Categoria: Primo Piano

  • Allevamenti intensivi e produzione industriale di carne: che fare?

    Allevamenti intensivi e produzione industriale di carne: che fare?

    Quali problemi per l’ambiente e la salute umana?

    Cosa possono fare contadini e coproduttori?

    Incontro di autoformazione della Rete per la Sovranità Alimentare dell’Emilia-Romagna

    Domenica 12 febbraio, h. 15.30-18.30

    Presso “Il Buco”, via Zago 11, Bologna (sotto ponte Stalingrado)

    Nell’ambito della transizione ecologica, in particolare nella produzione del cibo, la questione degli allevamenti intensivi e della produzione industriale di carne è particolarmente importante e urgente. La filiera industriale della carne presenta una lunga serie di criticità: il grande consumo idrico e l’uso di terreni per l’alimentazione del bestiame; l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e l’emissione di gas serra legati agli allevamenti intensivi; la perdità di biodiversità; il trattamento degli animali negli allevamenti intensivi e nei macelli; il contributo allo sviluppo di resistenza agli antibiotici; lo sfruttamento del lavoro, spesso migrante, negli allevamenti, nei macelli e nelle industrie di lavorazione della carne; la tendenziale diminuzione dei piccoli allevamenti in favore delle grandi imprese. Tali criticità riguardano sovente anche produzioni cosiddette “tipiche”, “di qualità” e persino “biologiche”, che costituiscono fonti di importanti profitti in Italia e in particolare in Emilia-Romagna: questo rende ancora più difficile affrontare questi temi. Negli ultimi mesi, varie organizzazioni hanno fornito approfondimenti e contributi utili: ISDE-Medici per l’ambiente; Associazione rurale italiana; RECAER (Rete emergenza ambientale e climatica in E-R); CRESER. La Rete per la sovranità alimentare dell’Emilia-Romagna organizza un incontro di autoformazione, con gli obiettivi di: approfondire tali questioni; elaborare un posizionamento della Rete e contribuire alla riflessione e alle mobilitazioni su inquinamento, allevamenti industriali e contrasto allo sfruttamento del lavoro; comprendere le specificità del modello contadino di allevamento e di rapporto con gli animali e il ruolo dell’allevamento nell’agricoltura contadina; ragionare su rivendicazioni e richieste alle amministrazioni locali e regionali.

    Ne parleremo con

    Eva Rigonat, Veterinaria ISDE Modena, che affronterà in particolare le questioni legate all’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi, al legame tra alimentazione e salute umana e al benessere animale;

    Valeria Piro, Sociologa del lavoro, Università di Padova, che descriverà le condizioni di lavoro nell’industria della carne, in particolare in Emilia-Romagna e Veneto;

    Fulvio Bucci e Roberto Roveri, contadini, che ci racconteranno l’incontro organizzato da Associazione Rurale Italiana il 21 gennaio scorso;

    – Un referente di RECA (rete per l’emergenza climatica e ambientale dell’Emilia Romagna)

    – Alcuni allevatori di Campi Aperti.

  • VERSO IL PATTO DELL’APPENNINO – SECONDA TAPPA DI DISCUSSIONE Domenica 29 gennaio 2023 | 15.30 – 18.30, @ Bisaboga (loc. Montasico – Marabotto – BO)

    VERSO IL PATTO DELL’APPENNINO – SECONDA TAPPA DI DISCUSSIONE Domenica 29 gennaio 2023 | 15.30 – 18.30, @ Bisaboga (loc. Montasico – Marabotto – BO)

    L’autunno del 2022 ci ha visto convergere più volte per insorgere, nelle strade e nelle piazze, ma anche nelle aule e nelle sale dove abbiamo discusso e approfondito. La manifestazione del 22 ottobre a Bologna ha rafforzato un legame costruito nei mesi da un crinale all’altro dell’Appennino, e la nostra convinzione che resistere significa costruire.

     

    Per questo, ci siamo dette/i che vogliamo moltiplicare le nostre relazioni e complicità tra un crinale e l’altro, e contrabbandare convergenze. Il 4 dicembre ci siamo ritrovate/i a Campi Bisenzio, in quel luogo che il Collettivo di Fabbrica GKN ha trasformato in avamposto di quante/i vedono nella crisi sociale ed ecologica la sfida sistemica da affrontare per rompere gli equilibri e difendere il futuro e la dignità di ognuna/o. Lo abbiamo fatto a partire da un testo (disponibile qui) che propone molte suggestioni, e accenna alcune concretezze. Con la voglia di costruire spazi, e il dubbio di come fare; con la determinazione di sperimentare soluzioni e innovazioni, e il timore di riproporre un rituale; con la convinzione di avere tanti strumenti, e la sensazione che nessuno sia veramente adeguato alla scommessa che vogliamo porci.

     

    Il Patto dell’Appennino vorrebbe essere lo spazio nel quale continuare a congiungere 17 mesi di assemblea permanente in Gkn, il corteo del 26 marzo a Firenze, le vertenze ecologiste e sociali bolognesi, le reti per la sovranità alimentare,  il movimento studentesco, la lotta contro guerra e contro patriarcato. Non è un perimetro organizzativo ma uno spazio di convergenza, insorgenza, di costruzione di immaginario collettivo e classe dirigente dal basso. E’ dove preparare nuovi “tenetevi libere e liberi”, ma anche una esplosione di pratiche e discussioni di convergenza.

     

    E’ una discussione che vogliamo proseguire. Un confronto nel quale provare a mettere in relazione le tante esperienze che, tra Firenze e Bologna, attraversano i quartieri e le valli, gli spazi sociali e le contrade, le fabbriche e le aule studio, coltivando l’ambizione di dar vita a uno spazio sociale trans-territoriale che sappia produrre giustizia sociale e climatica. Per questo, invitiamo chiunque sia interessata/o a contribuire alla discussione con una nuova tappa di approfondimento e confronto verso il Patto dell’Appennino.

     

    LEGGI GLI SPUNTI VERSO IL PATTO DELL’APPENNINO: https://drive.google.com/file/d/1zFLYMJEN_uqqhfdK_rQpH0ti58aHL_-O/view?usp=share_link

  • La rivoluzione sotto i piedi: il caso di campi aperti

    Traduciamo:

    “A Revolution under our feet”: Food Sovereignty and the Commons in the case of Campi Aperti

    Marzo 2020


     

    “È in atto una rivoluzione: sempre più cittadini cercano cibo sano, locale, non alieno, rispettoso delle persone e dell’ambiente. Sempre nuovi contadini cercano una via d’uscita dai mercati globali e si organizzano per vendere i loro prodotti direttamente in città. Un incontro che può produrre cooperazione sociale, democrazia e l’invenzione di modalità di produzione, distribuzione e consumo del cibo socialmente più giuste. Una meravigliosa rivoluzione. Cibo e terra come beni comuni”.
    Da un manifesto scritto a mano in occasione dell’inaugurazione di un nuovo mercato Campi Aperti nel centro di Bologna, vicino all’Università (maggio 2016)

    (altro…)

  • A quando una VERA POLITICA di sostegno dei mercati contadini?

