Categoria: Primo Piano

  • Guerra e grano, falsa retorica

    Come Campi Aperti ci uniamo ad Associazione Rurale Italiana per fare chiarezza rispetto agli allarmi lanciati dal mondo agroindustriale sull’attuale crisi bellica in Europa dell’Est. E’ stato già sottolineato da ECVC, il  Coordinamento Europeo Via Campesina, che la guerra sta venendo usata come leva per annullare le poche buone conquiste ambientali e sociali della nuova PAC e delle strategie europee (QUI il comunicato).

    Ma quale peso ha realmente l’import-export da Russia e Ucraina? 
    Quali paesi fragili a livello alimentare sono più a rischio?
    A chi giova questa crisi, e chi sta speculando sul rialzo dei prezzi del grano?
    La sovranità alimentare dell’Italia e dell’Europa è a rischio a causa della guerra o di scellerate politiche a favore di pochi?

    Leggete e diffondete il nostro documento di analisi per scoprire di più su quella che si configura come una crisi industriale, più che come una crisi alimentare.

    Ripubblichiamo il testo dell’analisi:

    LA LOGICA DELLA BORSA NERA E IL “NON FACCIAMO MANCARE IL PANE AGLI ITALIANI


    NOTA INFORMATIVA A CURA DI ARI ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA
    12.03.2022


    E’ vero, la guerra non fa sconti a nessuno, moltissimi soffrono e piombano nella povertà e pochi si arricchiscono in modo insperato. La barbarie si concentra nella guerra producendo atti terribili che sono immaginabili commessi da esseri umani. Tra i più terribili c’è quello di creare la penuria, gridare alla penuria, per poi vendere il cibo a borsa nera.
    Per fare il pane serve la farina, cioè il grano, e per produrre carne e latte nei grandi allevamenti industriali serve il mais. Allora vediamo a che punto siamo con i dati aggiornati al 11.3.2022 (fonte: http://www.amisoutlook.org/).


    1. Manca il grano nel mondo o in UE?
    La produzione di grano del 2021 è ancora proiettata vicina al record della stagione precedente, poiché le revisioni al ribasso per la produzione nell’UE, in Iraq e in Paraguay sono bilanciate da un’ulteriore revisione al rialzo per la produzione dell’Australia.
    L’utilizzo nel 2021/22 è destinato ad aumentare dell’1,5% rispetto al 2020/21, nonostante una correzione al ribasso questo mese che riflette in gran parte il minore utilizzo in India a causa delle maggiori esportazioni.

    Il commercio nel 2021/22 (luglio/giugno) è previsto ad un livello record ed è stato aumentato questo mese grazie ad una domanda maggiore del previsto dal Kazakistan e dall’Arabia Saudita, e a vendite più alte del previsto da Australia e India.
    Le scorte (per il 2022) sono ora previste leggermente al di sopra dei livelli di apertura dopo una revisione al rialzo questo mese, soprattutto nell’UE, a causa di una revisione dei dati storici di produzione e di esportazioni inferiori previste”. (fonte: http://www.amisoutlook.org/)

    Vale la pena di ricordare che, con le previsioni al 3 marzo 2022, solo il 25% del grano prodotto sarà commercializzato a livello globale.


    2. Manca il mais?
    La produzione di mais nel 2021 è aumentata grazie alla maggiore produzione prevista in India e nell’UE, ed è ancora prevista verso un livello record, il 3,7% al di sopra della scorsa stagione.
    L’utilizzo nel 2021/22 è aumentato marginalmente m/m e si prevede un aumento del 2,6% rispetto al 2020/21, spinto in gran parte da un maggiore uso industriale e di mangimi.
    Il commercio nel 2021/22 (luglio/giugno) dovrebbe ancora scendere al di sotto del livello del 2020/21, dell’1,7%, nonostante una correzione al rialzo questo mese sostenuta da importazioni ed esportazioni più elevate da parte dell’UE.
    Le scorte (per il 2022) sono aumentate grazie a stime più alte per l’UE e l’India, derivanti da revisioni della produzione, che aumentano ulteriormente l’aumento previsto delle scorte globali sopra i livelli di apertura al 3,3 percento (fonte: http://www.amisoutlook.org/).
    Solo il 15 % del mais prodotto a livello mondiale, alla data del 3 marzo 2022, sarà venduto sul mercato mondiale.

    3. Mancano le materie prime?
    E’ prevedibile come sostengono in molti “una forte mancanza di materie prime agricole”? Chi subirà questa mancanza? Quali paesi? Quali industrie? Quali settori? Quali sistemi di produzione agricola? Dobbiamo rispondere a queste ed altre domande se vogliamo separare “il grano dal loglio”


    La mancanza di materie prime sarà lieve e di facile riaggiustamento per la UE come tale visto che questa è il primo esportatore mondiale di prodotti dell’agroalimentare. L’UE ,I dati che seguono sono dell’organizzazione Mondiale del Commercio (OMC):https://www.wto.org/english/res_e/statis_e/wts2021_e/wts21_toc_e.htm copre il 36,3% delle esportazioni agroalimentari, mentre gli USA solo il 9,5%. Tra il primi dieci paesi esportatori non figurano né Russia né Ucraina.
    Però la UE è anche il primo paese per importazione di prodotti agroalimentari con il 32.4% del totale, seguito dalla Cina con l’11,7%. La Russia si colloca all’ottavo posto con un modesto 1,6%.
    Più in dettaglio, se diamo uno sguardo al solo commercio internazionale di prodotti alimentari, questi sono i dati. La UE è la prima economia esportatrice con il 36,3% del totale, seguita dagli USA con il 9,2%. Tra i primi 10 non figura né la Russia né l’Ucraina. Le importazioni di prodotti alimentari sono così suddivise. La UE realizza il 33%, gli USA il 10,3% seguiti dalla Cina con il 10, 1%. La Russia, sempre in ottava posizione, con un 1,8% (stime del segretariato dell’OMC, fonte dei dati).


    Detto diversamente, il mercato globale dei prodotti agroalimentari e dei prodotti alimentari è saldamente nelle mani della UE, grazie a 50 anni di PAC che hanno finanziato a piene mani l’agricoltura industriale che fornisce materie prime a costi ridotti all’industria agroalimentare che rafforza così la sua capacità di competere sul mercato mondiale, spesso operando con
    modalità di dumping verso le produzioni dei paesi terzi.
    “Prima del conflitto, la FAO prevedeva che l’Ucraina avrebbe esportato circa 6 milioni di tonnellate di grano tra marzo e giugno 2022, e la Federazione Russa avrebbe esportato 8 milioni di tonnellate durante questo periodo. Ciò rappresenta circa il 7% del commercio mondiale totale di grano nel 2021/22, che è previsto dalla FAO a 194 milioni di tonnellate”
    (fonte: Extraordinary Meeting of the G7 Agriculture Ministers 11 March 2022 “GLOBAL FOOD MARKETS AND PRICES” Rome, 2022 Presentation by DirectorGeneral QU Dongyu Rome, 11.03.2022).

     

    E facciamola finita di scrivere che l’Ucraina è il primo esportatore di grano e senza il grano russo il mondo sarà alla fame.

    La somma delle esportazioni di grano di questi due paesi al massimo, nel 2021, ha rappresentato il 30% del mercato globale del grano che, però come ricordato, è solo il 30% del 25% del grano prodotto, cioè realmente l’esportazione di grano di questi due paesi rappresenta solo il 7,5% del totale della produzione mondiale di grano !

    4. E l’Italia?
    Si penserà che in questo quadro globale ed europeo, l’Italia sia messa differentemente, cioè sia in totale dipendenza dal mercato globale.
    Possiamo notare che se c’è dipendenza del sistema agroalimentare nazionale questa è di vecchia data. In effetti l’Italia attualmente produce circa l’8085% delle risorse alimentari necessarie a coprire il fabbisogno dei propri abitanti” (MIPAAF, 2015). In altre parole, la produzione nazionale copre poco più dei consumi di tre italiani su quattro.
    Molti sono i motivi, primo fra tutti la spinta continua alla specializzazione, la morte delle piccole e medie aziende agricole, il finanziamento pubblico all’esportazione di alcuni prodotti e, drammaticamente, la continua erosione dell’uso agricolo della terra distrutta dai processidi artificializzazione.
    E’ incontestabile che “Quasi 50 paesi dipendono dalla Federazione Russa e dall’Ucraina per almeno il 30% del loro fabbisogno di importazioni di grano. Di questi, 26 paesi si riforniscono di oltre il 50% delle loro importazioni di grano da questi due paesi” ( FAO, citato).
    Tra questi 50 paesi non c’è l’Italia. “…le quantità residue (di grano, ndr) per il resto del mondo sarebbero comunque sufficienti per arrivare all’inizio del prossimo raccolto in estate. Sono dati dei Consorzi Agrari d’Italia (Cai) in base alle proiezioni del Dipartimento per l’Agricoltura statunitense (fonte: https://www.quotidiano.net/economia/laguerradel
    granolitaliarischiadirimaneresenzapaneepasta1.7445942 ).


