Categoria: Primo Piano

  • Appello per la manifestazione del 9 Settembre

    Appello per la manifestazione del 9 Settembre

    alle sorelle e ai fratelli delle reti di Genuino Clandestino

    ai/alle consumatori/consumatrici critici e responsabili

    al movimento dell’economia solidale

    alla Via Campesina Europa

    alle ONG che si occupano di Sovranità Alimentare

    e a tutte/i coloro che hanno l’autogestione nel cuore

    Martedì 8 Agosto è stato sgomberato brutalmente dalla polizia il centro sociale occupato Làbas e con esso il mercato contadino di CampiAperti che in quello spazio si teneva ogni Mercoledì da più di tre anni. Al mercato partecipavano 15 piccole aziende agricole biologiche e molte centinaia di cittadine e cittadini che avevano trovato in quel posto un modo alternativo di fare la spesa alimentare.

    La Procura di Bologna non ha esitato a cancellare quello che negli anni è stato costruito nell’ex caserma Masini sul tema della sovranità alimentare, sulla solidarietà tra i popoli, sulla libera socialità e su decine di progetti e attività aperti al quartiere e alla città.

    La politica della Procura e della Questura a Bologna è chiara: non esitano a impiegare personale e mezzi in abbondanza per sgomberare sistematicamente e ossessivamente gli spazi sociali e le occupazioni abitative sbattendo la povera gente per strada; non esitano a utilizzare fogli di via e ad aprire inchieste nei confronti di attivisti politici, che regolarmente finiscono in nulla ma che hanno effetti devastanti sulla vita delle persone; trascurano e abbandonano le indagini sulle stragi fasciste, come denunciato pubblicamente dai familiari delle vittime della strage del 2 Agosto 1980.

    Questo succede a Bologna. Questo inizia a succedere in tutta Italia. Il manifestarsi di un potere poliziesco/giudiziario che sta diventando sempre più arrogante tanto da sembrare il vero governo della città, mentre la politica istituzionale sta a guardare pilatesca, succube e timorosa di finire al centro di qualche “inchiesta”.

    In questo scenario di avanzamento di forze oscure che lavorano per quella che potremmo definire “strategia della tensione del manganello”, in un contesto sociale di crescita dell’isteria, del razzismo e della frustrazione occorre reagire portando in alto la bandiera della civiltà e della solidarietà umana.

    CampiAperti chiama all’unità tutte/tutti coloro che odiano il fascismo e il razzismo per creare un fronte ampio di resistenza popolare alla deriva antidemocratica.

    Per questo invitiamo tutte/tutti ad essere presenti alla manifestazione indetta per il 9 di settembre a Bologna. Per riaprire Làbas, per riaprire Crash, per riaprire Atlantide, per difendere XM24 e per moltiplicare le esperienze di autogestione dentro e fuori Bologna.

    “Quando l’ingiustizia diventa legge la resistenza diventa un dovere”

    CampiAperti

  • Comunicato di solidarietà dal Mercato Ritrovato

    Ringraziamo l’Associazione Mercato Ritrovato per il comunicato di solidarietà (che pubblichiamo qui di seguito e in allegato) con i produttori di Campi Aperti, sgomberati dall’ex Caserma Masini insieme a Labas.

    Il Mercato Ritrovato è solidale con Campi Aperti 

    per il mercato in Piazza del Baraccano

    Da oltre quindici anni nella città di Bologna esiste ed opera una importante rete di mercati di contadini e artigiani che lavorano per la promozione dell’agricoltura contadina locale, che sviluppano un’economia di relazione per far incontrare i produttori del nostro territorio con i cittadini co-produttori che cercano una produzione di qualità, e che vogliono sostenerla. Una rete formata da diverse decine di mercati di produttori che rende il territorio della nostra città metropolitana all’avanguardia nazionale su questo tema e su questa pratica.

    Anche il Mercato Ritrovato si sviluppa in questo medesimo contesto e aderisce pienamente a questo ampio movimento di mercati contadini, di cui Campi Aperti è sicuramente uno dei promotori principali, e ci riconosciamo ampiamente nei suoi principî.

    Auspichiamo dunque al più presto una positiva risoluzione che dia una piena continuità al mercato attualmente presente in Piazza del Baraccano, in seguito allo sgombero dall’ex caserma Masini del collettivo Làbas, che rappresentava e rappresenta tutt’ora un vitale e riconosciuto spazio d’incontro tra i cittadini del quartiere Santo Stefano con le aziende e le famiglie che qui trovano uno sbocco per le proprie produzioni.

    Ci appelliamo al Comune di Bologna e al Quartiere Santo Stefano, e ribadiamo la nostra piena solidarietà a Campi Aperti, perché insieme alle istituzioni locali possano trovare una piena continuità con l’attività sviluppata presso Làbas da alcuni anni, per difendere il reddito agricolo e per promuovere la biodiversità agricola, alimentare e culturale.

    Associazione Mercato Ritrovato

    comunicato solidarietà a campi aperti

  • AMIAMO LA BIODIVERSITÀ DELLE AUTORGANIZZAZIONI POPOLARI

    AMIAMO LA BIODIVERSITÀ DELLE AUTORGANIZZAZIONI POPOLARI

    I/le contadini/e biologiche/i hanno naturalmente una passione per gli ecosistemi e la biodiversità.

    E’ l’intero bosco e le infinite relazioni tra la miriade di organismi che lo popolano l’oggetto del nostro amore e non solo il singolo albero, per quanto maestoso e bellissimo possa manifestarsi. L’idea del super-organismo, della rete degli ecosistemi come espressione meravigliosa della vita sulla terra, da rispettare e accudire, è una delle concezioni più avanzate del nostro bagaglio culturale.

    Questo nostro modo di pensare si riflette anche nel nostro modo di essere e nella nostra visione del mondo e in tante considerazioni politiche che facciamo.

    CampiAperti è una realtà fatta di teste molto diverse l’una dall’altra. Malgrado questa disomogeneità abbiamo trovato il modo e l’equilibrio necessari per procedere compatti insieme e per costruire una comunità importante intorno al tema dell’autodeterminazione alimentare.

    Per cui proponiamo qualche pensiero in questa direzione, quando finalmente un vento favorevole sembra aver iniziato a spazzare un poco della cappa asfittica che gravava, e tuttora grava, sugli spazi sociali bolognesi.

    Il percorso di Crash negli ultimi anni visto da noi, dall’esterno, è stato estremamente interessante. L’aver fiancheggiato la lotta dei facchini ha rappresentato la rottura dell’omertà rispetto alle condizioni insostenibili di nuove categorie di sfruttati. L’aver promosso una realtà come Social Log ha permesso a centinaia e centinaia di persone di risolvere, seppur temporaneamente il drammatico problema della casa, e di creare una comunità pensante, resistente e combattiva sulla fondamentale questione del diritto dell’abitare.

    Le battaglie di Crash e Social Log, sono battaglie che consideriamo anche nostre perché, pur occupandoci dell’universo della produzione agricola, abbiamo delle idee sulla questione casa: siamo convinti che tutti abbiamo diritto a un tetto sotto cui vivere. Le battaglie di Crash e Social Log ribadiscono, in maniera cristallina, questo sacrosanto diritto.

