalizzazione di quanti coinvolti in queste grandi opere di menzogna.

    Lanciamo la sfida a i nostri governanti presenti e futuri: se volete veramente tutelare e promuovere l’agricoltura contadina fatevi avanti per l’approvazione della legge sull’agricoltura contadina, frutto di una partecipata campagna nazionale e che giace da diversi anni in commissione agricoltura del Parlamento e riconoscere così i diritti di chi davvero in questo paese – e nel resto del Pianeta – produce la quasi totalità di quello che finisce in tavola. Una sfida che non costa soldi ma richiede solo un gesto di rispetto per la dignità di donne e uomini che sono ancora il motore più efficace di una delle grandi agricolture del mondo.

    —————–

    CONTATTI:

  • IMMAGINI E VOCI DA PIAZZA VIII AGOSTO

    “Buon compleanno CampiAperti”

    guarda il video

  • 15 anni di Campi Aperti!

    15 anni di Campi Aperti!

    Il 15 di ottobre CampiAperti sarà in piazza 8 Agosto con un grande mercato contadino per festeggiare i nostri primi 15 anni di vita e di lotta per la sovranità alimentare e la giustizia sociale. In quella giornata vorremmo che la nostra piazza fosse attraversata da tutte le realtà che abbiamo incontrato e con cui abbiamo sviluppato progetti piccoli e grandi. Pertanto vi invitiamo ad essere in piazza con noi la giornata del 15 ottobre, dall’alba al tramonto, con le vostre idee, i vostri progetti e le vostre battaglie. In totale libertà. Riserveremo spazi per chi vorrà aprire tavoli informativi, allestimenti, performance.

    Vi invitiamo anche a partecipare all’assemblea cittadina che abbiamo indetto nel pomeriggio sul tema “in difesa del territorio contro nuovi supermercati e cemento”.

    Diffondiamo i buoni semi che fanno germogliare una buona città. Vi aspettiamo!

    ****

    Programma della giornata

    Tutto il giorno:

    > grande mercato contadino con banchi dei produttori di Campi Aperti;
    > punti informativi delle realtà autogestite di Bologna;
    > proiezione fotografica sulla storia dell’Associazione e del documentario “Scarpe grosse, cervello fino”.

    10.30-13.00
    Racconti dai Campi: i contadini parlano delle loro storie, dei progetti passati e futuri e di come le proprie vite incontrano i principi che fondano Campi Aperti.

    13.00-15.00
    Pranzo in piazza: grande polentata collettiva con sughi per ogni gusto; assaggi dalle cucine casalinghe di tutti i produttori e crescentine a cura della Casa del Popolo di Ponticelli “La Casona”.

    16.00-18.00
    Assemblea per la difesa del territorio e dell’autogestione.

    18.00
    Taglio della torta !!!

    Il tema dell’assemble cittadina sarà la difesa del territorio contro nuovi supermercati e cemento. Pubblichiamo di seguito  l’appello che Campi Aperti rivolge a tutti i collettivi, associazioni, soggetti che in città riflettono e lavorano su questi temi.

    Mentre l’emergenza ambientale si aggrava con impressionante velocità, mettendo in discussione il futuro dell’umanità, i meccanismi che generano sfruttamento ed ecocidio continuano ad essere riproposti negli stessi modi da una classe politica sempre più lontana dalle reali necessità delle persone. Noi ci opponiamo a questa deriva che sottomette le nostre vite e condanna gli esseri umani all’estinzione.

    Campi Aperti per la Sovranità Alimentare invita tutti i soggetti interessati ad incontrarsi, per coordinare i cuori e le menti dei tanti che si battono per il cambiamento. Persone consapevoli che l’iniziativa non può che partire dal basso per cambiare subito e concretamente la direzione di marcia e darsi una agenda politica adeguata alle sfide epocali che i tempi ci impongono.

    Proponiamo di discutere alcuni temi fondamentali e trasversali per nuove forme di azione collettiva di ampia portata e di iniziare a lavorare collettivamente ad alcune questioni che consideriamo centrali e strategiche:

    1) costruire un’opposizione popolare vasta alla realizzazione di nuovi supermercati, centri commerciali e cementificazione speculativa come primo passo per uscire dal modello incentrato sulla Grande Distribuzione Organizzata e per avviare una transizione verso forme di produzione, distribuzione e consumo fondate sull’equità, sul rispetto e la conservazione della Terra;

    2) costruire un’opposizione popolare vasta alla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, che deve restare bene comune ed essere utilizzato per il bene di tutti (verde pubblico, luoghi di libera socialità e occasioni per estendere le esperienze di autogestione, ecc.).

    Noi vogliamo impegnarci per difendere la Terra e diffondere una maggiore giustizia sociale. L’autogestione e l’azione dal basso sono le modalità che ci diamo per raggiungere i nostri obiettivi. Siamo convinti, per l’esperienza che abbiamo maturato in questi anni di incontro con la città, che le forze per cambiare le sorti che vorrebbero imporci ci sono. E che insieme possiamo dar vita ad una nuova resistenza che, a prescindere dalle istituzioni e dalle forze politiche tradizionali, generi un cambiamento radicale prendendosi cura del futuro di tutte/i.