    Allora, se non c’è penuria, perché assistiamo ad un aumento continuo del prezzo del grano e, di conseguenza a quelli già annunciati di pane, pasta, prodotti da forno?
    L’aumento del prezzo del grano e, più in generale, la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, sono un fenomeno stabile ormai come risultato di decisioni politiche non di questi giorni: liberalizzazione dei mercati e natura dei contratti che sono già da tempo praticati nel commercio mondiale di questi prodotti. Ci sono luoghi deputati a questo commercio globale che fanno da riferimento, la più famosa Borsa di Chicago2 e la seconda, per importanza, in Parigi, NyseEuronext3, anche questa con una forte attività in “European Durum Wheat Futures4.. I prezzi negoziati in questi spazi finiscono per scaricarsi sul
    commercio internazionale del grano o delle altre commodity agricole e da questo rimbalzano o meglio si abbattono sui mercati interni dei paese, con un’anomalia particolare: questi valori non hanno un effettivo riferimento all’andamento delle produzioni. Paesi che pur hanno una scarsa dipendenza dal mercato mondiale vedono aumentare i prezzi interni a
    causa della loro debolezza negoziale e dal tipo di concentrazione che esiste nella catena del valore relativa al mercato interno di un singolo prodotto. Il caso esemplare è stato nel 2008 quello del prezzo del riso in Indonesia, paese poco dipendente dal mercato globale del riso, in cui però il prezzo ai consumatori del riso seguiva l’andamento del prezzo mondiale del riso che in soli 3 mesi, per effetto della speculazione, era stato moltiplicato per 4.

    La speculazione finanziaria sulle materie prime agricole.
    “Rispetto alle tre dimensioni presenti nel prezzo di una materia prima agricola (qualità, spazio e tempo), il mercato future valorizza solo la dimensione temporale, permettendo agli operatori di negoziare transazioni che, come detto, verranno eseguite in una data futura… Le parti, nella sostanza, possono trattare solo il prezzo…

    Acquistare un contratto future (es. di frumento) ad un certo prezzo prendere una posizione long implica assumersi l’obbligo
    di ritirare una determinata quantità e qualità di frumento, ad una data futura, anch’essa definita, in un luogo ed in un magazzino predeterminato, e di pagare, a scadenza, il prezzo convenuto…”.
    Si dirà: è normale che i prodotti agricoli si possano “comprare sul campo” ma nei contratti “futures” esiste un’anomalia fondamentale: questi contratti non prevedono necessariamente la consegna del bene quando sono risolti tra due operatori, grazie all’ invenzione” della Clearing House (=CH). “La standardizzazione del contratto e l’interposizione della CH costituiscono le due innovazioni che hanno plasmato i contratti future rendendoli strutturalmente diversi dai forward, che pure ne costituiscono la matrice originaria. I future, proprio perché altamente standardizzati e non più bilaterali, da contratti Otc6 hanno così potuto trasformarsi in un titolo finanziario facilmente negoziabile e, come tale, cedibile ad altri”7. Cioè sono diventati il prodotto dell’“industria finanziaria “e quindi della speculazione senza controllo.
    In altre parole: si compra un contratto futures per l’acquisto di grano differito e poi si rivende il contratto lucrando o perdendo sulla differenza tra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita del contratto, senza muovere un chicco di grano. E così chi ricompra il contratto lo potrà rivendere, via via fino che un giorno, magari con il prezzo del grano aumentato di molto, chi importerà il grano in Libia , in Burkina o in Eritrea o in Italia pagherà quel grano a quel prezzo finale, artificialmente alto , senza più un legame tra domanda e offerta.
    In aggiunta è stato codificato un altro meccanismo. “Ad esempio si è diffuso il ricorso a contratti “a premio” in cui il prezzo convenuto per un derivato industriale (la farina) è indicizzato alla quotazione future della materia prima agricola (il frumento tenero)”.
    Ed ecco che il pane costerà caro, ma di certo non perché manchi la farina.

     

  • Con la peste suina, i piccoli allevamenti biologici vengono chiusi a forza

    Con la peste suina, i piccoli allevamenti biologici vengono chiusi a forza

    Noi contadini, piccole e medie aziende agricole biologiche, ci arrabattiamo e facciamo i salti mortali per riuscire a sopravvivere pur di offrire alla collettività i nostri prodotti, sani e di qualità, che portiamo nei mercati cittadini. Siamo tante piccole realtà dislocate nel territorio, dalla pianura alla montagna. Per la maggior parte dei casi, mossi da una scelta di vita, nata dalla passione e dedizione per il nostro lavoro.

    Ma è arrivata la Peste Suina?

    Fin qui sembra quasi una favola commovente, poi però arriva la Peste Suina Africana, uno dei tanti orchi dei nostri giorni. E questo orco, porta con se tanti gendarmi pieni di pergamene che impartiscono ordini, e questi ordini vanno rispettati, pena multe salate!

    Per farla breve e senza troppa poesia: è arrivata la peste suina africana in Italia, per ora confinata in Liguria. La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale. Non esistono vaccini né cure. Fortunatamente, noi esseri umani non siamo sensibili alla malattia. Uniche vittime i suini.

    Una lunga serie di regolamenti nazionali e regionali stabiliscono le misure che gli allevatori debbono adottare per limitare il diffondersi della malattia tra gli animali selvatici (cinghiali), e per evitare che questi, entrando in contatto con suini allevati, possano contagiarli e di conseguenza creare un enorme danno socio-economico.

    Vediamo cosa succede in casa nostra

    la peste suina in Emilia Romagna non c’è.

    Per fortuna! Diciamo noi, visto l’alto numero di allevamenti industriali che ospita la nostra regione!

    In Emilia Romagna ci sono anche tanti piccoli allevamenti biologici, familiari e/o commerciali.

    Ovviamente questi allevamenti devono essere dotati di recinzioni che rispettano norme di biosicurezza, (Regolamento n° 1248 in vigore dal 2018)

    E cosa succede a questi piccoli allevamenti, in questo frangente?

    La regione ordina:

    1. Nonostante l’assenza della malattia in regione, nonostante sia presente la recinzione che rispetta le norme di biosicurezza, i maiali devono essere rinchiusi e non lasciati pascolare.

    2. Nel caso che l’azienda non abbia la possibilità di rinchiudere gli animali, entro pochi giorni dalla notifica regionale, questi devono essere macellati anche se indenni dalla malattia e sani.

    3. Dopo la macellazione e per un periodo di almeno sei mesi queste aziende non possono ricominciare l’allevamento.

    Macellare animali sani… chiudere i piccoli allevamenti biologici… creare un danno economico a queste aziende…

    Cosa vorranno mai dire queste imposizioni, nonostante l’assenza della malattia in regione? Che voglia dire che la regione ha maggiore interesse (economico e politico), a tutelare e garantire gli allevamenti industriali?

    Le industrie regionali, hanno firmato contratti di vendita di carni suine, per i quali “garantiscono l’indennità da peste suina” ai paesi acquirenti extra europei. E per questa “garanzia di indenne da peste suina” come si fa?

    Senza troppo preoccuparsi di chi non ha potere contrattuale, si taglia la testa al toro! Si eliminano alla radice i piccoli allevamenti biologici, quelli con spazi all’aperto in cui gli animali possono entrare in contatto con i selvatici!

    Le azioni che pensiamo si debbano fare

    Noi pensiamo che i piccoli allevamenti biologici siano il futuro per un umanità in cerca di rispetto per la natura e di equilibrio con la biosfera. Non possiamo pensare di continuare ad allevare togliendo agli animali il contatto con la terra, la luce, la vegetazione, gli elementi naturali. Il sistema industriale di allevamento genera un enorme sofferenza per tutti, umani ed animali, e si rivela sempre più insostenibile e non in grado di garantire una vera sicurezza alimentare. Per questo dobbiamo pensare di ridurre il consumo di carne nelle nostre diete, aumentando la qualità e la sostenibilità dei prodotti animali che consumiamo.