    Sono ormai 15 anni che stiamo dentro XM24 e possiamo dire che conosciamo abbastanza bene questo spazio: la sperimentazione libera di libere forme di aggregazione è il motivo per cui amiamo quello spazio e lo consideriamo fondamentale per la città. La ciclofficina, la palestra popolare, la scuola migranti, l’hacklab… il mercato contadino sono idee e attività nate e cresciute nel fermento culturale di XM24 e successivamente riprese in molti altri contesti. Per cui dobbiamo essere grati a XM per aver accolto e promosso, con grande lungimiranza e generosità, questa miriade di laboratori sociali.

    Abbiamo sempre guardato alla esperienza di Atlantide come estremamente interessante anche se non abbiamo avuto il tempo e l’opportunità di sviluppare assieme qualche bel progetto. Interessante perché anche e soprattutto tra loro sventola alta la bandiera per la difesa delle diversità.

    Quando abbiamo iniziato a collaborare con Labas siamo rimasti da subito colpiti dalla grande tensione del collettivo rispetto all’apertura e alla ricerca di consenso dentro il quartiere. Questa tensione si è tradotta in una serie di azioni concrete che hanno prodotto un formidabile riconoscimento.

    Ora, dopo l’insensato sgombero, il collettivo di Labas raccoglie meritatamente i frutti abbondanti di questo intelligente lavoro.

    Tante realtà, tanti modi di fare politica, tanti punti di vista e tanti stili. Tutti importanti, nessuno più dell’altro perché tutti sono esperimenti, tentativi di trovare la strada che possa prefigurare un cambiamento sociale profondo. Questa è la tensione che ci accomuna tutte/i.

    Ma nessuno, questo è chiaro a tutte/i, ha trovato questa strada in questo drammatico momento storico.

    Quindi, nel cancan che è nato dopo gli sgomberi di Crash e Labas, ci sentiamo di fare un’esortazione a tutto il movimento bolognese: alziamo la posta e muoviamoci per riaprire tutti gli spazi sgomberati, difendere tutte le realtà che ancora resistono e rilanciare l’obiettivo di moltiplicare le esperienze di autorganizzazione popolare dentro e fuori le città.

    Impariamo a riconoscere nella diversità una ricchezza e non un occasione di distinguo e di conflitto interno. Impariamo a gestire questa ricchezza.

    Ora che i/le compagni/e di Labas hanno addosso i riflettori ci piacerebbe molto sentirli parlare dello sgombero di Crash, di Atlantide, e di tutti gli sgomberi abitativi dell’ultimo periodo. Ci piacerebbe che parlassero di XM24 nell’incontro previsto col sindaco. Pensiamo che Labas non desideri veramente “quattro mura per se in un deserto”.

    Ci piacerebbe molto che tutti gli/le attivisti/e degli spazi autogestiti di Bologna sostengano ora la causa di Labas e di Crash, non solo delle esperienze a loro più affini ma anche di quelle meno affini.

    Ci piacerebbe infine iniziare a portare avanti istanze unitarie non perché siamo uguali ma perché riconosciamo il valore della diversità contro l’omologazione imposta dal potere globale.

    Se nei prossimi mesi faremo dei passi avanti non sarà perché avremo ottenuto uno spazio in più ma perché saremo riusciti/e ad affermare in ambiti sempre più ampi la necessità di luoghi e sistemi autogestiti.

    Rifiutiamo le distinzioni che lor signori ci propongono negli editoriali dei giornali di merda.

    Difendiamo il Bosco, non il singolo albero.

    Autogestione! Resistenza!

    CampiAperti

  • LABAS VIVE!

    LABAS VIVE!

    Oggi mercoledì 9 agosto dalle 17 e 30 in piazza del Baraccano torniamo in grande stile con il mercato di CampiAperti e Labas on the street. NON MOLLEREMO MAI!

  • Sgomberati stamattina Labas e Crash  –  CampiAperti convoca per stasera un’assemblea al mercato di VAG –  siete tutte/i invitate/i

    Sgomberati stamattina Labas e Crash – CampiAperti convoca per stasera un’assemblea al mercato di VAG – siete tutte/i invitate/i

    In questo periodo in cui è generalizzata la preoccupazione per il futuro del pianeta e dell’umanità ci sono persone che stanno cercando di costruire esperienze di un’alternativa possibile. Di costruire comunità. Di proporre diversi sistemi di relazione che rispettino la Terra, le persone, i diritti.

    In ciò che fanno c’è l’entusiasmo di poter riprendere nelle proprie mani una possibilità di futuro per se e per gli altri.

    Oggi alcuni dei germogli che stavano crescendo a Bologna sono stati sradicati nel deserto di una città svuotata.

    Facciamo in modo che non sia lo sconforto a guidare le nostre azioni future ma al contrario che ciò che sta succedendo sia una spinta a riproporre con più forza le regioni di chi pensa che cambiare direzione sia ancora possibile.

    Sono tante le esperienze e le persone che portano avanti, a Bologna e altrove, percorsi che cercano di porre le basi di una alternativa. Quando una di queste viene colpita con una operazione di polizia è tutto un mondo che viene colpito.

    Secondo noi questo mondo deve cercare le risorse, le energie e l’unità necessaria per riprendere a crescere con più forza di prima.

    Campi Aperti convoca per stasera, martedì 8 agosto 2017 alle ore 20,30 presso il mercato in via paolo fabbri 110, un incontro cittadino per organizzare una risposta collettiva agli sgomberi.

    CampiAperti per la Sovranità Alimentare

  • Energia verde, da cogliere entro l’estate l’offerta per i soci di Campi Aperti

    Energia verde, da cogliere entro l’estate l’offerta per i soci di Campi Aperti

    Caro Socio di Campi Aperti,

    è trascorso circa un anno da quando ti abbiamo parlato di ènostra, il fornitore cooperativo di elettricità rinnovabile, sostenibile ed etica che, con Campi Aperti, ha avviato una partnership. Oggi riprendiamo l’argomento perché vorremmo invitarti a cogliere un’opportunità che terminerà con l’estate.
    Di seguito qualche dettaglio su ènostra, sul modello cooperativo che la caratterizza e sulle condizioni di fornitura riservate ai soci di Campi Aperti.

    Il ruolo delle comunità energetiche
    ènostra si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità e mira a cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia, favorendo la progressiva transizione verso un sistema “carbon free”, a livello nazionale, e il parallelo disinvestimento dalle fonti fossili.

    Già oggi, in diversi paesi europei i cittadini stanno trasformando il mercato dell’energia, contribuendo a sviluppare un modello innovativo di gestione diretta, basato sulla produzione e il consumo cooperativi, con benefici in termini di occupazione, di ricadute positive sull’economia locale, di riduzione di emissioni e polveri sottili, di minore importazione di petrolio, di riduzione della spesa sociosanitaria e di incremento degli investimenti in nuova energia pulita.

    Perchè scegliere ènostra
    Solo ènostra garantisce ai propri soci consumatori di:

    -acquistare solo elettricità rinnovabile, sostenibile ed etica
    -aderire a un fornitore cooperativo non a finalità lucrativa
    -avere l’energia a un prezzo equo e trasparente
    -investire in nuova produzione di energia rinnovabile
    -accedere a servizi energetici per ridurre la spesa e l’impronta ecologica
    -avere un contatto diretto con lo staff per chiarimenti, dubbi, pratiche, proposte

    Energia buona per domestico, imprese e terzo settore
    ènostra fornisce energia a utenti domestici e imprese. Il prezzo dell’energia è indicizzato al Prezzo Unico Nazionale (PUN) e, per gli utenti domestici, risulta allineato alle tariffe definite dall’Autorità per il servizio di maggior tutela. Alle organizzazioni del terzo settore (cooperative sociali, associazioni, Onlus ecc.) ènostra dedica una tariffa agevolata.
    Puoi chiedere una simulazione della bolletta annua, basata sui consumi precedenti, scrivendo a info@enostra.it.