    A quando una VERA POLITICA di sostegno dei mercati contadini?

    “Sindaco, 

    A QUANDO UNA VERA POLITICA DI SOSTEGNO DEI MERCATI CONTADINI?”

    Tra mangiare la vostra minestra e saltare dalla finestra, noi scegliamo di offrirvi uno spuntino!

    Mentre a Bologna – città candidata a raggiungere la neutralità carbonica entro i prossimi otto anni – i supermercati crescono come funghi, distruggendo anche aree verdi (come nel caso di via Decumana) e portandosi dietro il loro carico di gas serra, inquinamento, distruzione di biodiversità, sprechi alimentari, propri delle lunghe filiere dell’agroindustria, il nuovo regolamento relega i mercati contadini ad oggetti di mero folklore, buoni per aggiungere un po’ di “colore” ad alcune strade o piazze. O a narrare di una Bologna progressista che, in realtà, non esiste.

    Nessun investimento strategico, nessun cambio di direzione per favorire un modello più sostenibile di approvvigionamento alimentare per la città. Nessuna scelta che, favorendo lo sviluppo di reti alimentari locali, riduca la necessità di spostamento delle merci e la necessità di costruire nuove autostrade o di allargare quelle esistenti, tanto per fare un esempio.

    Nella città più progressista d’Italia è vietato accogliere le istanze dal basso e, per esempio, liberalizzare la nascita di nuovi mercati contadini. È soprattutto vietato realizzare la tanto sbandierata partecipazione. I percorsi di ascolto si concedono, ma solo se l’interlocutore è disposto ad accettare l’esito predeterminato dall’amministrazione cittadina. Così è stato anche per il regolamento dei mercati approvato ad ottobre. Costruito nelle segrete stanze di un paio di assessorati per poi convocare gli interessati e consegnare l’esito già confezionato, nonostante e contro le critiche mosse e argomentate dai protagonisti. 

    “Mangia questa minestra o salta dalla finestra”, potrebbe essere lo slogan con cui sintetizzare l’iter partecipativo costruito anche sul nuovo regolamento. Come, purtroppo, su tanti altri argomenti. Uno per ogni processo “partecipato” promosso dal Comune negli ultimi dieci anni. Almeno.

    Ma nemmeno all’interno del municipio funziona l’ascolto. L’ordine del giorno collegato al regolamento, infatti, nel tentativo di migliorare i contenuti dell’atto a cui fa riferimento, contiene indicazioni per rendere fruibili ed economicamente sostenibili i mercati. Ma nell’interlocuzione tra giunta e gestori dei mercati, queste indicazioni e linee guida spariscono, cancellate da una rigidità lesiva persino del rispetto dei processi e dei ruoli della democrazia rappresentativa.

    Ma se tutti questi ingredienti indigesti compongono la “minestra” preparata da questa amministrazione, noi abbiamo una proposta migliore: 

    VENITE A MANGIARE DA NOI!

    Mercoledì 14 dicembre,

    in piazza Nettuno,

    dalle 10,30 alle 12,30.

    Nel giorno dell’udienza conoscitiva sulla food policy felsinea “FICO style” (a base di dop, igp, doc, spacciati inspiegabilmente come sinonimi di filiera corta, e last minute market, venduto come soluzione allo spreco alimentare), che nulla ha a che vedere con le roboanti – e in parte condivisibili – premesse contenute nel documento che ci è stato fatto visionare in preparazione di questo incontro, Campi Aperti invita alla sua tavola i consiglieri comunali, gli assessori e il Sindaco. Lo facciamo per offrire loro una visione finalmente concreta di cosa sia la sovranità alimentare. 

    Estendiamo l’invito anche ai cittadini e le cittadine, a tutti i compagni e tutte le compagne di strada che ci hanno accompagnato e sostenuto in questi vent’anni di mercati, dai collettivi che hanno gestito gli spazi sociali che ci hanno ospitato, alle associazioni con cui abbiamo progettato e realizziamo i mercati nelle piazze della città. Così come ai coproduttori e le coproduttrici che da sempre contribuiscono con noi, concretamente, a garantire alla città una alternativa all’asfissiante onnipresenza di forme di commercio che mortificano l’ambiente e umiliano gli uomini e le donne, attraverso catene di sfruttamento che garantiscono il profitto di pochi a scapito dell’impoverimento della maggior parte dell’umanità.

    Allestiremo i tavoli (quelli che il Comune vuole farci pagare come fossero un dehors e non un libero spazio di socializzazione a disposizione dei cittadini, come invece sono) e imbandiremo un pranzo collettivo coi prodotti delle nostre aziende agricole, che offriremo a chi vorrà fermarsi con noi a fare due chiacchiere e a cercare di capire, insieme, come fare a garantire la sopravvivenza delle forme di vendita diretta a Bologna.

    A questo spuntino invitiamo, ovviamente, i media bolognesi, ma non solo. 

    Alle 11,30, infatti, aspettiamo i giornalisti per una  conferenza stampa,

    per spiegare le ragioni della nostra indignazione e le proposte che ribadiremo alla amministrazione e che speriamo di poter discutere, a tavola, con i rappresentanti politici comunali.

    Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione e per quanto farete per diffondere l’invito ai vostri amici e a quanti riterrete interessati, vi diamo dunque appuntamento sotto il gigante per mercoledì mattina. 

    Buona sovranità alimentare a tutti!

  • Perché questo regolamento non ci piace

    Perché questo regolamento non ci piace

    Perché questo regolamento non ci piace

    Lettera aperta alle e ai bolognesi

    Un paio di settimane fa, il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per i mercati contadini della città di Bologna.

    La proposta? Viene da noi!

    In realtà, la proposta di un nuovo regolamento l’abbiamo formulata noi di Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, una associazione di cittadine, cittadini, contadine e contadini biologici che da vent’anni (quindi, da prima che esistesse una legge nazionale) organizza, attivamente, sette mercati di vendita diretta su Bologna e Casalecchio. Avevamo chiesto la revisione del regolamento esistente perché ritenevamo che, dopo aver organizzato e gestito mercati in base a norme comunali ormai obsolete e, in parte superate, dalla legislazione nazionale, fosse opportuno offrire l’esperienza maturata per provare ad invertire le dinamiche presenti nel mondo agricolo.

    Il modello agricolo odierno e le prospettive con il nuovo regolamento

    Da decenni, infatti, le piccole aziende contadine vengono marginalizzate a favore di un modello produttivo ed alimentare che, tra le altre cose, contribuisce abbondantemente alla crisi climatica e ambientale in cui stiamo precipitando.