    Riteniamo sia una grande ingiustizia sacrificare i piccoli allevamenti biologici per salvaguardare il sistema industriale di produzione della carne. La Regione Emilia-Romagna deve attivare urgentemente politiche di salvaguardia delle piccole aziende zootecniche sostenibili da affiancare alle misure di contenimento della malattia. E iniziare a ragionare seriamente sulla transizione ecologica del comparto agroalimentare.

    Rete per la Sovranità Alimentare dell’Emilia-Romagna

    Qualche notizia in più: info dal sito EFSA

  • Un saluto a Gustavo Esteva

    Un saluto a Gustavo Esteva

    Ci ha dato parole di cambiamento e dolorose, insieme ad una analisi economico politica  crudele.

    Ci ha spinto a cambiare.

    Purtroppo ci ha lasciato qualche giorno fa, dopo aver fatto grandi cose per il mondo intero, tra le tante,

    ha fondato l’ Universidad de la Tierra in Oaxaca.

    Qui lo ricordiamo quando lo abbiam incontro nel 2013 ad XM24, durante uno dei Mercoledì della bolognina.

    Gustavo Esteva – Crisi sociale e alternative dal basso. Difesa del territorio, beni comuni, convivialità.

    Gustavo Esteva – Crisi sociale e alternative dal basso. Difesa del territorio, beni comuni, convivialità. from Annestus Srd on Vimeo.

    LINK VIDEO https://vimeo.com/690422105

    LINK AUDIO INTEGRALE https://www.arkiwi.org/path64/WE0yNC9NZXJ5WE0vYW50aXN0YXNpcw/html

  • Economia di Comunità, cercasi!!

    CO-PRODUTTRICI e CO-PRODUTTORI
    al centro di un nuovo strumento di sostenibilità condivisa
    Avete già fatto una scelta precisa, dando luogo ad una piccola economia di comunità che applica il prezzo giusto agli alimenti al posto della speculazione del mercato, un accordo diretto fra co- produttore e produttore, secondo le nostre condizioni (100% bio, 100% prodotto proprio, rispetto della dignità del lavoro nei campi).

    Tenete in vita le realtà agricole di Campi Aperti, scegliendo di comprare nei nostri Mercati, per motivi etici, legati alla salute, ambientalisti, sociali, visionari, politici… non ultimo, per la qualità superiore del prodotto fresco!

    I vostri corpi riempiono la piazza del mercato dandole vita, fate parte dell’atmosfera, dell’evento, della comunità.

    Magari siete già parte attiva di Campi Aperti come soci@ e date energia al grande motore collettivo che ci spinge avanti.

    Per essere una comunità veramente interdipendente produttore/coproduttore, potente e orizzontale, ora siete coloro che vorremmo RITROVARE, INVITARE, POTENZIARE.

    Ritrovare, perché Campi Aperti esiste attualmente grazie ai contributi economici dei produttori, ma non è più sufficiente.

    Invitare, perché vorremmo dar luogo ad un nuovo strumento finanziario, più equilibrato, e più efficace, dove il co-produttore aggiunge un po’ delle risorse che ha alle risorse del produttore per rafforzare la comunità… verso la sovranità alimentare! Verso un altro sistema di mercato, verso un altro sistema di produzione agricola che tuteli i terreni, le acque, l’aria e la vita umana ed animale. Verso una piazza di mercato che brulica, che dà vita e idee, che ispira.

    Potenziare, perché vi chiediamo un impegno gestibile e sostanziale.

    Vi chiediamo di sottoscrivere una erogazione liberare continuativa in cui dedicate a Campi Aperti 90€ all’anno (o di più se potete!) attraverso un bonifico pre-programmato annuale, bimestrale o trimestrale, fino a revoca.
    Non è una donazione ma una compartecipazione, una quota su cui il bilancio di Campi Aperti può contare per sostenere l’impegno dell’associazione, su cui l’economia di comunità può veramente costruirsi.

    Qui, potete trovare il modulo ad hoc: Modulo da compilare per l’economia di comunità (PDF)

    Siete già convintз ? Contattateci! info@campiaperti.org, 347.4083255 oppure 329.2465876.

    Avete delle domande? Contattateci! info@campiaperti.org, 347.4083255 oppure 329.2465876.

  • Chiusure ed aperture festive dei mercati

    Chiusure ed aperture festive dei mercati

    ‼ Aperture e chiusure festive dei mercati contadini ‼
    Carə, vi lasciamo le giornate di chiusura e di apertura dei mercati durante queste festività.
    👉🏼 Questa settimana ci troverete al Paolo Fabbri – Mercato CampiAperti ed a Gobetti.
    👉🏼 Dal 3 gennaio all’8 gennaio, invece, ci trovate in Piazza Verdi, al Paolo Fabbri (forma ridotta), al Portazza – mercato di CampiAperti ed al CampiAperti int al Pradel.

  • Campagna Tesseramento 2022

    Campagna Tesseramento 2022

    Tesseramento
     
    Carə, l’attesa è finita: è partita la Campagna Tesseramento 2022 di Campi Aperti.
     
    Potrete tesserarvi per ora, online qui: tesseramento online, e da gennaio nei banchetti che troverete in alcuni mercati!
     
    Quest’anno potrete fare una tessera base, dal costo di 7€, ma anche decidere di dare ancor più valore a due progetti dell’associazione come il tutoraggio senza prestito e il mutuo soccorso con un finanziamento, indicativo, di 10€ (scegliendone uno specifico oppure destinando 50 e 50), oltre la tessera base.
    Questi i progetti: Mutuo Soccorso e Tutoraggio Senza Prestito
    Il primo ha associata, anche, la scuola contadina, in un prossimo articolo ne parleremo meglio! 😉
    Il secondo è un sostegno formativo all’aspetto economico delle aziende:
    Non vi resta che tesserarvi o informarvi sui nostri social!
    #sostieniCampiAperti

  • Genuino Clandestino a Napoli – 20 e 21 novembre!

    Genuino Clandestino a Napoli – 20 e 21 novembre!

    La rete Genuino Clandestino organizza una due giorni dedicata alla sostenibilità, alla sovranità alimentare, alla tutela dei territori, allo scambio e alla condivisione. L’incontro internazionale si terrà a Napoli dal 20 al 21 novembre.

  • Firenze-Modeggi “Marcia per la Terra” 17-18-19 Settembre

    Firenze-Modeggi “Marcia per la Terra” 17-18-19 Settembre

    Venerdì 17 settembre  2021  l’incontro nazionale delle Associazioni aderenti alla Campagna per l’Agricoltura Contadina
    L’incontro è particolarmente importante: nel mese di maggio per la prima volta la Camera dei Deputati ha approvato il testo delle “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell’agricoltura contadina” e dal mese di settembre prevediamo l’avvio della discussione presso la Commissione Agricoltura del Senato per l’approvazione definitiva.

    Ordine del Giorno dell’incontro:
    Discussione in merito al testo del Disegno di Legge per definire indicazioni/proposte da rivolgere ai parlamentari e portare alle audizioni in Commissione;
    Riorganizzazione della struttura interna della Campagna Agricoltura Contadina:
    Definizione dei Gruppi di Lavoro, Coordinamento, persone che vi lavorano;
    Prospettive politiche della Campagna Agricoltura Contadina: iniziative collaterali di sostegno, possibile ruolo successivo ad una eventuale approvazione della Legge.

    ILa città di Firenze ospiterà il G 20 AGRICOLTURA il 17-18 Settembre

    Nello stesso periodo, prendendo stimolo dalla futura visita in Europa di una numerosa delegazione Zapatista dal Messico che al momento non ha riferimenti nel calendario prossimo essendo incagliata nelle burocrazie internazionali rese ancora più complicate dalla pandemia e dall’uso che i governi ne fanno, lanciamo la chiamata per la “SEMINA”.

    La SEMINA si svolgerà in due giornate: sabato 18 e domenica 19 settembre.