    Servizi e opportunità per i soci
    ènostra non è animata da logiche di profitto, ma dalla volontà di accelerare la transizione energetica dal basso. Per facilitare il processo, ènostra opera per favorire l’incremento della produzione da fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi attraverso servizi per il risparmio energetico e opportunità riservate ai soci (dal monitoraggio del proprio impianto fotovoltaico ai servizi energetici su misura). Per i dettagli visita la sezione Opportunità soci.

    Passare ad énostra è semplice
    Se sei titolare della bolletta elettrica, l’azione più semplice ed efficace alla tua portata è la scelta del fornitore. Aderisci come socio e sottoscrivi il contratto in un’unica operazione. L’adesione comporta la sottoscrizione di 2 quote per un totale di 50 euro. La procedura è semplice:
    Vai alla pagina www.enostra.it/sottoscrivi
    Scegli l’offerta tra le opzioni disponibili
    Clicca su ‘Attiva l’offerta’ e accedi al modulo di adesione e attivazione fornitura
    Completa la sottoscrizione inserendo i dati richiesti
    Firma e rispedisci i moduli che riceverai via mail

    Sconto permanente del 5% se aderisci entro l’estate

    I soci di Campi Aperti che aderiranno e sottoscriveranno il contratto con ènostra entro l’estate (termine 20/9/2017) potranno beneficiare dello sconto permanente del 5% sul prezzo dell’energia (così come avviene per chi è già entrato in fornitura sino ad oggi). Per chi invece sottoscriverà il contratto a partire dall’autunno, lo sconto 5% varrà solo per 12 mesi (dall’ingresso in fornitura).

    Contatti
    Per chiarimenti o esigenze particolari puoi contattare ènostra tramite il numero verde gratuito (800 593266, attivo dal lunedì al venerdì, 9.30-13.00 e 14.00-16.00) o scrivendo alla casella info@enostra.it.

     

    per énostra, Sara Capuzzo

  • Ossa rotte e cariche preventive. 

    Ossa rotte e cariche preventive. 

    Ossa rotte e cariche preventive.
    Come segretario di una sezione Anpi non posso non posso non esprimere la mia indignazione per i fatti successi a Bologna mercoledi scorso.
    La polizia ha caricato senza motivi i partecipanti al mercato biologico del La bas con la presenza di donne e bambini rompendo le ossa a dei giovani presenti  ( come da documentazioni prodotte ) e giustificando la loro bravata come carica preventiva. Non vi erano motivi per farlo. Alla 21 al Baraccano si doveva tenere una manifestazione dei fascisti in ricordo di Ramelli. La cosa ancora più grave è che la polizia ha protetto un corteo di fascisti a braccio teso in Via S Stefano. Ancora più inquietante è il silenzio connivente delle autorità cittadine che tacciono sull accaduto. Bologna è una citta medaglia d oro per la resistenza e non merita e non deve tollerare il rigurgito fascista e la deviazione di stile cileno della polizia. Le cariche preventive di fronte ad inermi e le cariche di alleggerimento in tenuta antisommossa per proteggere fascisti che dovrebbero in vece essere perseguiti ci fanno pensare molto

  • Comunicato di solidarietà per i fogli di via al collettivo Eat The Rich

    Comunicato di solidarietà per i fogli di via al collettivo Eat The Rich

    …poi un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno che potesse dire qualcosa.

    Ci sono realtà politiche, tra queste CampiAperti, che pensano che occupare le case, gli spazi abbandonati, le terre incolte o malamente coltivate, sia giusto e sacrosanto.

    Se in un periodo della tua vita sei senza soldi, e oggi capita sempre più spesso, e non puoi permetterti di pagare un affitto cosa devi fare, andare a dormire sotto i ponti? Se hai famiglia occupare allora diventa addirittura un dovere oltre che un diritto. Cerca un posto abbandonato e entraci! Che danno puoi fare se quel posto era abbandonato, quali interessi puoi ledere che siano paragonabili all’infame condizione di non avere un tetto sulla testa?

    Sappiamo bene che occupare è un’azione illegale, ma per noi è assolutamente legittima. Purtroppo occupare è ancora illegale perché ancora si tollera l’intollerabile, cioè che gli interessi di una società di affari, ad esempio, sovrastino le necessità fondamentali di migliaia di persone con redditi bassi.

    Ma da alcuni anni in città c’è un’area politica sempre più presente e sempre più pesante che ha nel proprio programma la persecuzione sistematica di chi pratica le occupazioni: si tratta della procura e della questura di Bologna.

    Sembra proprio che la preoccupazione principale del gruppo di magistrati della procura e del questore Ignazio Coccia sia sradicare da Bologna chi ha un’opinione politica diversa da quella mainstream. Per Coccia & co. non esistono problemi di narcotraffico internazionale, di penetrazione delle organizzazioni malavitose nel tessuto politico e affaristico cittadino. Tutto questo è secondario rispetto a chi entra ad abitare le case vuote e abbandonate.

    Quanti soldi pubblici, quante risorse sono state sprecate per soddisfare questa ossessione dei cosiddetti tutori dell’ordine pubblico? Quanti soldi è costato lo sgombero dell’ex Telecom, di via de Maria, di villa Adelante? E quanto disagio ha prodotto?

    E’ noto che la strategia adottata verso i gruppi che promuovono le occupazioni è quella della persecuzione giudiziaria a corto raggio (ma ad alta efficacia): fogli di via sparati a raffica oppure inchieste giudiziarie roboanti (Fuoriluogo è stato un capolavoro in tal senso) che si risolvono invariabilmente, in sede di processo anni dopo, in un nulla di fatto. Ma spezzano le gambe e devastano la vita a chi viene preso di mira di conseguenza alle deportazioni forzate e ai mostruosi costi in avvocati.

    L’ultimo è il caso di Eat the Rich, in cui abbiamo raggiunto l’apice della tragicommedia con i fogli di via dati a persone residenti a Bologna. Non male anche il caso di chi ha avuto i denti spaccati da un agente in servizio, come se non bastasse, una denuncia per diffamazione dello Stato.

    Siamo onesti: questi signori con la pistola in mano e i codici nell’altra a noi stanno facendo molta paura. Esiste ancora una Bologna democratica capace di reagire a questi scandali?

  • Campi Aperti a Piazza Verdi

    Campi Aperti a Piazza Verdi

    Ormai a Bologna tutti ne parlano: Campi Aperti, dopo anni di attesa, di tentativi e richieste, conquista piazza Verdi.

    Già a partire da lunedì 5 giugno il mercato di piazza Scaravilli trasloca finalmente pochi metri più in là, nel cuore della zona universitaria.

    Doveva essere per noi una festa. Purtroppo però abbiamo scoperto solo a cose fatte che il nostro mercato, dalla terza settimana di giugno, verrà coinvolto dal progetto “Guasto Village“, un’operazione di rivitalizzazione estiva dell’area compresa tra piazza Verdi, largo Respighi e via del Guasto.