    L’agricoltura industriale che ha per terminale naturale la grande distribuzione organizzata, infatti, ha trasformato la produzione di alimenti in un processo lineare che genera povertà, sfruttamento della manodopera, inquinamento di aria, acqua e suolo, cibi di bassa qualità, spreco e, ultimo ma non per importanza, intorno al 40% delle emissioni di gas ad effetto serra del pianeta. Tale processo è, per di più, spesso finanziarizzato e porta alle speculazioni alle quali, ciclicamente, assistiamo. Una città che mira alla neutralità carbonica al 2030, dunque, non può più permettersi la proliferazione di supermercati e centri commerciali, ormai onnipresenti in qualsiasi area della città. 

    Occorre contrapporre a quel modello forme di agricoltura che rispettino l’ambiente, che garantiscano la chiusura dei cicli della materia, che aumentino la conservazione nei suoli del carbonio, che non distruggano la biodiversità, che valorizzino il lavoro dell’uomo e non quello delle macchine, che riducano l’immissione in ambiente di composti chimici di sintesi e l’emissione in atmosfera di gas ad effetto serra. Ci auguravamo che questo modello virtuoso venisse adottato da un comune che mira ad obiettivi climatici tanto ambiziosi. Il nuovo regolamento avrebbe potuto essere un primo, importante, passo in questa direzione.

    A cosa ci troviamo di fronte?

    Ci troviamo tra le mani, invece, un regolamento che non indica nessuna inversione di rotta. Un perfetto esempio di non-politica, come purtroppo se ne vedono tanti. I nostri mercati vengono trattati alla stessa stregua di esercizi commerciali e pubblici esercizi, fino a pretendere il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico per eventuali panche e tavoli da mettere a disposizione di chi li frequenta (spesso persone di passaggio che nemmeno acquistano presso i banchi dei nostri produttori), nemmeno fossimo in presenza di quei dehor ormai onnipresenti in città.

    Ma non solo. Non c’è nessun accenno a sgravi fiscali per l’occupazione del suolo, né al principio della liberalizzazione delle aree per la istituzione di nuovi mercati che, insieme – come tutto il resto delle proposte – agli altri gestori di mercati di vendita diretta, avevamo chiesto di adottare. Stiamo parlando di un’apertura ampia che si discosta in modo netto dal sistema di bandi che mettono in competizione gli organizzatori di mercati contadini, di fronte a poche piazze pubbliche messe a disposizione. Liberalizzazione che vige, invece – eccome se vige! – per i supermercati (tanto da vederne aprire anche all’interno di edifici storici nel cuore del centro cittadino), ma che non vuole essere applicata a forme meno impattanti di approvvigionamento alimentare della città.

    Una questione politica, ma non solo

    Insomma, al di là dei dettagli (ce ne sarebbero tanti altri), il nuovo regolamento non esprime una volontà politica di sostegno ad un modello. Ma, così facendo, in una sorta di cerchiobottismo furbetto, di fatto favorisce chi ha le spalle più grosse: agroindustria e GDO su tutte.

    E poco vale, ahi noi e ahi tutti, l’ordine del giorno collegato che rimanda, di fatto, a contrattazioni con i singoli settori dell’amministrazione – dall’assessorato al Bilancio a quello ai lavori pubblici, passando per la mobilità e per quello all’ambiente – per lo scioglimento dei diversi nodi che si è deciso di non risolvere col regolamento.

    Di fatto, è la certificazione della debolezza politica dello strumento appena adottato e consegna la sorte dei mercati contadini all’aleatorietà ed all’incertezza di trattative con le strutture esecutive, oltre che alla fragilità di equilibri politici che possono variare anche molto rapidamente.

    Ovviamente, noi, pensando alla sopravvivenza dei nostri produttori, parteciperemo a questo tour dei settori amministrativi e tecnici, cercando di mettere le toppe al sistema disegnato dal nuovo regolamento. Ma, se il Comune di Bologna abdica al suo ruolo di attore politico (o meglio, consapevolmente o meno, lo mette al servizio dei poteri forti), noi non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre rivendicazioni. Queste non sono a favore di una categoria, ma della libertà di scelta della comunità a cui, orgogliosamente, apparteniamo e, soprattutto, a favore di un futuro un po’ meno catastrofico di quello che, anche la mancanza di coraggio politico dei nostri governanti, ci sta preparando.

    Sovranità alimentare

    Questo è sovranità alimentare. Quella che proviamo a garantire da vent’anni. Quindi, in ogni occasione di incontro con gli amministratori, non mancheremo di ricordare loro la necessità di un cambio di orizzonte politico e inquadreremo le nostre richieste all’interno di questa cornice costringendoli, nel limite del possibile, a confrontarsi con questa visione.

    Ma anche fuori dagli uffici comunali, continueremo a batterci per il sacrosanto diritto a non far scegliere alla GDO di cosa dovremmo nutrirci e a riportare nelle mani dei cittadini il potere di determinare la propria alimentazione, anche compiendo il piccolo, ma potentissimo gesto di acquistare un semplice cespo di lattuga da un piccolo produttore locale. I nostri mercati rimarranno, altresì, luoghi di incontro perché, ora più che mai, è essenziale ricostruire un tessuto sociale che solo dalla reciproca contaminazione può ripartire.

    Ci vediamo in piazza.

  • Campagna Tesseramento 2023

    Campagna Tesseramento 2023

    Campagna tesseramento di Campi Aperti
     
    È iniziata la campagna tesseramento di Campi Aperti!!
     
    Domani, 30 ottobre, durante il Compleanno di Campi Aperti, potrai trovare il banchetto tesseramento, dalle 10 alle 18, in Piazza Dalla (e successivamente online e… vediamo se ci troverete in altre occasioni).
     
    Potrai scoprire cosa viene fatto da Campi Aperti grazie al tuo sostegno, dai progetti del Mutuo Soccorso a quello del Tutoraggio senza prestito
     
    👉🏼 Non perdere questa occasione: 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂, 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆𝒄𝒊𝒑𝒂, 𝒄𝒐𝒍𝒕𝒊𝒗𝒂!
    👉🏼 Non perdere questa occasione: 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒄𝒂𝒓𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒊 𝒆𝒏𝒆𝒓𝒈𝒊𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂𝒅𝒊𝒏𝒂!

  • Il Compleanno – Campi Aperti compie 20 anni

    Il Compleanno – Campi Aperti compie 20 anni

    Domenica 30 ottobre sarà per tutte e tutti noi un giorno importante, Campi Aperti festeggia i suoi 20 anni!

    Sarà una ricca giornata all’insegna della convivialità, musica, dibattiti ed ovviamente birra e vinello.