    Sabato 18 settembre ci sarà una grande MARCIA PER LA TERRA

    Percorreremo a piedi i circa 12 Km che da Firenze ci porteranno fino alle terre della fattoria senza padroni di Mondeggi Bene Comune.
    Sarà una marcia pacifica ma fortemente simbolica che ci vedrà abbandonare la città dove i potenti della terra parleranno della “loro” agricoltura, per recarci in un territorio liberato dall’agrobusiness dove si sta costruendo un’autonomia alimentare e territoriale che si basa sull’agroecologia, sul mutualismo, sulla solidarietà e sulla rinascita dei beni comuni.

    Sarà una Marcia per una vita intesa come riappropriazione e cura tanto dei nostri corpi quanto dell’ambiente in cui viviamo, intesa come libertà di scegliere sia il modo in cui vivere sia la salute che vogliamo/meritiamo. Una Salute che sia in primis data da cibo ed ambienti sani e genuini, fatta di quel tempo di cura verso noi stessi e le nostre relazioni che da troppo tempo c’è stato negato. Fatta dunque di quegli intrecci fondamentali che costituiscono la nostra forza e il nostro motore per vivere degnamente. Una Salute basata su di una profonda consapevolezza di cosa sia la nocività e quali siano invece le pratiche che generino un reale e concreto benessere. Pratiche a noi molto chiare, che vengono quotidianamente portate avanti all’interno delle nostre comunità.

    Sarà una Marcia per dire NO, non siamo d’accordo con la narrazione dei grandi della terra che si trovano per ratificare soluzioni digitali e biotecnologiche anche nei confronti di un’agricoltura trattata al pari di una vera e propria industria ormai da troppi anni. Diciamo NO agli stessi grandi che ci verranno poi a raccontare che risolveranno i problemi dell’umanità legati al cibo attraverso l’agricoltura 4.0. Diciamo NO all’attacco digitale e biotecnologico inflitto al nostro cibo, alla natura e alla VITA. Poiché tutto questo non potrà che generare un maggiore controllo, un’ulteriore alienazione di quei beni essenziali, il cui apice vede una ristrutturazione del capitale insieme all’indebitamento ulteriore di tutti e tutte facendolo passare addirittura come “transizione ecologica”.

    La MARCIA PER LA TERRA vorremmo dunque che fosse intesa non solo come questione contadina ma di lotta sistemica, di tutte coloro che si oppongono e resistono alle grandi opere devastanti, alle monocolture tossiche, alle nocività industriali di ogni sorta. Di tutti quelli che animano le innumerevoli vertenze territoriali sottaciute e sminuite: lavoro precario e ambienti urbani presi d’assedio da cibo tossico, aria irrespirabile, montagne di rifiuti e individualismo.

    Marceremo per la terra con la t minuscola e la T maiuscola tutte e tutti insieme per un futuro contadino ed ecologista, contro il capitale, le sue narrazioni, le sue regole, le sue imposizioni ed i sui summit difesi militarmente con la prepotenza delle armi.

    Venti anni fa a Genova avevamo ragione, il presente ne è testimone. Il capitale globalizzato si è consolidato ed è progredito nei suoi profitti, nelle sue devastazioni e nelle sue prepotenze, ma anche noi abbiamo consolidato le nostre pratiche antisistemiche partendo dalla terra e dalla ricostruzione delle nostre comunità e della nostra autonomia.

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    Domenica 19 settembre a Mondeggi incontri confronti e contaminazioni di idee e pratiche

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    Nelle terre di Mondeggi dalle 10 di mattina, ci conosceremo, troveremo punti di convergenza e ci confronteremo su pratiche e mobilitazioni a sostegno dell’agricoltura contadina agroecologica. Verranno organizzate assemblee tematiche, che vorrebbero coinvolgere movimenti, organizzazioni, singoli e singole in resistenza al sistema dominante capitalista, estrattivista e prepotente, contadini in resistenza al modello dell’agrobusiness e della grande distribuzione organizzata.

    E’ prevista una plenaria esplorativa la mattina dove, partendo dalla “Dichiarazione por la vida” zapatista, ci interrogheremo e ci confronteremo sul significato della creazione di autonomia nel nostro contesto economico e sociale.

    Nel pomeriggio sono previste due assemblee tematiche:

    •   ” AGROECOLOGIA E PANDEMIA ”
      L’intento dell’assemblea vuole essere un sereno confronto, privo di preconcetti, su quanto ad oggi possiamo sapere e conoscere sull’incrocio dei pensieri che queste due parole ci offrono.La nostra salute dipende anche e soprattutto dal cibo e della salubrità del nostro ambiente. Vogliamo quindi porre l’attenzione anche sugli effetti e i risultati ottenuti dalle misure prese dai nostri governi. Senza la pretesa di proporre verità assolute, crediamo sia importante conoscere, capire e condividere per poter giudicare ed agire.
    •   “RESISTENZE CONTADINE”
      Lo scopo di questa assemblea è quello di aggiornarci sui vari percorsi di resistenza al sistema dominante esistente.Confrontarci sulle le proposte in corso intese sia come pratiche di lotta, sensibilizzazione e mobilitazione sia come percorsi di ristrutturazione legislativa sul riconoscimento della figura del contadino slegata dalla via unica possibile, ad oggi, dell’essere imprenditore agricolo in un contesto capitalista. La proposta è di provare a costituire una piattaforma comune per il reciproco sostegno che possa coinvolgere gli ambienti ecologisti e urbani sensibili alle tematiche del cibo e della ricostruzione di comunità.

      Nella plenaria della mattina sarà possibile anche proporre ulteriori argomenti da sviluppare nelle monotematiche del pomeriggio.

      Coordinamento delle comunità contadine toscane
      Genuino Clandestino Firenze (Comunità di resistenza contadina Jerome Laronze)

      Mondeggi Bene Comune fattoria senza padroni

    Siamo le contadine ed i contadini del movimento Genuino Clandestino, sono molti anni che lottiamo nei territori di questo paese per l’autodeterminazione alimentare, la costruzione di comunità contadine resistenti e autogestite e per l’abbattimento definitivo di un modello di sviluppo mortifero ed oppressore conosciuto con il nome di capitalismo.
    Come contadine e contadini sentiamo il grido di dolore che dai nostri campi, dai mari, dai fiumi, dalle montagne e dai suoi animali si alza fragoroso in cerca di giustizia e libertà.
    Tocchiamo con le nostre mani ogni giorno gli effetti della catastrofe ecologica, guardiamo distruggere dalla follia capitalista territori vicini e lontani in nome del profitto. Osserviamo l’allontanamento e la disgregazione di intere comunità, la sottrazione sistematica di luoghi di condivisione, formazione, supporto e cura.
    Oggi la nostra rabbia è tanta e profonda, è una rabbia che vuole restituire dignità a coloro a cui è stata strappata, è una Rabbia ed una lotta per l’umanità, poichè sappiamo bene che questo sistema
    non può essere educato, addomesticato o riformato.
    Nutriamo un profondo desiderio, collettivo e individuale, di abbattere ogni mattoncino di questo maledetto sistema, di estirpare come gramigna le disuguaglianze del nostro mondo; per seminare salvaguardia e solidarietà al posto di distruzione e competizione.
    𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐢, 𝐥𝐞 𝐞𝐧𝐞𝐫𝐠𝐢𝐞, 𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐢, 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭à 𝐞 𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭* 𝐯𝐨𝐢.
    La città di Firenze nei giorni del 17 e 18 settembre ospiterà il summit globale dell’agricoltura (G20): l’ennesima farsa internazionale che attraverso la retorica della green economy disporrà del futuro dell’agricoltura industriale, chimica, nociva e distruttrice in Europa e in tutto il Mondo.
    Questa istituzione è la solita che ha firmato e poi tradito il trattato di Parigi inducendo al consumo di combustibili fossili e promuovendo un modello agricolo che riduce in schiavitù le/i
    lavoratrici/tori e rende sterili ed inquinati i campi, così come il cibo che attraverso essi viene prodotto.
    Grazie allo stimolo della carovana Zapatista e la “declaración por la vida” siamo intenzionat* a non chiudere gli occhi, a rispondere colpo su colpo, organizzandoci collettivamente.
    𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟏𝟖 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐯𝐢 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚 𝐦𝐚𝐫𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐚 𝐧𝐨𝐢
    a crederci, a lottare insieme, a costruire ponti e alleanze per abbattere questo mondo e costruirne altri più veri e giusti.
    Voltiamo le spalle alla città e a ciò che rappresenta, partendo da Firenze e dirigendoci verso Mondeggi. 𝐂𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐓(𝐭)𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚, continuiamo a
    sognare, organizziamoci e balliamo.
    𝓠𝓾𝓮 𝓻𝓮𝓽𝓲𝓮𝓶𝓫𝓵𝓮 𝓮𝓷 𝓼𝓾𝓼 𝓬𝓮𝓷𝓽𝓻𝓸𝓼 𝓵𝓪 𝓽𝓲𝓮𝓻𝓻𝓪

  • Raccolta fondi per emergenza incendio 24 luglio 2021 – Baumela Ecovillaggio

    Raccolta fondi per emergenza incendio 24 luglio 2021 – Baumela Ecovillaggio

    In queste lunghe ore, dal Montiferru fino ad Oristano, si stanno impegnando energie umane e ogni risorsa idrica per domare i focolai ancora attivi e dare soccorso e assistenza alle molte persone e animali coinvolte negli incendi.
    Nell’esprimere vicinanza e piena solidarietà alle comunitá interessate, riteniamo doveroso e prezioso ogni aiuto, mirato al poter affrontare difficoltà, spese e emergenze di ogni tipo.