    Tante le ombre che accompagnano le luminarie allestite per l’occasione. Ignari di tutto, siamo stati inseriti nel contesto di un progetto caratterizzato, sì, da iniziative culturali e di intrattenimento, ma anche da un sistema di controllo degli accessi che di fatto renderà privata la piazza. Almeno questo par di capire dalle notizie riportate dai giornali bolognesi.

    Ecco, questa cosa non ci piace.

    Se il problema a piazza Verdi è il cosiddetto “degrado”, o l’immagine non proprio “da cartolina” che Bologna dà di sé, c’è da dire che simili misure di controllo non migliorano la situazione. Un luogo presidiato con transenne e bodyguards non è certo un bel vedere.

    Sarebbe anche ora di porre fine alla faciloneria con la quale si accomunano sotto la voce  “degrado” fenomeni quali microcriminalità, disagio sociale e abitudini di frequentatori che possono creare disturbo a chi abita l’area.  Il ripristino di un senso di sicurezza diffuso – se manca – passa attraverso la rivitalizzazione del tessuto sociale  e attraverso la riappropriazione dello spazio pubblico, favorendone un utilizzo libero compatibile con l’abitare.

    Transennare uno spazio pubblico certamente non ne aumenta la qualità. Piuttosto crediamo che aumentare i margini per l’autogestione di una piazza possa produrre benefici in termini di identificazione tra luogo e abitanti e di cura da parte di chi la attraversa. Non dunque promuovere misera fruizione commerciale, ma un territorio fatto di abitanti dello spazio pubblico.

    Il nostro mercato contadino, nel suo piccolo, intende contribuire in tal senso a produrre quel territorio di abitanti, attraverso l’aggregazione che è in grado di stimolare e attraverso un consumo consapevole.

    Finito il progetto “Guasto Village” (a settembre), noi saremo ancora lì, a contrapporre i nostri banchi e i nostri prodotti alla temporaneità di esperimenti di esclusività, provando ad aggregare intorno al semplice ma rivoluzionario gesto dell’acquisto.

    Saremo lì  come firmatari di un patto di collaborazione sottoscritto con il Comune di Bologna per l’uso di piazza Verdi come luogo di mercato, come spazio di inclusione, partecipazione e socialità. Nulla a che vedere con eventi spot che trasformano momentaneamente l’area in una gated community.

    Continuiamo a essere una rete di produttori contadini e coproduttori che seminano cambiamento e rispetto per la terra. Questa sgradita giustapposizione tra le nostre attività e una gestione securitaria dello spazio pubblico sapremo sicuramente scrollarcela di dosso.

    Vi aspettiamo tutti i lunedì pomeriggio dei prossimi 24 mesi, in piazza Verdi, fronte Teatro Comunale!

  • Moneta sociale a 20 Pietre

    Moneta sociale a 20 Pietre

    Lunedì 29 Maggio alle ore 21 presso la Nuova casa del Popolo 20 Pietre, in via Marzabotto 2,  presentazione del Grano – una moneta sociale a Bologna.

  • Quando un mercato contadino è un centro d’accoglienza costruiscono relazioni magiche…

    Quando un mercato contadino è un centro d’accoglienza costruiscono relazioni magiche…

    buongiorno a tutti,

    ci permettiamo di usare la lista, scusandoci se inappropriato, per fermare l’immagine ed il tempo.

    Il martedì, grazie all’interazione con il mercato Campi Aperti di Vag, il Centro di Accoglienza Beltrame vive esperienze…che a dir poco possiamo dire magiche.

    In questi due anni insieme abbiamo cominciato a conoscerci, a sperimentare, abbiamo aperto cancelli ed idee.

    Ora un gruppo di ospiti insieme al gruppo operativo del centro, OGNI MARTEDì si trasforma in team che organizza eventi, accoglie le persone che frequentano il mercato, assaporando un’atmosfera…SERENA, sentendosi…PERSONE TRA PERSONE, riassaporando bocconi di dignità.

    Crediamo sia davvero importante darvi questo rimando perché la potenza dei valori condivisi, l’energia che nasce dal mettersi fianco a fianco dei ragazzi del mercato con gli ospiti per collaborare, senza pensare solo alle fragilità (che a volte lo sappiamo richiedono mooolta pazienza!) ma guardando alle POSSIBILITA’ ….noi crediamo siano strumenti e risorse…difficili da spiegare a parole.

    Vi ringraziamo quindi per aver creduto in una relazione possibile con ciò che era un servizio per senza fissa dimora ed ora è…al vostro fianco ogni martedì per dimostrare che l’incontro ed il riconoscimento sono realmente possibili.

    alleghiamo giusto due flash di ieri sera e..speriamo di abbattere presto la rete che ancora ci divide!

    davvero a tutti…grazie…bellissimo!

    i condomini del Belletrame

  • MERCOLEDÌ 17 ORE 21 PRESENTAZIONE DEL “GRANO” A LABAS: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE

    MERCOLEDÌ 17 ORE 21 PRESENTAZIONE DEL “GRANO” A LABAS: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE

    Vogliamo provare a darci uno strumento di politica monetaria sociale che funzioni secondo i principi dell’autogestione: per costruire un’economia di giustizia, partecipazione e solidarietà, basata sulle relazioni e sulla fiducia…

    Vi invitiamo alla presentazione pubblica del Grano e del laboratorio bolognese per la moneta sociale mercoledì 17 maggio alle 21 al centro sociale occupato Labas, in via Orfeo 46 Bologna

  • IL GRANO: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE A BOLOGNA

    IL GRANO: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE A BOLOGNA

    IL GRANO: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE A BOLOGNA

    Il laboratorio sulla moneta sociale è un esperimento di auto-organizzazione popolare aperto, democratico e inclusivo. Vogliamo provare a darci uno strumento di politica monetaria sociale che nasce da realtà fondate sull’autogestione e dalle reti dell’economia solidale, che non vuole creare debito e che nasce senza scopo di lucro.

    • Perché una moneta sociale?

    Per costruire un’economia di giustizia, partecipazione e solidarietà, bastata sulle relazioni e sulla fiducia. Per mettere in discussione l’idea di ricchezza e il rapporto col denaro. Per far circolare in altri modi le risorse che già esistono nelle nostre comunità e per metterle in condivisione. Perché vogliamo sperimentare forme nuove di autogoverno comunitario.

    • Vi invitiamo ad allargare questa comunità in costruzione…

    Per presentare il progetto della moneta sociale e il suo funzionamento, il laboratorio bolognese invita tutte/i coloro che condividono il significato del progetto a partecipare a questa nuova sperimentazione, per ingrandire la rete di relazioni in cui far circolare questa nuova forma di scambio.

    • Vi invitiamo alle prime presentazioni pubbliche del Grano e del laboratorio bolognese per la moneta sociale!

    Venerdì 12 maggio alle 21 al Circolo anarchico Berneri, Piazza di Porta Santo Stefano 1

    circoloberneri.indivia.net

    Mercoledì 17 maggio alle 21 al Làbas Occupato, via Orfeo 46

    labasoccupato.com

    Lunedì 29 maggio alle 21 alla Nuova Casa del Popolo 20 Pietre, via Marzabotto2

    20pietre.wordpress.com

    Laboratorio bolognese per la moneta sociale. Solidarietà e Autogestione!

    https://grano.noblogs.org/

    grano@insiberia.net

  • Verbale Mercato 20 Pietre Aprile 2017

    Verbale assemblea di mercato 20pietre, aprile 2017

    Cambio orario:

    viste le diverse esigenze di alcuni produttori, si decide di continuare ad iniziare il mercato alle 17.00 fino a fine maggio, poi dal primo lunedì di giugno si inizia alle 17.30, fino alle 20.30.

    orari del mercato:

    come già deciso, si ribadisce che tutti i produttori sono invitati a rimanere al mercato fino alla fine dell’orario. Se per necessità occasionale si deve andare via prima, l’auto deve rimanere fuori dal cortile per il carico.