    Con la presenza del banco tesseramento e gadget

    Il programma

    Dalle 10 alle 18 Mercato contadino

    Dalle 10.30 – Crisi idrica e agricolture, modelli per un futuro possibile

    La crisi idrica della scorsa estate nella Pianura Padana e la

    devastante alluvione nelle Marche a metà settembre ci hanno mostrato

    l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sui territori e

    sull’agricoltura. Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Come la

    produzione di cibo dovrà e potrà rispondere ai cambiamenti climatici?

    Quali modelli di agricoltura possono mitigare questi cambiamenti e

    adattarsi meglio a essi? Quali politiche pubbliche sono necessarie?

    Ne discutiamo con:

    Federico Grazzini, meteorologo, ARPAE Emilia-Romagna

    Giovanni Dinelli, docente di agronomia, Università di Bologna

    Bruno Sebastianelli, Cooperativa La terra e il cielo (Arcevia, Ancona)

    Maurizio Gritta, Cooperativa Iris (Calvatone, Cremona)

    Paola Faduma Visalli, Fridays For Future Bologna

    Modera: Pier Paolo Lanzarini, Campi Aperti

     

    Dalle 12 alle 14Pranzo di autofinanziamento (portate le vostre stoviglie)

    Dalle 12.30Costruire un’intelligenza politica collettiva territoriale nel processo di convergenza e insorgenza

    Dopo il grande successo della manifestazione del 22 ottobre occorre ragionare su come continuare a coltivare il processo di convergenza che abbiamo avviato a Bologna e in Emilia-Romagna.

    La prima domanda che ci facciamo allora è la seguente: come possiamo costruire un’intelligenza politica collettiva territoriale che sia orizzontale, partecipata e inclusiva nel processo di

    convergenza e insorgenza?

    Ne parliamo, durante il compleanno di Campi Aperti, con attiviste ed attivisti delle realtà che hanno promosso la manifestazione “insorgiamo” a Bologna

    Dalle 12Musica con Radio Spore and friends

    h13.30 Mars on Pluto

    h14.30 CleptoCantautorato

    h15.30 Orchestra Bohemien

    h16.30 Balotta continua

    Vi aspettiamo numerosi in Piazza Lucio Dalla per celebrare assieme questo evento per noi così importante

  • La rete alimentare del suolo: compostare per rigenerare!

    La rete alimentare del suolo: compostare per rigenerare!

    15 e 16 Ottobre 2022
    presso la Lanterna di Diogene
    via Argine, 20, 41030
    Solara di Bomporto (Modena)
    per info e iscrizioni: ludovicapivari AT icloud.com


    CHE COS’È?
    Questo seminario è volto a fornire una
    conoscenza teorica e pratica sulla rete
    alimentare del suolo (in inglese Soil Food
    Web) e sull’agricoltura microbiologica,
    con particolare focus sulle pratiche
    di compostaggio termofilico e statico
    e sull’autoproduzione di ammendanti
    liquidi a base di microrganismi.

    A CHI SI RIVOLGE?
    Il corso è rivolto principalmente a contadini, giardinieri,
    orticoltori di qualsiasi scala, nonché a consulenti ed appassionati
    che vogliono intraprendere un cambiamento dall’agricoltura
    convenzionale e biologica a quella microbiologica, con
    l’abbandono di pratiche agricole legate alla meccanizzazione
    spinta e all’uso di fertilizzanti di sintesi.

    Workshop_Lanterna di Diogene

     

  • Una Borraccia per amica

    Una Borraccia per amica

    La borraccia

    Con l’intento di far conoscere maggiormente e rendere più coinvolgente la propria attività presso il mercatino in Via Pieve di Cadore, proponiamo l’iniziativa: Una borraccia per amica.

    Ogni venerdì dal 16 settembre al 7 ottobre in via Pieve di Cadore 3, chi porterà una/o amica/o a conoscere la realtà dell’associazione, potrà ricevere in omaggio un’utile borraccia!

    La borraccia sarà donata sia a chi accomapgna, sia a chi viene per la prima volta a conoscere il mercatino. Per riceverla basta recarsi presso il nostro informativo di Campi Aperti, sotto il portico.

    Questa iniziativa vuole promuovere le attività di Campi Aperti e aumentare lo occasioni per stare insieme e creare comunità.

    Mercato del Savena

    Per rimanere aggiornate ed aggiornati sul mercato del Savena, potete trovare i produttori qui: https://www.campiaperti.org/chi-siamo/lista-dei-produttori/ o navigare su Facebook, qui: https://www.facebook.com/mercatosavena/

  • Campi Aperti e IT.A.CÀ. – Festival del turismo responsabile

    Campi Aperti e IT.A.CÀ. – Festival del turismo responsabile

    Campi Aperti sarà attraversato da IT.A.CÀ., l’8 ottobre al mercato del Pratello nella tappa 𝐈𝐓.𝐀.𝐂𝐀̀ 𝐁𝐨𝐥𝐨𝐠𝐧𝐚 dal 𝟏𝟔 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 al 𝟏𝟔 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟐

    5 fine settimana dedicati al turismo responsabile e accessibile tra la città felsinea e l’Appennino bolognese!

    Tanti eventi sul tema “𝙃𝙖𝙗𝙞𝙩𝙖𝙩 – 𝘼𝙗𝙞𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤”: incontri, laboratori, presentazioni, itinerari a piedi e in bicicletta, musica, spettacoli e tanto altro

    Al link, il programma completo per la tappa bolognese: https://www.festivalitaca.net/portfolio-articoli/it-a-ca-bologna-3/

  • I sollevamenti della terra. Una marcia per dire no a opere dannose e imposte!

    I sollevamenti della terra. Una marcia per dire no a opere dannose e imposte!

    DALLA RISAIA DI PONTICELLI AL CORNO ALLE SCALE. 

    I sollevamenti della terra.

    Una marcia per dire no a opere dannose e imposte. 

    Perché la marcia?

    La Regione Emilia Romagna ha stanziato 5,8 milioni di euro per il progetto di un nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale. Il progetto prevede lo smantellamento della seggiovia esistente e il suo prolungamento di circa 200 metri su un tratto di montagna ripido e battuto da forti venti. Siamo contrari a questa nuova opera, e tali restiamo anche di fronte alle immaginarie “varianti” che talvolta vengono proposte.