    In particolare, la Rete dei Semi si sta muovendo per garantire aiuto alla comunità delleco-villaggio Baumela, con cui collabora da anni all’interno di reti di mutuo aiuto e di amicizia. Baumela è stato colpito molto duramente dall’incendio, che si è innescato proprio nella strada che da Santu Lussurgiu conduce a Bonarcado.

    Ragioniamo fin da ora su future azioni di rimboschimento, e nei prossimi giorni vi daremo più informazioni per aderire alla campagna che stiamo progettando.
    Ma nel mentre l’emergenza non è ancora finita, anzi: si iniziano a contare gli enormi danni, ed è utile adoperarsi per garantire a chi si trova in difficoltà la necessaria urgente liquidità per affrontare spese (es.veterinari, attrezzature, etc.)

    Abbiamo quindi deciso di metterci a disposizione per lanciare una raccolta fondi ed aiutare l’eco-villaggio Baumela in questa emergenza.

    Link alla raccolta fondi su buonacausa.org

    N.B. Sarà possibile effettuare donazioni tramite la piattaforma solo tra qualche giorno – necessario per la validazione dei documenti.

    Nel mentre potete fare dei versamenti diretti ai seguenti riferimenti:
    bollettino (anche online) su Conto Corrente Postale:
    Associazione ONLUS Bau Mela – Banco Posta Impresa 1009269
    bonifico bancario:
    Enedina Cindy Muscas IBAN IT34P3608105138203932403944
    ricarica Postepay:
    Enedina Cindy Muscas 5333 1711 1072 9908
    [ per ricariche SISAL è necessario il codice fiscale dell’intestatario della carta: MSCNNC87P61G999M ]

  • Firma la petizione contro la messa a bando dei mercati contadini!!!

    Firma la petizione contro la messa a bando dei mercati contadini!!!

    FIRMA AL SEGUENTE LINK:

    https://www.openpetition.eu/petition/online/comune-di-bologna-ritira-i-bandi-dei-mercati-contadini?fbclid=IwAR37KhX51ZnBVkOtdFY37Zqyk1WuIguTKAOTrzpZlVoLe89iNj6_OEE4jH4

    Egregio assessore Alberto Aitini, spettabile Giunta del Comune di Bologna,

    con questa petizione vi chiediamo di ritirare i bandi per la concessione del suolo pubblico per i mercati contadini, di avviare una revisione, pubblica e partecipata, del regolamento comunale per i mercati contadini – a partire dalla proposta elaborata da Campi Aperti – e di prorogare tutte le convenzioni in essere, per tutti i mercati di vendita diretta, fino alla definitiva approvazione di un nuovo regolamento.

    Qui il testo della proposta di modifica del regolamento per i mercati contadini

    Motivazioni:

    1) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐚𝐫𝐞𝐞 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐚𝐥𝐢, 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨, 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐩𝐚𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐫𝐜𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢. Se non fosse chiara la differenza: non è la stessa cosa aver investito tempo, denaro e fatica per impiantare un orto e non saper cosa fare di casse di zucchine e meloni rispetto a dover trovare un altro fornitore per delle scope da giardino da rivendere. Togliere mercati ai contadini significa uccidere le realtà agricole del nostro territorio;

    2) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐨𝐧𝐨 𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐭𝐞𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚. Una guerra tra poveri dove chi vince non partecipa nemmeno alla gara. Sempre i soliti, indicibilmente più forti: è la grande distribuzione organizzata, che non ha bisogno di partecipare a bandi per avere spazi commerciali, mentre i contadini si combattono un posto al mercato;

    3) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐞̀ 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 “𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨” 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐨. Quella idea di mercato che Campi Aperti promuove ormai da vent’anni a Bologna. Si, perché, sennò, non avrebbe senso non riconoscere punteggi per l’esperienza pregressa nella gestione dei mercati contadini. Così come non favorire chi potrebbe proporsi come gestore delle quattro aree contemporaneamente. L’unico senso che ravvediamo è punitivo: assegnate mercati “sperimentali” a soggetti che quei mercati li animano da anni, in alcuni casi da decine d’anni;

    4) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐚 𝐮𝐧 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐫𝐞𝐞, 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨. Cosa direte alle migliaia di avventori di quei mercati? E cosa dovrebbero fare i contadini dei quintali di cavolfiori già piantati nei campi che saranno pronti per la raccolta in autunno?;

    5) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐢𝐭𝐚̀. Crediamo, e siamo convinti di aver dimostrato, che i nostri mercati sono molto più che spazi commerciali: sono luoghi di costruzione di una comunità. Spazi di socializzazione e di reciproco riconoscimento. E allora, francamente, non si capisce il motivo per il quale, ogni due anni (perché comunque l’assegnazione dura solo due anni di sperimentazione), queste comunità dovrebbero sciogliersi per poi, se va bene, riaggregarsi altrove;

    6) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞’ 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐮𝐠𝐠𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢: i nostri co-produttori, frequentano i mercati per motivi precisi, non solo perché offriamo prodotti biologici, non pratichiamo la compravendita, garantiamo la dignità del lavoro nei campi, abbiamo un sistema di garanzia partecipata. Frequentano i nostri mercati perché insieme siamo una comunità, dove partecipano ai processi decisionali rispetto a prezzi, politica e progetti. Si tratta di mercati di comunità, fatti di produttori e co-produttori, mercati che hanno un’anima e non di aree mercatali generiche, dove un mercato vale l’altro e se cambiano i produttori e l’organizzazione del mercato fa lo stesso.

  • Esprimiamo solidarietà per Arvaia a seguito di azione violenta di ALF Animal Liberation Front

    Esprimiamo solidarietà per Arvaia a seguito di azione violenta di ALF Animal Liberation Front

    Comunicato stampa
    Gravi danni alle colture di Arvaia a seguito di azione violenta di ALF Animal Liberation Front.
    Stamattina abbiamo constatato i danni provocati da ALF nella notte tra sabato 19 e domenica 20 giugno.
    ALF ha lasciato propria firma accompagnata da frasi che ci minacciano apertamente istigando alla violenza. Abbiamo sporto denuncia e la polizia scientifica ha già condotto i rilievi del caso.
    Sono stati arrecati ingenti danni alle colture di Arvaia, cooperativa agricola e comunità che sostiene l’agricoltura, che opera da sette anni nell’area agricola del Parco Città Campagna di Villa Bernaroli, nel quartiere Borgo Panigale-Reno di Bologna.
    La violenza di ALF si è abbattuta sulle coltivazioni di patate e fagioli, sulle piante di zucchine, meloni, fragole, nonché sulle coperture delle serre e l’irrigazione. Il danno non è solo economico, legato cioè alla necessità di riacquistare e allestire nuovamente le attrezzature devastate, nonché al mancato raccolto e distribuzione di cibo prefinanziato dai soci; il danno è anche e soprattutto morale, perché questo atto vigliacco e vandalico è stato condotto contro una realtà che in questi sette anni ha saputo ricreare un agro-ecosistema complesso in un’area pubblica prossima alla città, preservando e aumentando la biodiversità animale e vegetale con le proprie pratiche agricole in un’ottica di valorizzazione ambientale e sociale, garantendone sempre la fruibilità e l’accessibilità a tutti e tutte.
    La produzione agroalimentare ha inevitabilmente un impatto sull’ambiente naturale: consapevole dell’impossibilità di azzerarlo del tutto, Arvaia si è sempre posta come obiettivo un modello di agricoltura che tenta di ridurre al minimo quell’impatto.
    Per limitare i danni che la fauna selvatica arreca alle coltivazioni, la cooperativa non solo non ha mai compiuto azioni fuori dai vincoli delle leggi che regolano la materia, ma ha anche intrapreso una collaborazione con LAV (Lega Anti Vivisezione) per garantire la massima correttezza in tali azioni di contrasto.
    Nonostante l’azione intimidatoria subita, Arvaia continuerà a lavorare per realizzare i propri obiettivi ambientali e sociali – con il supporto dei e delle propri/e soci/e – e a praticare al meglio possibile un modello di agricoltura che si prende cura dell’ambiente e delle persone, ma per farlo avrà bisogno anche del sostegno di tutte e tutti coloro che vorranno esserci solidali.
    Già nella giornata di oggi tante e tanti hanno espresso la loro vicinanza e hanno offerto aiuto. Li ringraziamo una a uno, con la convinzione che la bassezza intellettuale che ha mosso l’ALF a un gesto simile sarà resa ancora più evidente dalla solidarietà dei tanti/e capaci di distinguere per quale cambiamento vale la pena lottare.
    Abbiamo preparato materiali video e fotografici che mettiamo volentieri a disposizione. Per contatti: tel +393713304707; mail info@arvaia.it; per approfondimenti www.arvaia.it.