    Presenze al mercato:

    parlando di orari e spazi occupati dai banchi dei produttori esce il tema delle presenze e scopriamo che a luglio il mercato perderà nuovamente i formaggiai per almeno due mesi.

    E’ stato proposto di accedere alla lista di attesa per farne entrare dei nuovi, ma sono stati espressi pareri discordanti.

    Ne riparliamo ancora alla prossima assemblea di mercato.

    Pit Stpo Bebè:

    si valuta la possibilità di uno spazio fisso dedicato al pit stop bebè, che sia all’ombra, che non intralci l’ingresso delle auto per carico e scarico dei banchi, che non tolga spazio ai produttori che a breve dovrebbero rientrare al mercato.

    Si ipotizza una posizione centrale nel cortile, ma questa potrebbe creare difficoltà di movimento per le auto. Claudio è disponibile a valutare insieme la possibilità di allestirlo in un altro punto, pensando di risolvere il problema ombra, se necessario.

    Griglia ingresso piccolo:

    al prossimo incontro, chiediamo a 20pietre se è possibile valutare l’ipotesi di aggiustare la griglia per riaprire anche quel cancello, partecipando anche noi produttori alla spesa o ai lavori necessari.

    Richieste esterne:

    Linda del gruppo musicale “Fragole e Tempesta”, chiede se è possibile partecipare al mercato con un banchetto che offre tè marocchino.

    Le viene spiegato che, non essendo un produttore, è necessario almeno che l’idea sia inserita in un progetto sociale, che attualmente non c’è.

    Prossimi eventi:

    assemblea con il pubblico/co-produttori.

    L’idea, proposta da 20p e “fuori mercato” di collaborare insieme per creare un evento sui temi dell’agricoltura e dell’andamento del mercato stesso.

    Alcune idee: creare l’evento con un “aperi-cena-assemblea”; informare anticipatamente con un invito da distribuire a tutti che fanno la spesa; proporre un questionario da compilare?; l’evento potrebbe essere impostato sui temi raccolti dai questionari, oppure sulla presentazione dei produttori e delle realtà con progetti sociali che partecipano, o altro proposto da noi…

    si è ipotizzato di farlo entro inizio giugno.

    Sarà all’ordine del giorno della prossima assemblea.

  • Campi Aperti organizza 5 incontri di formazione e autoproduzione tutti i giovedì dal 27 Aprile

    Campi Aperti organizza 5 incontri di formazione e autoproduzione tutti i giovedì dal 27 Aprile

    ASSOCIAZIONE CAMPI APERTI PRESENTA:

    “L’arte del coltivare e mangiare sano” appuntamenti inFORMATIVI
    rivolti a tutti i cittadini sulla cura di sé, la sana alimentazione e
    il giardinaggio naturale.
    Parleremo di: riconoscimento e uso di piante spontanee per uso
    fitoterapico e alimentare,produzione e trasformazione degli alimenti
    di uso quotidiano realizzazione di piccoli orti per l’autoconsumo,
    gestione di terrazzi e balconi come piccole oasi verdi.

     

    DATE INCONTRI:

    1. orto in piccoli spazi: 27 aprile  ore 18.00
    2. saponificazione faida te. : 4 maggio ore 18.00
    3. erboristeria in pratica: 11 maggio  ore 18.00
    4. impastiAMO:laboratorio di pasta fresca: 18 maggio ore 18.00
    5.piante  psichedeliche: istruzioni per l’uso: 25 maggio ore 18.00

    GLI INCONTRI SI TERRANNO PRESSO XM: SPAZIO PUBBLICO AUTOGESTITO VIA
    FIORAVANTI 24 BOLOGNA.

    per info
    393/1212468 Silvia
    mail : info@campiaperti.org

  • Genuino Clandestino a Bologna: 21, 22 e 23 aprile

    Genuino Clandestino a Bologna: 21, 22 e 23 aprile

    Da tutta l’Italia per l’autodeterminazione alimentare.

    Cibo sano, ambiente pulito, economia giusta.

    nazionaleBO_cal01_fb

    VENERDI 21 APRILE
    ore 15.00 LABÀS: accoglienza presso Labas occupato
    via Orfeo 46, Bologna

    ore 17.30 ASSEMBLEA definizione degli incontri del sabato

    ore 21.30 PROIEZIONE del documentario Genuino Clandestino


    SABATO 22 APRILE
    ore 9.30 LABÀS: tavoli di lavoro
    ore 15.30: Tavoli tecnici sull’agricoltura contadina

    ASSEMBLEA PLENARIA

    Programma dei tavoli e informazioni tecniche: parcheggio, per dormire, info point, etc..

    Scarica il PDF con tutte le info


    DOMENICA 23 APRILE dalle 9.00 al tramonto XM24, via fioravanti 24 in Bolognina

    MERCATO CONTADINO E DELLE AUTOPRODUZIONI
    cibo di strada, laboratori, musica

    • Zuppa Cucinata collettiva per il pranzo coi prodotti della rete di Genuino Clandestino
    • Per fare un cesto .. Ci vuole un albero? Dimostrazione pratica di intreccio con piante coltivate e spontanee delle nostre zone, e piccolo laboratorio per chi vuole provare come si fa (bambini e adulti)
    • Preparazione di enoliti, i vini medicanti Dal metodo più antico di estrazione alcolica, le virtù delle piante da gustare. Nel laboratorio parleremo del valore storico e terapeutico degli enoliti; dimostreremo come si formulano con svariate piante ed un vino adeguato per ciascuna.
    • Laboratorio Artistico Realizzazione di un’opera con materiali naturali con il coinvolgimento degli studenti di Belle Arti

    informazioni:
    info@campiaperti.org
    genuinoclandestino.it
    campiaperti.org
    T. 333-3467642 – 3383922414 http://genuinoclandestino.it/

    http://www.ecn.org/xm24/wp-content/uploads/2017/04/volantino-mercato.jpg

    http://genuinoclandestino.it/evento/gc-incontro-nazionale-a-bologna/

  • Tavoli di confronto e dibattito di sabato 22 Aprile

    Tavoli di confronto e dibattito di sabato 22 Aprile

    Genuino Clandestino – Bologna 21 22 23 Aprile 2017 – presso Labàs occupato –

    Sabato 22 aprile – dalle ore 9,30 alle 12,30 – tavoli di confronto e dibattito su tematiche politiche riguardanti le comunità locali