    Ci sono evidenti motivi di tutela della montagna a giustificare la nostra contrarietà, ma anche considerazioni ambientali di ordine più generale. A causa dei cambiamenti climatici la neve naturale non è sufficiente a garantire piste innevate sotto i 2000 metri, e quindi deve essere “sparata” una quantità esorbitante di neve artificiale, che ha costi energetici elevatissimi e comporta il prelievo e la contaminazione delle acque. Il principale promotore dal lato imprenditoriale della nuova opera, Marco Palmieri (Piquadro), secondo “Un’idea di Appennino” (Maggio 2022) si dice soddisfatto dalla stagione sciistica al Corno, ma, scrive il mensile, “la siccità […] ha obbligato ad un massiccio impiego di neve artificiale” e dunque “c’è bisogno delle conferme dei denari pubblici nonché di ulteriori misure, magari per quanto riguarda le bollette dei consumi energetici, cresciute oltremodo negli ultimi mesi.” Nel pieno della crisi climatica, e con costi dell’energia sempre in crescita, mettere soldi pubblici (cioè nostri) su operazioni di questo tipo ci sembra sconsiderato.

    Sulle modalità con cui vengono stanziate le risorse pubbliche torneremo più avanti.

    Perché la risaia (e perché il Passante)?

    La marcia è la modalità di lotta che abbiamo deciso di intraprendere contro quanto descritto. Una marcia lenta, sentendo la terra sotto i piedi, attraverserà la provincia bolognese da Ponticelli di Malalbergo fino al Corno alle Scale. Il punto di partenza non è casuale, ma si ricollega a una battaglia vinta da attivisti/e e militanti della pianura raccolti nella Rete NO HUB, che ha impedito la cementificazione di un’antica risaia che stava per essere sacrificata sull’altare della logistica. Altro progetto “simbolico” che incontreremo lungo il cammino è quello del Passante di Bologna, ovvero l’allargamento del sistema Autostrade/Tangenziale fino a 16/18 corsie. Il progetto è voluto da governo nazionale, Regione, Città Metropolitana e Comune capoluogo ed è ampiamente riverniciato di “green” e “partecipazione”. Tuttavia, le istituzioni che lo propongono non hanno neppure risposto alla richiesta di sottoporlo a una Valutazione di Impatto Sanitario. Al servizio degli attesi 65 milioni di veicoli/anno saranno costruiti 8 nuovi distributori di benzina, gran parte dei quali su terreno agricolo.

    Logistica e cemento contro l’agricoltura

    Colto o incolto che sia, un terreno cementificato è perso per sempre. La terra ci nutre, trattiene l’acqua, immagazzina il carbonio. Un quarto della biodiversità del pianeta si trova nel suolo. Non possiamo restare insensibili! Fra il 2019 e il 2020 il suolo consumato in Italia è aumentato di 56,7 chilometri quadrati, ovvero un equivalente di circa oltre venti campi di calcio al giorno (fonte Sole 24Ore, 2/12/2021). A ondate successive, le costruzioni industriali, residenziali e ultimamente per la logistica hanno proseguito l’opera di distruzione (e la logistica, come le

    vicende dell’ Interporto dimostrano, ha spinto in avanti anche le dinamiche di sfruttamento della manodopera). Nulla di concreto viene fatto per recuperare le aree dismesse, e si preferisce, per avidità, cementificare aree verdi. Avremmo invece bisogno di agricoltura di prossimità per poter mangiare cibo sano e locale, non dipendente da catene di fornitura lunghe, inquinanti, costose e fragili. La cementificazione conviene solo agli

    speculatori immobiliari, alle multinazionali dell’agroalimentare, alle catene dei supermercati e alle potentissime aziende della logistica.

    Terra sprecata, soldi buttati

    Le promesse degli amministratori quando promuovono opere inutili e nuovi scatoloni per la logistica sono sempre due: crescita economica del territorio e lavoro. Sono promesse false. Molti di più sarebbero i posti di lavoro e il benessere sociale promuovendo e finanziando sanità pubblica, cultura e lavori sostenibili e utili. Dopo decenni in cui ci hanno detto che “i soldi non ci sono”, ora è evidente che mentivano. Il nuovo modo per nasconderli è vincolarli a una destinazione. Così succede per il Passante, così per il PNRR, e così per i 5,8 milioni destinati al nuovo impianto di risalita. Che dovrebbero trovare destinazioni assai migliori. Sta all’intelligenza sociale individuarle e imporle.

    Non ci aspettiamo più nulla dai governanti che hanno accelerato il disastro. Nessuno può ignorare la catastrofe che ne consegue.

    Si tratta ancora una volta di riprendere in mano il nostro destino e di organizzarsi per passare all’azione.

    L’assemblea promotrice, 5 giugno 2022.

     La marcia partirà da Ponticelli presso la Casa del Popolo il 2 settembre e l’arrivo previsto al Corno alle Scale è l’11 settembre. Tappe e altre informazioni verranno divulgate a breve.

     Per info: sollevamenti@riseup.net

  • Tenetevi libere/i il 22 ottobre: convergere per insorgere, a Bologna

    Tenetevi libere/i il 22 ottobre: convergere per insorgere, a Bologna

    INVITO

     

    TENETEVI LIBERE/I IL 22 OTTOBRE:

    CONVERGERE PER INSORGERE, A BOLOGNA

     

    “E’ l’ora della convergenza, di sovrastare con le nostre voci unite ogni “Bla Bla nocivo”, per uscire dalla testimonianza e insorgere”.

    A partire da queste parole, lo scorso 26 marzo ci siamo trovate/i in decine di migliaia a Firenze per un grande corteo che ha attraversato la città.

    La siccità, lo scioglimento di ghiacciai secolari, le ondate di calore sempre più intense, sono la drammatica conferma del cambiamento prodotto dal riscaldamento globale. Siamo nella costante lotta per arrivare a fine mese, contro il precariato, gli appalti, contro il carovita per un salario degno. Ma la lotta per arrivare a fine mese non ha nessun senso se non si vince quella contro la ‘fine del mondo’. Ed è impossibile coinvolgere fette crescenti della popolazione nella lotta contro la fine del mondo, se non le si carica della lotta di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.

    Vivere una vita non vuol dire solo avere un’occupazione e un salario, ma ha a che fare con la qualità del nostro tempo libero e dei luoghi che viviamo, con il riconoscimento delle nostre identità, con la dimensione ecologica del nostro contesto quotidiano, con i tanti diritti inalienabili che rivendichiamo nelle nostre città, a partire da casa, spazi sociali, mobilità collettiva e sostenibile, sanità e cultura.

    Un tempo avremmo detto: vogliamo il pane e vogliamo anche le rose. Oggi aggiungiamo, vogliamo il pane e che le rose non muoiano nel caldo torrido, o affogate dalle conseguenti alluvioni.