  • Sovranità Alimentare in Emilia-Romagna.

    Sovranità Alimentare in Emilia-Romagna.

    Presentazione e discussione pubblica del progetto per la sovranità alimentare in Emilia-Romagna.

    SABATO 12 GIUGNO 2021 ALLE ORE 15:30 presso LABAS vicolo Bolognetti 2 Bologna.

    Spostare i cicli dell’alimentazione umana dal sistema della catena industriale e della grande distribuzione organizzata verso il sistema delle reti alimentari contadine e della distribuzione autogestita: azioni dal basso per la transizione ecologica e possibile ruolo delle Istituzioni locali.

    ore 15:45 – Presentazione del documento

    ore 16:30 – Tavoli di approfondimento sui seguenti temi:“una definizione collettiva di reti alimentari contadine”“promuovere i sistemi autogestiti di distribuzione: un nuovo regolamento per i mercati contadini”“sementi contadine vs NBT (New Breeding Techniques) ”

    ore 18:00 – Sintesi dei tavoli di approfondimentoore

    18:30 – Agricoltura e Salute (inquinanti-produzione-consumo-alimentazione): streaming con Medici per l’Ambiente (ISDE)L’incontro è organizzato dalla Rete per la Sovranità Alimentare in Emilia-Romagna il Progetto per la Sovranità Alimentare è visionabile in forma estesa o sintetica al link

    https://www.grandeesodo.org/documenti-sovranita-alimentare/

  • Nasce La Rete Per La Sovranità Alimentare In Emilia Romagna

    Nasce La Rete Per La Sovranità Alimentare In Emilia Romagna

    Costituita a Bologna la Rete Per La Sovranità Alimentare In Emilia Romagna, ampia coalizione di singoli, associazioni e gruppi di base per un cambio radicale nel sistema di produzione, distribuzione e consumo del cibo.

    Conferenza stampa per la presentazione della neonata Rete:

    venerdì 21 maggio ore 12:00 https://meet.jit.si/sovranitaalimentare

    Verranno illustrati partecipanti, finalità e metodi di attuazione degli obiettivi di progetto.

    La Rete Per La Sovranità Alimentare in Emilia Romagna nasce a Bologna tra i contadini e cittadini che ruotano attorno a Campi Aperti, Camilla Emporio di Comunità, ed Arvaia CSA. In breve tempo si aggregano altre persone e le principali realtà vicine ai temi della genuinità dei cibi e del consumo critico; presto la rete cresce in ambito regionale per promuovere un nuovo modello di produzione e consumo basati sui principi dell’agroecologia: minimizzare gli sprechi, utilizzare razionalmente le risorse, spostare il mondo del cibo verso forme attente alle produzioni biologiche locali e alle realtà di base dell’Economia Solidale.

    Il modello di agricoltura e le scelte alimentari sono determinanti per la salute, la qualità del lavoro, la tutela del territorio. La Rete vuole divenire il principale interlocutore in grado di influire sulle scelte politiche regionali a sostegno delle Reti Alimentari Contadine e delle iniziative del mondo dell’Economia Solidale.

    Le Reti Alimentari Contadine comprendono piccoli produttori, distribuzione e fruitori che con un comune impegno possono determinare un diverso approccio all’alimentazione, valorizzare le produzioni locali, migliorare l’economia e la salute del territorio. Queste Reti costituiscono una coalizione ampia, lontana da fazioni e logiche di partito, pronta ad intervenire nelle scelte locali a vantaggio del bene comune.

    Le amministrazioni devono porre al centro del mondo alimentare l’agricoltura e i mercati contadini; le esperienze dell’economia solidale e degli empori di comunità; le forme di collaborazione diffuse con i negozi di vicinato, i laboratori e la ristorazione artigianali; l’avvicinamento tra città e campagne.

    La Rete Per La Sovranità Alimentare propone da subito una serie di interventi non rimandabili:

    1. Promuovere e sostenere circuiti solidali commerciali per le produzioni agroecologiche
    2. Favorire l’accesso alla terra delle nuove generazioni
    3. Orientare il Piano di Sviluppo Rurale al sostegno dell’Agricoltura Contadina
    4. Garantire a tutti i cittadini l’accesso alla terra per l’autoproduzione del cibo
    5. Orientare la ricerca pubblica verso l’agroecologia e la tutela della salute
    6. Sostenere la biodiversità, la produzione e utilizzo delle sementi comunitarie
    7. Diffondere consapevolezza alimentare e responsabilità sociale nella cittadinanza
    8. Contrastare lo sfruttamento del lavoro e garantire condizioni dignitose ed equa retribuzione

    Sovranità Alimentare è la possibilità per una comunità di decidere autonomamente il sistema di produzione e distribuzione del proprio cibo senza subire le imposizioni del mercato globale. Ciò consente di valorizzare i prodotti tipici, ridurre gli sprechi alimentari, salvaguardare il territorio e la biodiversità, mantenere in vita tradizioni e cultura locali in ottica agroecologica.

    Agricoltura Contadina è quella praticata dalla maggioranza delle realtà agricole italiane, che per l’85% sono piccole o piccolissime, e dalle innumerevoli esperienze di autoconsumo.

    È fatta di aziende famigliari e di cooperative che coltivano direttamente la terra su piccola scala con tecniche sostenibili e privilegiano i mercati locali, la filiera corta e il rapporto diretto col consumatore.

    Contatti:

    • Carlo Farneti, 388 938 0626, carlofarneti66@gmail.com

    Approfondimenti:

  • Campagna tesseramento 2021 on-line

    Campagna tesseramento 2021 on-line

    🔵 Car@ co-produttrici e co-produttori, inizia la campagna di tesseramento online, un momento di comunità importante per sostenere Campi Aperti e i suoi progetti!

    🙂 Non aspettavi altro? Di seguito, ti diciamo come tesserarti. 👇

    ℹ 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗮:
    su campiinrete.org (sezione registrati nella barra in alto: https://campiaperti.campiinrete.org/registrazione/)

    📌 registrati compilando le anagrafiche

    📌scegli la tessera, da un minimo di 7 euro a 50
    supportando due progetti (per saperne di più: https://campiaperti.campiinrete.org/progetti-sostenuti-dalla-tessera-piu-e-varianti-2021/) per l’anno 2021

    📌 paga con uno strumento online, o carta di credito con Stripe o Paypall

    😉 fatto, ora sei parte di Campiaperti!

    👉 Qui la spiegazione online: https://campiaperti.campiinrete.org/come-funziona/

  • MIX’ART MYRYS, Tolosa: vedi… l’ In Comune è!

    MIX’ART MYRYS, Tolosa: vedi… l’ In Comune è!

    A seguito di una visita senza preavviso di una commissione di sicurezza del municipio di Tolosa il 14 gennaio 2021, il collettivo di artisti MIX’ART MYRYS è stato notificato di una chiusura amministrativa mercoledì 20 gennaio e non può più ricevere il pubblico, compresi i suoi stessi membri, nell’edificio situato al 12 rue Ferdinand Lassalle, quartiere Ponts Jumeaux a Tolosa.