    – Normative sanitarie su produzione e trasformazione agricola
    Negli ultimi decenni la guerra condotta contro i piccoli produttori si è manifestata in molte forme. Di queste una sicuramente di grande efficacia è stata la compressione della libertà di produrre reddito trasformando parte della produzione agricola aziendale. Autorizzazioni e libretti sanitari, HACCP, controlli, DIA, differite e non, ecc, altro non hanno rappresentato se non una perpetuazione nel tempo, sotto forme diverse, di impedimenti alla tradizionale occupazione del contadino: produrre cibo e alimenti destinati a nutrire se stesso e parte della comunità di appartenenza. Quanti di noi si sono infatti trovati di fronte a richieste talmente inaffrontabili di dotazioni strumentali e strutturali da dover abbandonare l’idea dell’avvio di una attività di trasformazione. A leggere i regolamenti europei del c.d. “pacchetto igiene”, però, pare che l’Europa sia molto meno intransigente e rigida di come ce la dipingono: deroghe; concetti di sufficienza, adeguatezza, necessità; limiti di inapplicabilità; dimensioni minime per l’applicazione di talune norme; ecc… tutti concetti che le nostre ASL e le nostre Regioni paiono aver perso lungo la strada della ratifica dei provvedimenti. E’ proprio vero? La via politica è quella maestra, ma, nel frattempo, cosa possiamo fare per applicare quanto a noi favorevole che non ci viene però concesso? E’ sempre necessario restare clandestini? Come siamo riusciti ad uscire da queste situazioni nelle nostre realtà? Fino al cambio di norma da noi auspicato, l’unica strada è la difesa e il mutuo soccorso contro le sanzioni o stiamo percorrendo altre vie? E il mutuo soccorso, come lo stiamo organizzando? Abbiamo intentato cause o ci siamo costituiti in giudizio contro sanzioni comminate alle aziende delle nostre reti? Insomma, come ci stiamo muovendo nelle nostre realtà per uscire dalla clandestinità? E ci interessa uscirne?

    – Monete sociali
    Da tempo alcuni nodi locali di Genuino Clandestino stanno ragionando sulla sperimentazione di monete sociali autogestite, mentre alcune ecoreti catalane stanno utilizzando varie tipologie di moneta sociale. All’attualità nelle Marche è stato avviato un progetto basato sul sistema delle “camere di compensazione”, mentre a Bologna è in fase avanzata il progetto di emissione del “Grano”, una moneta sociale cartacea locale.
    Nel tavolo cercheremo di fare il punto sugli esperimenti in essere e rispondere alle seguenti domande: cosa significa autogestione della moneta sociale? Può una moneta sociale consolidare in modo positivo le relazioni all’interno delle comunità locali? Può una moneta sociale diventare nucleo di attrazione verso le comunità autogestite? Quali sono le problematiche da affrontare e superare nella costruzione di una moneta sociale?

    – Empori e spacci popolari
    Nell’economia di mercato, il momento della distribuzione è la strettoia nella quale si incontrano i produttori da un lato e i consumatori dall’altro. Si tratta di una strettoia, perché oltre il 70% dei beni di consumo (alimentari e non) vengono venduti in supermercati e centri commerciali, ovvero nella rete della grande distribuzione organizzata. Poche catene di supermercati, concentrate in ancor meno centrali di acquisto, controllano le principali filiere alimentari globalizzate, determinano prezzi, tempi e modi di produzione e alimentano fenomeni di gravissimo sfruttamento dei lavoratori agricoli che sconfinano in forme di schiavismo. I lavoratori agricoli vedono compressi i loro redditi e i consumatori vedono ridotte le loro scelte alimentari. Nelle reti dell’economia solidale, si tende a sciogliere il nodo distributivo, attraverso la vendita diretta o con forme di distribuzione autorganizzata sul versante del consumo, generalmente su piccola scala e caratterizzate dalla gestione su base volontaria. Come creare luoghi stabili di distribuzione indipendente? Come allargare la rete distributiva autorganizzata? Empori cooperativi e spacci popolari possono essere la soluzione?

    – Formazione
    La formazione su questioni chiave relative alla sovranità alimentare ( dalla produzione di cibo nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente alla creazione di nuove reti di economia solidale) può essere un importante strumento di crescita per tutte quelle realtà che propongono pratiche di produzione e, in generale, stili di vita alternativi a quelli imposti dal capitalismo.
    Lo scambio di conoscenze infatti si propone come tema interessante da due punti di vista. Da un lato, può favorire la crescita di competenze tra i piccoli produttori attraverso la circolazione di saperi alternativi difficilmente reperibili all’interno dei canali di formazione/informazione propri dell’agricoltura tradizionale se non, a volte, inaccessibili a chi , provenendo da altri percorsi professionali, si vuole avvicinare al mondo dell’autoproduzione.
    Dall’altro la sensibilizzazione verso nuove pratiche di produzione e stili di vita può aumentare la consapevolezza tra i co-produttori e rinsaldare notevolmente la relazione tra città e campagna.
    Alla luce di queste considerazioni ci piacerebbe rispondere a queste domande:
    esistono realtà all’interno di GC che si occupano, tra le altre cose, di formazione ( intesa come autoformazione e formazione rivolta ai cittadini? Se si,come, con quali obiettivi e con quali risultati lo fanno? Può essere utile creare una rete capace di scambiare buone pratiche, progetti, competenze per moltiplicare/agevolare le occasioni di condivisione dei saperi? Se si, come si può strutturare? Attraverso quali metodi e con strumenti (anche informatici)?

    – Garanzia partecipata
    Da alcuni anni ci si confronta sulle varie prassi di garanzia partecipata delle nostre reti,con l’obbiettivo migliorare quello che facciamo e definire delle linee comuni.
    Questo il punto a cui siamo arrivati a Terni, forse utile per chi compie i primi passi in questa direzione e per non perdere la rotta.
    .Produttori che vogliono far parte della rete locale si presentano e compilano una scheda dettagliata della propria azienda (possibile confronto fra le schede utilizzate sul sito ?
    .La rete locale organizza una prima visita aperta a tutti ,ma con la presenza necessaria di produttori affini
    .Il gruppo che ha fatto la visita relaziona in assemblea ed è questa che accoglie i nuovi produttori
    .Mantenere un sistema di verifica nel tempo (da approfondire)
    .Per i prossimi incontri sarebbe utile un confronto fra le linee guida/regolamenti per settore (panificazione, allevamento, ortofrutta…) che le reti si sono date o che stanno cercando di costruire.

    – Lavoro
    Parliamo del nostro lavoro! Che posto ha il lavoro nel quotidiano? Chi investe nel lavoro come nuovo stile di vita da cosa è mosso? Il lavoro può essere una pratica politica di libertà? Il gruppo si confronterà sul tema del lavoro a partire dalle storie personali e da quelle raccolte per una ricerca sul campo condotta tra lavoratrici e lavoratori produttori delle Reti di economia solidale e dei Gas, dei mercati autogestiti di “Genuino clandestino”, dei Centri di sperimentazione autosviluppo.