    Dopo più di due anni di pandemia, il lavoro emerge sempre più come netto sfruttamento, mentre nel nome dell’economia di una guerra che ripudiamo si aumentano le spese militari a scapito di quelle sociali, e l’inflazione causa l’aumento del costo dei beni di prima necessità; nel pieno della crisi climatica, la più grande sfida che l’umanità si sia trovata ad affrontare nella sua storia millenaria, governi e lobby economiche continuano a parlarci di armi, crescita del PIL, grandi opere, combustibili fossili, perpetuando un modello patriarcale che ci ha portato sull’orlo del baratro. Il lavoro che ci propongono è tanto precario da rendere precaria la nostra stessa vita, appesa alle bollette da pagare o ad un rinnovo di contratto. Il boccone che ci chiedono in cambio è salato: inquinamento, crisi economica, restrizione della democrazia.

    Vogliamo perseverare nel ‘convergere per insorgere’ perché, come abbiamo affermato a Firenze, “​​è l’attuale modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale che bisogna ripartire”.

    Da questo punto di vista, Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentano un laboratorio, dove i partiti di maggioranza dei governi locali e regionali sperimentano convergenze tossiche che garantiscono il ‘business as usual’, rendendo grandi opere d’asfalto e cemento il “simbolo della transizione energetica nazionale” e facendo dei rigassificatori e delle trivellazioni lo strumento per la transizione verso le fonti rinnovabili; definendo questo territorio la ‘Motor Valley’, ovvero un luogo che rifiuta di rinunciare alla nicchia di mercato delle ‘super-car’ per garantire un futuro vivibile alle proprie figlie e ai propri figli; sostenendo, attraverso le sovvenzioni PAC, il sistema dei grandi consorzi agroalimentari rivolti al mercato globale, dell’allevamento industriale e della grande distribuzione organizzata. Un sistema che genera sofferenza animale, perdita progressiva di biodiversità, concentrazione della terra in poche mani, inquinamento del suolo, dell’aria, delle acque e del cibo; favorendo la monocultura del turismo nelle città e delegando alla rapacità delle piattaforme digitali che massimizzano i propri profitti inquinando i territori e precarizzando e impoverendo ulteriormente il lavoro, mentre gli spazi pubblici e comuni vengono privatizzati e sottratti agli usi collettivi. Un modello che continua a mettere il PIL e la corsa delle merci e dei profitti prima della trasformazione radicale da cui bisogna invece partire, e che per nascondere le proprie responsabilità dichiara, a sole parole, l’emergenza climatica.

    Ma Bologna e l’Emilia Romagna sono anche la terra dove contadine e contadini, insieme alle comunità nei territori, salvaguardano e ricostruiscono una rete alimentare agro-ecologica e locale, basata su sistemi di produzione, distribuzione e consumo che mettono al centro un rapporto non predatorio con la terra, l’autogestione, la creazione di relazioni non gerarchiche, l’accesso a cibo genuino e una sana alimentazione per tutte/i; la terra di lotte sociali diffuse; lo spazio di conflitti sindacali determinanti nel far crescere i diritti di tutte/i; il luogo in cui si sperimenta una crescente opposizione alle grandi opere che, passando dai centri per la logistica agli impianti di risalita sugli Appennini, ha nell’allargamento delle autostrade che convergono su Bologna e del cosiddetto ‘Passante di Mezzo’ il suo elemento simbolico più forte: in quelle strisce d’asfalto, infatti, c’è tutta l’arroganza di un sistema che vuol continuare a garantire profitti invece che diritti, cementificazione invece che transizione, imposizione invece che condivisione.

    Bologna può insorgere come Firenze ha fatto il 26 marzo. Può arricchire con i propri prevalenti, le proprie lotte, un processo di insorgenza che è “per questo, per altro e per tutto”. Il processo di convergenza può a sua volta arricchire Bologna di nuovi rapporti di forza.

    Dal 7 all’11 settembre torna a Venezia il Climate Camp e il 23 settembre in tutto il mondo le/i giovani saranno in piazza per rivendicare giustizia climatica, e noi saremo tra loro. Crediamo che anche questo climate strike debba essere seguito da una data di convergenza e proponiamo che essa sia il 22 ottobre.

    Il 23 settembre e il 22 ottobre sono un’unica data. Distanti nel calendario, vicine nei temi e nel processo. Il tema non è Governo vecchio o Governo nuovo, ma mondo vecchio o mondo nuovo. Qualsiasi nuovo governo ci troveremo di fronte, la nostra agenda di mobilitazione deriva dalla nostra urgenza di cambiamento. Non viene dettata da quella che sarà la combinazione parlamentare che potrà uscire dalle urne. È dettata dalla enorme crisi idrica, dal riscaldamento climatico, dall’inflazione, dall’escalation bellica mondiale.

    E allora, tenetevi libere e liberi: esattamente il 22 ottobre a Bologna, con una piazza che, al di fuori delle ritualità e con la capacità di collocarsi all’altezza del momento eccezionale che stiamo vivendo, sia in grado di far esprimere i percorsi sociali, sindacali, i movimenti e le lotte in un passaggio di potenziamento collettivo e di insorgenza per iniziare a costruire un movimento popolare ampio, che diventi capace di rovesciare i rapporti di forza in questo paese.

    Per i diritti, l’ambiente, la salute, gli spazi pubblici e comuni, una vita bella e per la pace, è ancora tempo di convergere: per questo, per altro, per tutto, tenetevi libere/i il 22 ottobre 2022: ci vediamo in piazza a Bologna!

    Vogliamo costruire un percorso includente, plurale, convergente. Questo testo rappresenta un invito al quale le tante lotte che condividono queste righe possono contribuire con documenti e approfondimenti: a settembre vi invitiamo a momenti di confronto e incontro che culmineranno in un’assemblea regionale nel primo weekend di ottobre a Bologna.

     

    Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

    Fridays For Future Italia

    Assemblea No Passante Bologna

    Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna

     

    #insorgiamo

  • Aperitivo mapuche solidale

    Aperitivo mapuche solidale

    ‼️ Sosteniamo la lotta del Machi Celestino Cordova ‼️
    Piazza Verdi, 27 giugno, dalle 18, faremo un aperitivo in sostegno alla lotta del Machi Celestino Cordova.
    🍹 Uno spritz, solo noi sappiamo fare, e non quello classico, eh!
    Siete curios*? Venite a trovarci!
    👉🏼 Il ricavato sarà destinato alla comunità mapuce di Temuco Cile.

  • Convergere per insorgere

    Convergere per insorgere

    Convergere per insorgere. Trasformazione ecologica e giustizia climatica

    La transizione ecologica è un processo necessario. Le élite politiche ed economiche cercano di governare (e spesso di rallentare) questo processo con l’obiettivo di mantenere le proprie fonti di potere e di profitto. Negli ultimi anni, movimenti e organizzazioni ambientaliste hanno elaborato e proposto progetti di conversione ecologica che hanno come elemento cardine un’idea allargata di giustizia sociale, da immaginare con il contributo di gruppi operai e contadini e di organizzazioni sindacali, a partire da conflitti sociali e sperimentazioni di pratiche, con una grande partecipazione democratica.