    COMPRESO IL PURO PRETESTO PER ATTACCARE UNO DEGLI INNUMEREVOLI SPAZI SOCIALI nel continente, GESTITI DA ASSEMBLEE DI PERSONE CONSENSUALI E RECIPROCHE; questo è la risposta del Mixart-Myrys, a cui noi aderiamo.

    Musica! 🙂

    Se non ne hai mai sentito parlare, qua qualche info: http://www.mixart-myrys.org/le-lieu/

    ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

    L’In comune è

    Rispondere al bisogno democratico che scuote la società.
    Occuparsi del legame inseparabile tra risorse e usi.
    Riconsiderare i beni comuni come appartenenti a tutti.
    Ripensare la società in modo che tutti possano assumersene la responsabilità.
    Combattere l’anomia culturale e ricostruire la società coinvolgendo tutti nel processo.

    I Comuni sono aria, acqua, cibo, salute, educazione, energia, cultura, iniziative dei cittadini, spazio pubblico, inclusa la sicurezza…

    Questo appello è su iniziativa del collettivo di artisti autogestito Mix’Art Myrys – uno spazio cittadino di sperimentazione sociale e culturale, protagonista della cultura di Tolosa dal 1995 – che il Comune e Toulouse Métropole stanno cercando di sfrattare dai loro locali. E questo nonostante il forte sostegno della popolazione, delle istituzioni e degli attori della società civile.

    Con questo appello vogliamo partecipare ad una nuova griglia di lettura, affinché possa seguire una riflessione/azione sulle modalità pratiche di attuazione di una società basata sui Comuni.

    Dopo gli attacchi senza precedenti della città di Tolosa contro Mix’Art Myrys, la popolare sala di musica Bleu Bleu, il centro di accoglienza d’emergenza DAL 31/ Fondazione Abbé Pierre, il giardino condiviso Fontaine Lestang, lo spazio di ricerca e creazione contemporanea Pavillon Mazar

    Possiamo solo constatare che la nuova maggioranza del municipio e di Metropolis di Tolosa non vuole più sentir parlare di iniziative dei cittadini, di auto-organizzazione degli abitanti, di Comuni. Compreso quando queste iniziative sono collegate alle politiche pubbliche esistenti.

    Queste scelte politiche a livello locale, vere e proprie negazioni della democrazia, si inseriscono in una dinamica preoccupante a livello nazionale. Basta fare riferimento al Consiglio di difesa della salute, che è al di fuori di ogni controllo parlamentare.

    Tuttavia, l’emergenza climatica, democratica, sociale e societaria rende sempre più evidente che diventa indispensabile pensare alle politiche pubbliche, all’utilità pubblica e all’interesse generale in termini di Comuni.

    Di fronte al fallimento delle politiche pubbliche, di un sistema produttivo basato su un’economia speculativa che non è più sostenibile, vogliamo fare un passo indietro e lanciare una riflessione per

    UN NUOVO CONTRATTO SOCIALE, UN ALTRO RAPPORTO CON IL MONDO

    Per ridefinire l’interesse generale e la pubblica utilità, compresi i servizi pubblici. In termini di mezzi e in termini di governance che coinvolge utenti e professionisti. Soprattutto, rendendo possibile a tutti di essere coinvolti nei Comuni, che sia la protezione dei Comuni naturali come l’aria e l’acqua, la riappropriazione di quelli della salute, dell’educazione, dell’energia, del cibo… o la creazione di altri Comuni.

    Un diritto sancito dalla Costituzione può essere una leva che vi opera. È il Diritto alla Sperimentazione, la cui attuazione appartiene alle autorità locali, contando su cittadini, gruppi di abitanti, associazioni che da tempo incarnano la popolazione che propone, organizza ed esprime la sua volontà di partecipare alla Cosa Pubblica.

    Gli esperimenti locali che si stanno facendo: AMAP, giardino condiviso, mensa popolare, zona da difendere, collettivo di artisti, luoghi intermedi e indipendenti, riciclaggio, catena di solidarietà e, tra gli altri, il movimento dei Gilet Gialli, attestano questa volontà.

    Così, per un nuovo contratto sociale i cui contorni sono già definiti da molte forze, esigiamo questo Diritto alla sperimentazione.

    Siamo consapevoli che questa richiesta ci impone di ripensare la mancanza “organizzata” della nostra disponibilità e del nostro tempo.

    NUOVO RAPPORTO CON IL TEMPO E I MEZZI DI SUSSISTENZA

    Troppo poche persone hanno sperimentato, durante la prima reclusione, un rapporto con il tempo diverso da quello imposto da un’organizzazione del lavoro obsoleta. Hanno riscoperto l’importanza delle relazioni con gli altri, con i vicini, con la famiglia, l’importanza delle pratiche di solidarietà, delle pratiche artistiche e culturali, delle pratiche sportive, della cura, l’importanza del tempo dedicato alla riflessione, al pensiero, l’importanza del tempo libero!

    Associare gli abitanti alla Democrazia, alla Cosa Pubblica implica la realizzazione di un ambiente favorevole alla disponibilità della persona e alla sua altezza di vista allora possibile. Ciò implica questo tempo liberato. Implica che la persona ha i mezzi per farlo. Una forma di reddito minimo vitale non è più un tabù, diventa anche un’emergenza. Come condizione necessaria per l’effettiva partecipazione dei cittadini, è necessario partecipare a un Diritto di Sperimentazione.

    Questo contesto favorevole può allora permettere il confronto costruttivo degli esperti istituzionali – in ecologia, economia, diritti e nuovi diritti, sociologia e in qualsiasi settore che compone la/e Comunità – con gli esperti quotidiani che ognuno è. In risposta alle emergenze che affrontiamo, si mette allora in moto un processo di responsabilizzazione di tutti, un potere di essere e di agire.

    È in questo senso che Mix’Art Myrys chiama ampiamente per 30 giorni di azione e riflessione sul territorio per il “IN COMUNE, LIBERO E NECESSARIO”.

    Azioni e riflessioni in comune che ognuna, ognunu definirà a partire dal suo campo d’intervento, il suo luogo, il suo territorio, la sua azione dalla più simbolica (mettere questo testo d’appello sul suo luogo, il suo quartiere, il suo balcone, internet…) alla più visibile (organizzazione di dibattiti/conferenze, raduni, manifestazioni che rivendicano questo In Comune…). Fateci sapere le iniziative che prenderete ovunque vi troviate sul pianeta!

    La Manifestazione del 6 marzo alle 14H00 a Tolosa aprirà queste quattro settimane.

    In Common(s) per la salute, la cultura, l’educazione, l’energia, l’alimentazione, l’iniziativa dei cittadini… siamo in Common(s)

  • Manutenzione invernale sito e cloud CA

    Manutenzione invernale sito e cloud CA

    La prossima settimana, come succede stagionalmente, faremo manutenzione al sito ed al nostro cloud.

    Come gruppo contadino per la Sovranità Alimentare, cerchiamo di avere nelle nostre competenze anche la nostra indipendenza telematica e di comunicazione facendo manutenzione noi stesse ai nostri attrezzi.

    Questa la valutazione del nostro cloud: https://scan.nextcloud.com/results/50ee0a1d-6f8e-4aa4-886a-5d7676f0cbeb Il nostro server è ospitato dall’associazione http://tetaneutral.net/. Abbiamo da aggiornare il sistema operativo (Debian), salvare i nostri dati ed avanzare della versione del cloud. Invece il nostro sito è ospitato da Autistici/Inventati e dobbiamo solo mantenerlo aggiornato e backuppato.

    Se avete interesse a partecipare ed aiutare, iscrivetevi e scriveteci alla mailinglist comunicazione che trovate nei CONTATTI

  • Patto mutualistico CA-Mag6 “Tutoraggio senza prestito”

    Patto mutualistico CA-Mag6 “Tutoraggio senza prestito”

    Strumento “Tutoraggio senza prestito” – 2021 – cercasi realtà agricole candidate

    Con questa presentazione del progetto si invitano le realtà/aziende che sono interessate a candidarsi per un “Tutoraggio senza prestito” insieme a MAG6.