    – Mutuo soccorso e autogestione delle emergenze
    Decine di terremoti ad alta magnitudo e migliaia di scosse minori squassano gli Appennini centrali fra l’Agosto 2016 e il Febbraio 2017. La prima scossa causa 300 vittime, le altre nessuna, ma i danni a edifici e infrastrutture sono continui e imponenti. A Ottobre gli sfollati dalle zone montane verso i campeggi sulla costa adriatica sono 25000 solo nelle Marche. Nei mesi successivi l’azione dello Stato è caracollante e inefficace. Incertezza su piani e risorse, disorganizzazione, incoerenze e ritardi sono i tratti distintivi della gestione del dopo-sisma. Questo abbandono dei territori viene percepito dalla popolazione alternativamente come una strategia deliberata o come una disfunzione della macchina statale. Comunque la si veda il risultato è lo spopolamento delle montagne. L’altra faccia della medaglia è lo spazio che si apre per iniziative dal basso, partecipate, condivise e autogestite. Nell’Autunno del 2016 la rete GC si attiva: i nodi locali di CampiAperti, Ecomercato, Genuino Amiatino, Mercato Brado, Terra Fuori Mercato, Mondeggi e SemInterrati si mobilitano. A Bolognola, un piccolo paese dei Monti Sibillini, allevatori e attivisti insieme costruiscono quattro stalle, senza aiuto né gestione dall’alto: questo è l’inizio di un percorso di autodeterminazione e dicooperazione fra la rete GC e chi vive e resiste nel territorio del cratere. Si apre un tavolo di discussione con gli abitanti del paese, molti dei quali allevatori e piccoli produttori. Si condividono idee e problemi, si discute di Garanzia Partecipata, si fanno piani e ipotesi per una Legge Contadina per la libera trasformazione dei prodotti da agricoltura contadina. I lavori sono in corso, ma i semi sono gettati: da questo accidente può nascere una liberazione. Discussione: emergenza e mutuo soccorso – come si è mossa la rete – breve report su terremoto e Bolognola; autogestione delle criticità – percorsi di autodeterminazione, come andiamo avanti?; oltre l’emergenza – come può intervenire la rete GC in supporto delle piccole economie contadine colpite da calamità naturali e sociali? Come può sostenere le lotte quotidiane di chi vuole vivere della terra?

    – Comunità a Supporto Agricoltura (CSA) e dintorni
    CSA (acronimo ci Community Supported Agricolture), cioè agricoltura supportata dalla comunità è qualsiasi forma di organizzazione dell’attività di produzione agricola e del consumo dei prodotti dell’agricoltura che si basa sull’alleanza fra contadini e consumatori. Quindi anche Campi Aperti e Genuino clandestino sono, di fatto, Csa.
    Come per Campi Aperti, per Arvaia Csa significa anche sovranità alimentare, dignità del lavoro contadino, un’agricoltura il più possibile in armonia con il territorio e che riduca la sua impronta ecologica. Rispetto ad altre forme di Csa, in Arvaia la produzione e distribuzione di ortaggi funziona con un meccanismo solidale di suddivisione fra i soci aderenti delle spese di produzione, che abbiamo mutuato dall’esperienza nordeuropea in particolare di Gartecoop, attiva nei dintorni di Friburgo in Germania.

    – Arti e mestieri
    Il nostro essere artigiani si vuole porre come azione complementare a quella dei contadini della rete di GENUINO CLANDESTINO. La riflessione inizia anche per noi dalla difficoltà di contestualizzarci nella realtà contemporanea. Non veniamo legalmente ne considerati ne tutelati
    In qualità di produttori che hanno fatto determinate scelte etiche.
    Possiamo creare una rete di comunità territoriali di artigiani volta a darci un’identità e delle pratiche collettive che ci salvaguardino nonostante la nostra posizione di relativa illegalità.
    L’equilibrio fra coerenza etica e sopravvivenza dell’attività artigianale è delicatissimo.
    Possiamo assumerci la responsabilità su tutta la filiera di ogni mestiere per tutelare la salute del pianeta e dei suoi esseri viventi, e i diritti e la dignità dei lavoratori.
    E proviamo a ragionare e scegliere: materie prime; -metodo produttivo; commissioni e creazioni; tipologia di mercato…
    Possiamo creare una definizione identitaria in cui riconoscerci pienamente, una sorta di disciplinare per poter mettere in pratica un’inclusività o meno ben giustificata e un metodo di controllo partecipato che renda la delicata faccenda chiara e condivisa…

    – Produzione artigianale/industriale-produzione agricola.
    Che cosa può mettere a disposizione dell’agricoltura contadina una fabbrica recuperata in autogestione e con vocazione ecologista? E così anche altre attività artigianali. Tra i gruppi di offerta è possibile contemplare piccole produzioni industriali e servizi al mondo contadino che escano dal mero scambio mercantile in un rinnovato rapporto città-campagna. Certo attrezzi agricoli prodotti su larga scala dall’industria globalizzata o ricambi di macchinari non sono alla portata, ma lavori artigianali per strumenti da recuperare (o da inventare, come ad esempio un micromaltificio) sì. Proviamo a discuterne.

    – La grande distribuzione del bio
    Da parecchio tempo è chiara agli occhi di tuttei la raffinata operazione di “green-washing” che attraversa il settore della produzione industriale di cibo ed i poteri che intorno ad esso si addensano. Non è casuale il continuo aumento di prodotti “a marchio bio” o “col bollino verde” sugli scaffali dei supermercati, né lo è lo strapotere di Oscar Farinetti ed il ruolo guida di Eataly nei processi di gentrificazione dei territori così come nelle operazioni di marketing politico che passano sempre più attraverso il cibo. Le sigle dell’associazionismo “ecologista” che nel 2015 hanno sostenuto l’Expo milanese seppur con qualche “è vero, ma..” sono parte integrante di questo problema: il modello di SlowFood proposto da Petrini non è meno pericoloso del modello dominante fatto di grandi catene industriali e mega supermercati, ci attacca ed interroga soltanto su un piano differente. Abbiamo la necessità di analizzare tutto questo e immaginare reazioni collettive e determinate a questo immaginario che mercifica il sapere contadino e monetizza la nostra vita nelle città.

    Sabato 22 aprile – dalle ore 15 alle 17 – tavoli tecnici sull’agricoltura contadina

    – Apicoltura
    E’ giusto cambiare regina tutti gli anni? E’ giusto spostare continuamente le arnie? E’ giusto fare nutrizione stimolante? E’ giusto livellare le famiglie? Quale cera usiamo? quali arnie?
    Linee guida per naturalizzare l’apicoltura razionale. Pensiamo a come ripagare il nostro debito nei confronti di api e natura dopo cento anni di allevamento sconsiderato

    – Erboristeria
    Principi che guidano gli erboristi gc: selvaticità, produzione artigianale e casalinga, ricette della tradizione…Reperibilità materie prime: cera d’api, oli, alcool, glicerina, ingredienti esotici.
    Utilizzo di ingredienti da laboratori industriali: come comportarsi? (lecitina, emulsionanti, tensioattivi, filtri solari, bicarbonato, acido citrico…). Prezzi minimi dei preparati. Tecniche di coltivazione, di raccolta selvatica, di trasformazione…Come comportarsi con la consulenza.

    – Allevamento
    Da millenni gli animali hanno accompagnato l’uomo e costituito parte insostituibile della vita rurale. Dalla produzione di cibo, alla difesa della casa, alla forza lavoro, gli uomini hanno sempre corrisposto per questi servizi preziosi, rifugio, alimentazione e cura. Una vera e propria forma di simbiosi. A seguito della industrializzazione della produzione di cibo, anche gli animali hanno perso la loro dignità e l’equilibrio del rapporto tra uomo e animali si è incrinato, così come quello tra allevamenti e territorio, fino ad arrivare allo stato attuale, dove concentrazioni sempre più elevate di animali in spazi relativamente angusti producono inquinamento, sofferenze, maltrattamenti e folle consumo di risorse. In tutto questo un ruolo centrale lo ha avuto il sistema commerciale che pretende materie prime a bassissimo costo per massimizzare i profitti della rete distributiva e delle fasi intermedie della filiera. E’ possibile ricostruire un sistema meno violento? Probabilmente si. Ma quali sono le condizioni? Filiere di alimentazione, gestione dell’allevamento, selezione delle razze, trasformazione, accesso al mercato, ecc… A partire dal confronto delle linee guida/regolamenti delle diverse reti, relative alla zootecnia ammessa ai mercati, vorremmo giungere ad un canovaccio condiviso, che fissi dei punti comuni sui quali convergere e farne il nucleo di una campagna di resistenza collettiva all’aggressione alla nostra salute e al pianeta che ci ospita. Invitiamo le reti a far circolare le linee guida/regolamenti/norme definite a livello locale, in modo da poter avviare il confronto prima dell’incontro di aprile e rendere quel momento il più produttivo possibile.

