Alla Città Metropolitana,
Al sindaco Nardella ed al suo partito,
A tuttə coloro che in questi anni con rabbia ed amore hanno difeso e
creato una nuova forma di autogoverno dal Basso : Mondeggi Bene Comune.
Dall’ultimo aggiornamento riguardo il destino della tenuta di Mondeggi,
vecchio ormai di un mese e mezzo, diversi accadimenti hanno fatto il
loro corso; tutto ciò, purtroppo, non ha contribuito a dissipare
minimamente gli enormi punti interrogativi di cui la vicenda è farcita.
Ci eravamo lasciati nel bel mezzo della stesura del progetto che la Città Metropolitana intendeva inoltrare al Ministero competente in modo da intercettare i fondi europei del PNRR. Lavoro coordinato da
tecnici dell’Università di Firenze, a cui il comitato Mondeggi Bene
Comune ha partecipato in maniera attiva – pur non avendo avuto alcun
riconoscimento formale – fornendo contributi concettuali e operativi
sviluppati in otto anni di lavoro e permanenza in loco. Nonostante ruoli
e percorsi differenti, le convergenze con i progettisti sono state
molteplici: senza entrare nei dettagli per ovvi motivi di spazio,
entrambi abbiamo intuito ed evidenziato le potenzialità della tenuta in
termini di aggregazione sociale e produzione agro-ecologica di cibo
sano, di formazione orizzontale, accoglienza di soggetti vulnerabili e di sviluppo di rapporti gestionali e
produttivi differenti e innovativi, incentrati sull’utilizzo collettivo
del bene. Il risultato di tale lavoro, durato un paio di mesi, ha preso
forma in un documento, purtroppo ad oggi non ancora consultabile, che
avrebbe dovuto vincolare rigidamente il futuro di Mondeggi alle linee
guida appena toccate; insomma una base solida sulla quale impalcare il
processo di co-progettazione dal basso con i potenziali futuri attori
del progetto, così come stabilito dall’iter iniziale.
In parallelo a tutto ciò, dopo insistenti richieste durate mesi, si è
finalmente aperto un momento di confronto tra l’esperienza di Mondeggi
Bene Comune e la Città Metropolitana di Firenze: alcuni portavoce del
comitato hanno incontrato alcune delle figure tecniche e politiche
deputate a gestire la questione. Incontri in verità interlocutori, in
cui le parti hanno dibattuto astrattamente sulle specifiche esigenze e
posizioni, senza purtroppo avere a disposizione una base concreta di
confronto. Incontri terminati, per adesso, in attesa dell’elaborazione
che l’ente pubblico si è riservato di dare al documento emerso dal
lavoro dei progettisti, che evidentemente non soddisfaceva in pieno le
necessità dei tecnici metropolitani.
Siamo adesso in una fase di stallo: la revisione in corso da parte della
Città Metropolitana sta di fatto prolungando l’attesa e gli
interrogativi sul destino della fattoria. Se la parte del progetto già
inoltrata in sede europea – e già, quindi, ufficializzata – è pressoché
limitata all’elenco degli interventi di manutenzione strutturale,
l’ambito più squisitamente politico rimane tuttora da sviscerare. Perché
questa dilazione, ci chiediamo? Quali sono gli aspetti che, dopo mesi di
lavoro serrato, a cui ha partecipato la stessa Città Metropolitana,
restano contraddittori a tal punto da necessitare di una revisione ex
post? Il bisogno di tempo è funzionale alla lettura e condivisione
diffusa all’interno del palazzo, oppure ad una modifica sostanziale dei
principi contenuti nel testo?
Tutto questo non lo possiamo ad oggi sapere; il contesto e le parole
udite, però, ci autorizzano a formulare supposizioni. A fronte di alcune
convergenze, resta evidente una distanza tra la posizione di Mondeggi
Bene Comune e quella dell’ente metropolitano: se da una parte la spinta
mira al riconoscimento del “bene comune Mondeggi”, implementando e
regolarizzando quello che è l’agire attuale, dall’altro l’impressione è
che la dimensione economica resti preponderante. Il fatto che la
Mondeggi del futuro debba camminare con le proprie gambe, e non tornare
ad essere l’attività in perdita che era anni or sono, è fuori
discussione per tutti; subordinare però a questa esigenza ogni velleità
trasformativa, annegando nell’economicismo asettico il potenziale
sociale già parzialmente emerso in questi anni di lavoro, ci pare un
errore miope. Un progetto che sia innovativo deve saper osare: così come
Mondeggi Bene Comune ha osato otto anni fa presidiando permanentemente
la tenuta, salvandola dai reiterati tentativi di vendita, oggi è l’ente
pubblico che è chiamato a sganciarsi dagli schemi consolidati per
lanciarsi in qualcosa che sia diverso; ovvero trasversale, partecipato,
collettivo. Nel consueto gioco a scaricabarile della politica serve
qualcuno che se ne assuma la responsabilità, indicando a tecnici e
dirigenti la strada da seguire. Ci rivolgiamo allora al Sindaco Nardella
perché al più presto elabori una posizione e la esprima alla
collettività; una posizione che sia rappresentativa della volontà
politica del suo partito, e che possibilmente non collimi con la
consuetudine del minimo sforzo e minimo rischio.
Prendere in reale considerazione il riconoscimento della Dichiarazione
di Uso Civico, ed interrompere la spirale mediatica che da anni si
aggrappa ad un concetto di legalità che tutto rappresenta fuorché un
ideale di giustizia, ci sembra un primo passo sin troppo atteso. In una
recente intervista radio sull’infelice sgombero dell’occupazione di
Corsica 81, a cui va tutta la nostra solidarietà, lo stesso Nardella ha
descritto la Mondeggi del futuro come un “modello di autogestione”, una
sorta di laboratorio dal basso di nuove pratiche collettive; se queste
parole corrispondono al vero, e non sono soltanto un tentativo di
dividere tra “buoni e cattivi”, è adesso il momento di tradurle in
pratica.
Come comitato Mondeggi Bene Comune, infine, attendiamo l’esito di questo
confronto convinti delle nostre ragioni. Abbiamo in questi mesi dato la
nostra massima disponibilità al dialogo in ogni sede e su ogni
argomento; non siamo però disposti a scendere passivamente a patti su
quelli che sono i principi che ci animano e che hanno permesso alla
fattoria di rifiorire in questi otto anni: abbiamo difeso Mondeggi
perché fosse veramente di tuttə, e non ci fermeremo certo adesso.
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