    Lo strumento di “Tutoraggio s. p.” è pensato e proposto per quelle aziende che sono interessate ad aumentare la propria competenza e consapevolezza nella gestione economica della propria azienda con nuovi strumenti di gestione imprenditoriale, strumenti adattati e sviluppati ad hoc dagli addetti della Mag6 (cooperativa di finanza mutualistica e solidale), insieme ai produttori che partecipano al percorso, nella chiave di uno sviluppo sostenibile della propria attività all’interno di un’economia alternativa e solidale.

    Il gruppo di lavoro di Campi Aperti che coordina il progetto vorrebbe rendere quest’opportunità accessibile a tutte le realtà agricole interessate, e per questo si è attivato per riuscire a creare un fondo per poter co-finanziare al 50% i costi annui delle realtà che parteciperanno a questo percorso nei prossimi anni.

    Di fatto durante il primo anno del percorso, MAG6 fornisce gli strumenti teorici e pratici (conto economico, stato patrimoniale, flussi di cassa, bilancio preventivo, investimenti/disinvestimenti, piano d’impresa, analisi swot, ecc) indispensabili per acquisire maggiore consapevolezza riguardo alla capacità economica aziendale, necessari per una gestione più efficiente e sostenibile.

    La consapevolezza e gli strumenti acquisiti sono utili per affrontare e dissipare dubbi e paure rispetto al futuro della propria attività, per consolidare la fiducia nelle proprie capacità e poter definire strategie d’azione efficaci, individuali e collettive, partendo da una consapevolezza concreta del grado di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale del proprio progetto agricolo.

    Da questo percorso nasce anche conoscenza reciproca e fiducia nel gruppo che vi partecipa, aspetti preziosi per sentirsi parte attiva della “comunità” e del progetto stesso.

    Questi aspetti relazionali all’interno del gruppo hanno dato vita a nuove idee per poter condividere con tutti i soci di CA gli strumenti acquisiti con l’obiettivo di offrire spunti di interesse per approfondire strumenti già utilizzabili per i più esperti.

    Idee che hanno prodotto un primo “assemblaggio” delle registrazioni video realizzati e montati da Cristina Carnevale, accompagnati da descrizioni sintetiche, già consultabili cliccando su http://tsp.vado.li/, e che sono in via di rielaborazione per renderli il più possibile fruibili con facilità, con l’obiettivo di creare un corpus di nozioni e di strumenti che diventino una risorsa per tutta la comunità di Campi Aperti per poter far fronte con maggior consapevolezza alle tante sfide di un sistema economico globale dominante che non contempla l’esistenza del piccolo produttore agricolo biologico e non è in grado di offrire strumenti adatti allo sviluppo sostenibile e consapevole del suo progetto.

    Quest’anno c’è la possibilità di introdurre una nuova realtà agricola di Campi Aperti al percorso quadriennale. Candidature di realtà interessate sono da presentare entro il 15 febbraio a: fattoriagiardino.az.agricola@gmail.com.

    Condizioni necessarie per partecipare:

    Essere socia/o di Campi Aperti.

    Essere o diventare socia/o di Mag6.

    Impegnarsi in un apprendimento attivo per la durata dello strumento di quattro anni con 5 incontri d’aula nel primo anno e successivi 1 o 2 incontri nei tre anni seguenti.

    Impegnarsi in un apprendimento ATTIVO che prevede anche del lavoro fatto in autonomia fra un incontro e l’altro, affiancato dal Tutor di riferimento.

    Impegnarsi con la sostenibilità condivisa di 500 euro per quattro anni, a sostegno del lavoro svolto da Mag6. Grazie al progetto mutualistico è previsto un co-finanziamento del 50% da parte di CA, a sostegno delle aziende che vogliono intraprendere questo percorso, e la possibilità di una copertura totale del costo per le realtà più in difficoltà.

    Accogliere altre aziende che desiderano partecipare agli incontri come “uditori silenziosi”.

    Il primo incontro preparatorio del percorso si terrà a metà MARZO, seguito da 4 successivi incontri a cavallo del 2021-2022 (da nov 2021 -febb 2022). Per maggiori dettagli, vedete la scheda di presentazione in allegato.

  • riaprono tutti i mercati contadini!

    riaprono tutti i mercati contadini!

    Oggi riaprono tutti i mercati contadini a Bologna. Il sindaco Merola ha firmato una delibera che dispone le misure di sicurezza all’interno delle aree mercatali, sostanzialmente le stesse misure già precedentemente concordate con l’amministrazione.
    Questa per noi rappresenta una fondamentale vittoria. In questo momento di gioia vogliamo ringraziare tutte quelle realtà che ci hanno sostenuto e ci hanno espresso solidarietà in un momento così difficile: le/gli abitanti del Pratello, la rete delle associazioni ambientaliste bolognesi, gli spazi sociali, le organizzazioni professionali agricole, i partiti, i sindacati di base, i numerosi consiglieri comunali che si sono attivati per la riapertura.
    Ma sopratutto vogliamo ringraziare le centinaia di cittadini che sono passati per piazza San Rocco sabato mattina e che hanno tempestato il comune di messaggi di protesta, contribuendo in questo modo a far ragionare l’amministrazione.
    A tutti e tutte un grande grazie e un abbraccio.
    Ci vediamo ai mercati.
    Avanti con la Sovranità Alimentare!
    CampiAperti

  • SCIOPERO PER IL CLIMA

    SCIOPERO PER IL CLIMA

    Finchè ci sarà mancanza d’azione da parte del governo rispetto al cambiamento climatico, noi scenderemo in piazza.

    Oggi in piazza, daremo voce alle nostre richieste con una “jam session” collettivaPortate- Strumenti musicali🥁🎷🎺🎤– Fischietti- Pentole e mestoli🥄– Qualsiasi cosa possa far rumore📣🔔Facciamoci sentire!🗣🔈📢

  • RESTIAMO (campi) APERTI!!!

    RESTIAMO (campi) APERTI!!!

    Abbiamo scritto all’Assessore chiedendo di avviare una verifica del “regolamento Covid-19” per scongiurare una nuova chiusura dei mercati. La trovi qua sotto. Facci sapere se condividi.

    All’Assessore al Commercio del Comune di Bologna

    e. p.c., ai mercati contadini della città

    Oggetto: Emergenza sanitaria da Covid-19, richiesta convocazione urgente del tavolo dei mercati contadini di Bologna

    Come noto,

    nella fase acuta della pandemia, i mercati contadini, nonostante le loro caratteristiche (spazio a disposizione per la clientela, collocazione all’aperto, qualità nutrizionistiche dei prodotti, ecc…), sono stati chiusi per un periodo lungo in ottemperanza ad una decisione prima del Comune e poi anche della Regione Emilia-Romagna.

    In seguito alle richieste dei produttori e delle loro organizzazioni, nonché dei gestori dei mercati, il Comune ha convocato un tavolo di confronto che ha elaborato un protocollo di sicurezza da applicare ai mercati di vendita diretta. Sulla base di detto protocollo, i mercati hanno potuto riaprire e, finalmente, i piccoli produttori agricoli (i più esposti al blocco dello sbocco al mercato per i propri prodotti) hanno potuto ricominciare a portare il frutto del proprio lavoro in città.

    Sono ormai diversi mesi che il protocollo viene applicato e possiamo dire di aver accumulato una buona esperienza per poterne valutare l’efficacia e l’applicabilità.

    Tra l’altro, lo stesso accordo sottoscritto al tavolo tra le parti prevedeva un momento di verifica del protocollo Covid. Verifica che non è mai stata svolta, forse perché non se ne vedeva la necessità.

    Purtroppo, ora, l’evoluzione della curva dei contagi richiede che ognuno si assuma un pezzo di responsabilità aggiuntiva. A questo scopo, in autonomia, abbiamo deciso di tornare ad applicare le decisioni assunte col protocollo originale, rinunciando ai pur blandi allentamenti concessi dall’amministrazione al ridursi (purtroppo temporaneo) dell’emergenza.

    Per questo motivo chiediamo, con la presente, la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra mercati e amministrazione con l’obiettivo di pervenire ad un nuovo accordo che, tenendo conto sia dell’esperienza maturata che dei nuovi scenari che si stanno aprendo in questo periodo, scongiuri il rischio di una nuova fase di chiusura dei mercati. Chiusura che per i produttori coinvolti rappresenterebbe il colpo di grazia della loro esperienza imprenditoriale e per i frequentatori un nuovo arretramento rispetto al diritto alla sicurezza alimentare.

    Cordialmente,

    Elena N Hogan

    Campi Aperti per la Sovranità Alimentare