    Non è altro che questo, la giustizia climatica: una cornice politica all’interno della quale questione sociale e questione ecologica si annodano fino a schiudere un unico orizzonte di trasformazione radicale.

    👉🏼 In questo incontro parleremo, ad esempio, della lotta con la quale la società civile di Civitavecchia si è opposta alla trasformazione della centrale a carbone dell’Enel in centrale a metano e ha invece supportato la costruzione di impianti per l’energia eolica e solare; della proposta di un “polo pubblico per la mobilità sostenibile”, da parte del collettivo di fabbrica ex-Gkn; del progetto per la sovranità alimentare e per l’agroecologia, elaborato da gruppi contadini e del consumo critico in Emilia-Romagna; delle esperienze del Tavolo Basta Veleni di Brescia sulla bonifica di siti industriali inquinati e sul trattamento dei rifiuti speciali.

    Obiettivo del dibattito è uno scambio di esperienze tra mobilitazioni differenti, sui temi dell’organizzazione, della mobilitazione, dei rapporti con le istituzioni e con le grandi imprese, della necessità di unire le lotte per l’ambiente e per il lavoro.

    Intervengono:

    📌 Germana Fratello (Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna),

    📌 Paola Imperatore (Fridays for Future Italia),

    📌 Riccardo Petrarolo (Collettivo NO al Fossile – Civitavecchia),

    📌 Marino Ruzzenenti (Fondazione Micheletti – Brescia),

    📌 Dario Salvetti (Collettivo di Fabbrica ex-GKN – Firenze),

    📌 Luca Tassinari (Aria Pesa – Bologna)

     

    📅 Martedì 28 giugno 2022, h. 17.30, presso il mercato contadino di Campi Aperti in via Paolo Fabbri 112, nel piazzale accanto a VAG61 a Bologna

  • 5 per mille… contadini!!

    5 per mille… contadini!!

    Hai mai sentito parlare di economia di comunità? Bene, questa è la volta giusta! 

    Donando il tuo 5xmille alla nostra associazione potrai permettere di mettere a frutto tutte quelle iniziative attorno all’accesso al cibo sano, etico e sostenibile sia per te che per l’ambiente.

     

    Contribuisci a creare un circuito di economia solidale dove potrai sentirti parte di una comunità in lotta per un obiettivo comune.

  • 25 giugno a teatro per S.E.M.I.S.

    25 giugno a teatro per S.E.M.I.S.

    Vi ricordo che sabato prossimo nell’ambito dell’iniziatina semiNati presentiamo presso il teatro delle Ariette in via Rio Marzatore 2781 in Valsamoggia Castello di Serravalle lo spettacolo:
    S.E.M.I.S. Spettaolo Europero di Mobilitazione per l’Indipendenza dei Semi
    Per l’organizzazione sarebbe importante capire quanti saremo, fatecelo saper qui in lista oppure WA o sms al 371 1993478
    Gruppo semi Campi Aperti
    « Dietro tutto quello che mangiamo ci sono dei semi, delle persone, delle storie » : Nouvelle Plague si interessa da sempre di storie nascoste, dimenticate, perdute. Quella dei semi, non è una storia sola, è una narrazione infinita di un intreccio di tradizioni; viaggi, culture e incontri spesso silenziosi perché vietati. Il tema delle semenze rurali – e quindi quello dell’alimentazione – ha molto a che vedere con la nostra vita quotidiana, eppure per la maggioranza delle persone rappresenta qualcosa di apparentemente distante, quasi invisibile. Il teatro ha la capacità di lavorare anche con l’invisibile e spesso di renderlo visibile grazie alle metafore, ai personaggi e allo spostamento di punto di vista che permette di mettere in atto. (Giulia Bocciero, NP)

  • Nuovo mercato a Casalecchio

    Nuovo mercato a Casalecchio

    ‼️ Nuovo mercato a Casalecchio ‼️
    C’è una grande novità, Campi Aperti apre un nuovo mercato a Casalecchio!!
    📅 Si parte venerdì 20 maggio alle 16.30 in Via dei Mille nel parcheggio del Municipio!
    L’inizio del mercato di Casalecchio è in grande stile, non solo alimenti, ma anche:
    📌 Si parte alle 17, con la nostra produttrice Valentina di Humus e il suo laboratorio con fiori secchi ed erbe, per bambin* e adulti
    📌 Per le 18, Alessia del banco info di Campi Aperti con un laboratorio per tutt* sulla carta riciclata (portate la vostra, mi raccomando)
    📌 Alle 19, Dj set autogestito di funky/soul/reggae
    Accorrete!!

  • Tutoraggio Senza Prestito 21- Patto mutualistico MAG6 e CA

    Tutoraggio Senza Prestito 21- Patto mutualistico MAG6 e CA

    Ecco qui il report del percorso intrapreso tra Mutua Auto Gestione di Reggio Emilia e Campi Aperti nell’anno 2021.

    E’ il terzo anno che lo facciamo!

    Insieme a MAG una azienda produttive ha fatto una analisi finanziaria ed economica delle proprie attività per capire come muoversi nel futuro e come pianificare investimenti/disinvestimenti, collaborazioni, modifiche strutturali.

    Abbiamo iniziato a febbraio 2020 e stiamo per iniziare il terzo ciclo!

    ECCO IL REPORT DELL’ Anno 2021

    La Lanterna di Diogene

    Azienda: https://www.campiaperti.org/schede_produzione/#lanterna

    Video degli incontri:

    • Gli strumenti di Base: finanza ed economia

    AMBIENTE del video: pieno campo

    31 marzo 2021 – Prima parte

    31 marzo 2021 – Seconda parte

    31 marzo 2021 – Ultimi 10min

     

    • Come guardare il bilancio preventivo, come andare avanti senza tutor

    AMBIENTE del video: serra

    15 novembre 2021 – Prima parte Questa parte ha avuto problemi di connessione, meglio nella seconda

    15 novembre 2021 – Seconda parte

     

    • Flussi di cassa – Settori

    AMBIENTE del video: pulcinaia riadattata a taverna

    24 gennaio 2022

     

    • Prassi per avere il Bilancio Preventivo ogni anno

    AMBIENTE del video: pulcinaia riadattata a taverna

    25 febbraio 2022

     

    E stiamo iniziando il percorso dell’anno 2022!!!

    Mercoledì 18 maggio ore 9:00- 12:30 a Cà Battistini in Valsamoggia

    Azienda: https://www.campiaperti.org/schede_produzione/#battistini

    Più info sull’anno in corso…. in mailing list campiaperti assemblea!

    Dal report è possibile capire che strumenti si sono usati ed anche adottarli, ma è necessario l’uso del computer e di un software per i fogli di calcolo, come https://www.libreoffice.org/.