    – Viticoltura
    Lavorazioni del terreno o inerbimento e tipi di terreno sui quali le rispettive pratiche vengono praticate. Tipologie di concimazione (nessuna, sovescio, letame, fogliare ecc..)
    Difesa fitosanitaria: quali prodotti utilizziamo (zolfo, rame, bentonite ecc..) quali alternative sono state sperimentate ( propoli, micorize, ecc..), risultati ottenuti. Difesa da piralide, tignoletta, scafoideo (vettore della flavescenza dorata) e sostenibilità dei trattamenti di difesa (piretro ecc..). Se avanza del tempo: sistemi di potatura allevamento in correlazione alle tipologie, ai terreni e alle zone di produzione.

    – Panificatori
    Grani antichi: opportunità e problematiche.
    I grani antichi stanno ricomparendo dopo mezzo secolo di abbandono. Una probabile risposta ad una cerealicoltura tutta basata sull’uniformità, sulla produttività e sulla chimica che ha portato migliaia di persone a soffrire di intolleranza al grano e all’azzeramento della biodiversità in campo.
    Oggi diverse aziende stanno riprovando a seminare varietà dimenticate. Perché questa scelta? Quali vantaggi? Ma anche quali problemi? Dove reperire i semi? Monovarietà o miscugli evolutivi?

    – Orticoltura e sementi
    Chi coltiva ortaggi e cereali in agricoltura biologica deve scegliere quale semente utilizzare, le scelte sono molto diverse, come diverse sono le implicazioni tecniche che comportano, e sono scelte particolarmente delicate per chi fa agricoltura professionale. Si può scegliere tra l’acquisto di semente dai cataloghi o l’autoproduzione, tra l’uso di varietà tradizionali, o varietà migliorate, o i più moderni ibridi. Recentemente alcuni di noi stanno iniziando a sperimentare la costituzione di miscugli di semente di diversa provenienza, al fine di costituire le cosiddette “popolazioni evolutive”, secondo la proposta del genetista Salvatore Ceccarelli. Nel tavolo di lavoro vorremmo condividere le esperienze maturate negli anni dalle diverse realtà agricole.

    – Frutticoltura
    I nuovi parassiti e nuove minacce delle piante da frutto: drosophila suzukii matsumura; halyomorpha halys; popillia japonica. Biologia, abitudini, diffusione. Tecniche di lotta biologica e
    nuovi scenari.

    – Olivicoltura
    Questione della xilella. Nuove tipologie d’impianto che cominciano a diffondersi anche in Italia. Cambiamenti climatici e mosca delle olive. Ma i temi potrebbero essere anche tanti altri, ad esempio, perché molti fanno fatica a vendere il proprio olio quando in Italia si produce meno olio di quanto se ne esporta? Come calcolare il giusto prezzo dell’olio? Come si declina la produzione dell’olio rispetto alla garanzia partecipata? Quali pratiche sono ammesse, tollerate o fuori da confini della garanzia partecipata. Possiamo pensare ad un sistema di rete dell’olio GC che interagisca creando spazi per tutti coloro che si riconoscono negli obiettivi di un sistema di garanzia partecipata?

  • Sperimentare, costruire e diffondere l’autogestione in nuove forme di aggregazione sociale.

    Sperimentare, costruire e diffondere l’autogestione in nuove forme di aggregazione sociale.

    Verso Genuino Clandestino Bologna – Aprile 2017 –

    Il disastro ecologico –
    Il riscaldamento globale costituisce una minaccia al futuro dell’umanità intera. Eppure questo dato, nella sfera della politica istituzionale a livello sia locale che globale, è ignorato, negato o minimizzato. Il riscaldamento globale è solo la maggiore delle minacce di un sistema di produzione e dominio che sta trascinando il pianeta verso l’ecocidio.
    Ma nella società esiste una consapevolezza diffusa della gravità della situazione e della necessità di reagire, e che non è sufficiente ridurre questa reazione a scelte individuali di consumo responsabile o di produzione sostenibile.
    E’ necessario costruire urgentemente una dimensione politica che sviluppi pratiche e proposte che vadano in direzione fermamente contraria alle dinamiche di devastazione ambientale: difesa e sviluppo dell’agricoltura contadina, produzione biologica di prossimità, riduzione e azzeramento nella produzione dei rifiuti, redistribuzione del patrimonio genetico agricolo e difesa della biodiversità, opposizione al modello industriale di coltivazione e allevamento, riduzione di tutti i sistemi produttivi che causano massicce emissioni di gas serra e di inquinanti ambientali. La ricerca di un nuovo equilibrio con la Madre Terra: questa è la nostra priorità!

    Il disastro economico.
    La crisi economica dei paesi occidentali mostra di non avere prospettive di soluzione anche ai più ottimisti. I meccanismi del capitale nazionale e transnazionale producono ormai da decenni un impoverimento progressivo delle popolazioni e un aumento delle disuguaglianze. A queste dinamiche di collasso corrispondono segnali sempre più frequenti di imbarbarimento e intolleranza: le guerre tra poveri, le guerre contro i poveri sono all’ordine del giorno. La mistificazione delle cause reali della crisi e la mancanza di consapevolezza incrementano il livello di isolamento, frustrazione e isteria dei singoli.
    Il nostro percorso punta a sperimentare e diffondere nuove forme di organizzazione del lavoro e della produzione, basate sull’autogestione, sull’organizzazione antigerachica, sulla cooperazione sociale, che permettano alle comunità di attuare le proprie scelte nell’ambito della produzione, del consumo, dell’utilizzo delle risorse e dei beni comuni.

    Il disastro sociale e umano.
    Migliaia di persone che affogano nel mediterraneo mentre cercano una vita diversa. Una campagna d’odio nei confronti dei/delle migranti che si sta incancrenendo nelle pieghe profonde della società. Occorre ripartire dalla consapevolezza che gli stati nazione sono il principale strumento di questa violenza, che rischia di peggiorare ulteriormente trascinando l’umanità verso il disastro di conflitti sempre più estesi: abbattere le frontiere, estinguere gli eserciti, costruire un altro sistema dal basso, radicalmente democratico e inclusivo!

    La necessità di reagire.
    Ecocidio, patriarcato, omofobia, razzismo, sfruttamento, povertà, fame, disuguaglianze, guerre, sono aspetti interconnessi di un sistema. E per questo non possono essere affrontati singolarmente, senza una prospettiva di cambiamento sistemica.
    Occorre trovare alternative praticabili e coerenti: avviare la costruzione di una dimensione politica alla ricerca di modalità di esistenza in equilibrio con la natura, di nuove forme di economia e di aggregazione sociale basate sulla solidarietà e la partecipazione, di costruzione dal basso di comunità territoriali realmente democratiche e antigerarchiche.