     

  • UN EMPORIO AUTOGESTITO IN CITTÀ: INIZIA IL PROCESSO DI COSTITUZIONE DI CAMILLA SABATO 30 SETTEMBRE

    UN EMPORIO AUTOGESTITO IN CITTÀ: INIZIA IL PROCESSO DI COSTITUZIONE DI CAMILLA SABATO 30 SETTEMBRE

    UN EMPORIO AUTOGESTITO IN CITTÀ: INIZIA IL PROCESSO DI COSTITUZIONE DI CAMILLA

    Sabato 30 settembre alle ore 16 al centro Zonarelli (via sacco 14)

    Uno spazio in cui poter acquistare cibo e altri prodotti a prezzi contenuti, sostenendo un’economia più equa e sana, impegnandosi nella gestione e creando nuove relazioni e opportunità. Camilla è tutto questo, ma anche tante persone, numeri e idee che stanno per emergere in città, con la prossima costituzione di una cooperativa.
    Dal 2016 un gruppo di persone, impegnate in Alchemilla GAS e Campi Aperti, ha studiato esempi e possibilità per costituire una cooperativa che gestisca un emporio solidale, di nome Camilla.

    L’obiettivo è dare una risposta ai bisogni di chi già acquista e vende nei mercati di Campi Aperti e tramite il gruppo di acquisto Alchemilla, ma includendo anche chi per orari, prezzi e modalità non ha ancora scelto questi sistemi di acquisto. Uno spazio fisico, in cui creare economie di scala e contenere i costi grazie all’azione diretta dei soci: rappresenta un modello già sperimentato da anni in città come New York e Bruxelles, come raccontato anche dal documentario su Park Slope di prossima uscita.

    Negli ultimi mesi si sono svolti decine di incontri di presentazione e sabato 30 settembre al centro Zonarelli (Via Sacco 14, Bologna) si terrà un incontro con tutte le persone interessate, per discutere i risultati del lavoro di ricerca fatto sin qui e iniziare una fase di progettazione collettiva che porterà alla costituzione di Camilla.

    L’incontro del 30 servirà per conoscere nel dettaglio cosa sta dietro il progetto: i numeri, i prodotti e come funzionerà la cooperativa. L’appuntamento servirà anche a far crescere il numero di persone coinvolte. È infatti importante che il gruppo cresca, per la ricchezza di competenze e punti di vista, necessari per definire strategia e strumenti. Ma anche per garantire la sostenibilità e l’accessibilità economica tramite l’apporto del maggior numero possibile di soci. Durante l’incontro saranno organizzati dei tavoli tematici di approfondimento, dove si potrà anche unirsi ai gruppi di lavoro sui singoli temi. Il lavoro dei gruppi porterà alla costituzione di Camilla e per questo il tempo di tutti è l’ingrediente più prezioso!

    Alla fine dell’assemblea chi lo vorrà potrà sottoscrivere la carta degli intenti, che è già stata pubblicata sul blog di Alchemilla.

    Alchemilla GAS e Campi Aperti

    LINK utili :

    Sull’evento: https://alchemillagas.noblogs.org/post/2017/08/11/camillaincostituzione/
    Sul progetto: https://alchemillagas.noblogs.org/post/2016/05/12/camilla/

    MODULO per presenza: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScU_VBsDTDCwuncDrtR5dulryp0C6Y0okWnY7jWGVn0EcQtYw/viewform

    CARTA DEGLI INTENTI: https://alchemillagas.noblogs.org/files/2017/09/carta_intenti_Camilla_171914.pdf

    EVENTO FB : https://www.facebook.com/events/174641146413352

  • Mercoledì al Baraccano con Labas

    Il mercoledì al baraccano prosegue, come momento di autogestione e decisione tra le varie parti interessate, per portare avanti ciò che sabato si è visto sfilare per bologna, e che non deve smettere ora di pulsare…

  • Campiaperti al mercato al Baraccano!

    Come cittadini che hanno a cuore la sovranità alimentare della comunità in cui vivono e il futuro del pianeta che li ospita, chiediamo al Comune di Bologna, e alle amministrazioni coinvolte nel procedimento, di autorizzare al più presto lo svolgimento del mercato gestito dall’associazione Campi Aperti per la Sovranità Alimentare presso il Baraccano.

    Questa petizione sarà consegnata a:

    • Sindaco di Bologna
      Virginio Merola
    • Matteo Lepore

    Petizione- “Apriamo il mercato di Campi Aperti al Baraccano”


    Tutti i coproduttori che hanno piacere a raccogliere firme presso i loro conoscenti
    possono farlo tranquillamente stampandosi il modulo e consegnandolo
    compilato a un produttore del mercato che frequentano prima del 9 settembre