    Ri cordo qui il report del primo anno

    Anno 2020 Aziende:

    Az. Agr. Terra Memoria e Pace

    https://www.campiaperti.org/schede_produzione/#memoria

    Fattoria Giardino di Carla coriani

    https://www.campiaperti.org/schede_produzione/#coriani

    Report:  REPORT a pagina intera,oppure link breve https://tsp.vado.li

  • Comunicato Mondeggi Bene Comune del 13/04/2022

    Alla Città Metropolitana,
    Al sindaco Nardella ed al suo partito,
    A tuttə coloro che in questi anni con rabbia ed amore hanno difeso e
    creato una nuova forma di autogoverno dal Basso : Mondeggi Bene Comune.
    Dall’ultimo aggiornamento riguardo il destino della tenuta di Mondeggi,
    vecchio ormai di un mese e mezzo, diversi accadimenti hanno fatto il
    loro corso; tutto ciò, purtroppo, non ha contribuito a dissipare
    minimamente gli enormi punti interrogativi di cui la vicenda è farcita.
    Ci eravamo lasciati nel bel mezzo della stesura del progetto che la Città Metropolitana intendeva inoltrare al Ministero competente in modo da intercettare i fondi europei del PNRR. Lavoro coordinato da
    tecnici dell’Università di Firenze, a cui il comitato Mondeggi Bene
    Comune ha partecipato in maniera attiva – pur non avendo avuto alcun
    riconoscimento formale – fornendo contributi concettuali e operativi
    sviluppati in otto anni di lavoro e permanenza in loco. Nonostante ruoli
    e percorsi differenti, le convergenze con i progettisti sono state
    molteplici: senza entrare nei dettagli per ovvi motivi di spazio,
    entrambi abbiamo intuito ed evidenziato le potenzialità della tenuta in
    termini di aggregazione sociale e produzione agro-ecologica di cibo
    sano, di formazione orizzontale, accoglienza di soggetti vulnerabili e di sviluppo di rapporti gestionali e
    produttivi differenti e innovativi, incentrati sull’utilizzo collettivo
    del bene. Il risultato di tale lavoro, durato un paio di mesi, ha preso
    forma in un documento, purtroppo ad oggi non ancora consultabile, che
    avrebbe dovuto vincolare rigidamente il futuro di Mondeggi alle linee
    guida appena toccate; insomma una base solida sulla quale impalcare il
    processo di co-progettazione dal basso con i potenziali futuri attori
    del progetto, così come stabilito dall’iter iniziale.
    In parallelo a tutto ciò, dopo insistenti richieste durate mesi, si è
    finalmente aperto un momento di confronto tra l’esperienza di Mondeggi
    Bene Comune e la Città Metropolitana di Firenze: alcuni portavoce del
    comitato hanno incontrato alcune delle figure tecniche e politiche
    deputate a gestire la questione. Incontri in verità interlocutori, in
    cui le parti hanno dibattuto astrattamente sulle specifiche esigenze e
    posizioni, senza purtroppo avere a disposizione una base concreta di
    confronto. Incontri terminati, per adesso, in attesa dell’elaborazione
    che l’ente pubblico si è riservato di dare al documento emerso dal
    lavoro dei progettisti, che evidentemente non soddisfaceva in pieno le
    necessità dei tecnici metropolitani.
    Siamo adesso in una fase di stallo: la revisione in corso da parte della
    Città Metropolitana sta di fatto prolungando l’attesa e gli
    interrogativi sul destino della fattoria. Se la parte del progetto già
    inoltrata in sede europea – e già, quindi, ufficializzata – è pressoché
    limitata all’elenco degli interventi di manutenzione strutturale,
    l’ambito più squisitamente politico rimane tuttora da sviscerare. Perché
    questa dilazione, ci chiediamo? Quali sono gli aspetti che, dopo mesi di
    lavoro serrato, a cui ha partecipato la stessa Città Metropolitana,
    restano contraddittori a tal punto da necessitare di una revisione ex
    post? Il bisogno di tempo è funzionale alla lettura e condivisione
    diffusa all’interno del palazzo, oppure ad una modifica sostanziale dei
    principi contenuti nel testo?
    Tutto questo non lo possiamo ad oggi sapere; il contesto e le parole
    udite, però, ci autorizzano a formulare supposizioni. A fronte di alcune
    convergenze, resta evidente una distanza tra la posizione di Mondeggi
    Bene Comune e quella dell’ente metropolitano: se da una parte la spinta
    mira al riconoscimento del “bene comune Mondeggi”, implementando e
    regolarizzando quello che è l’agire attuale, dall’altro l’impressione è
    che la dimensione economica resti preponderante. Il fatto che la
    Mondeggi del futuro debba camminare con le proprie gambe, e non tornare
    ad essere l’attività in perdita che era anni or sono, è fuori
    discussione per tutti; subordinare però a questa esigenza ogni velleità
    trasformativa, annegando nell’economicismo asettico il potenziale
    sociale già parzialmente emerso in questi anni di lavoro, ci pare un
    errore miope. Un progetto che sia innovativo deve saper osare: così come
    Mondeggi Bene Comune ha osato otto anni fa presidiando permanentemente
    la tenuta, salvandola dai reiterati tentativi di vendita, oggi è l’ente
    pubblico che è chiamato a sganciarsi dagli schemi consolidati per
    lanciarsi in qualcosa che sia diverso; ovvero trasversale, partecipato,
    collettivo. Nel consueto gioco a scaricabarile della politica serve
    qualcuno che se ne assuma la responsabilità, indicando a tecnici e
    dirigenti la strada da seguire. Ci rivolgiamo allora al Sindaco Nardella
    perché al più presto elabori una posizione e la esprima alla
    collettività; una posizione che sia rappresentativa della volontà
    politica del suo partito, e che possibilmente non collimi con la
    consuetudine del minimo sforzo e minimo rischio.
    Prendere in reale considerazione il riconoscimento della Dichiarazione
    di Uso Civico, ed interrompere la spirale mediatica che da anni si
    aggrappa ad un concetto di legalità che tutto rappresenta fuorché un
    ideale di giustizia, ci sembra un primo passo sin troppo atteso. In una
    recente intervista radio sull’infelice sgombero dell’occupazione di
    Corsica 81, a cui va tutta la nostra solidarietà, lo stesso Nardella ha
    descritto la Mondeggi del futuro come un “modello di autogestione”, una
    sorta di laboratorio dal basso di nuove pratiche collettive; se queste
    parole corrispondono al vero, e non sono soltanto un tentativo di
    dividere tra “buoni e cattivi”, è adesso il momento di tradurle in
    pratica.
    Come comitato Mondeggi Bene Comune, infine, attendiamo l’esito di questo
    confronto convinti delle nostre ragioni. Abbiamo in questi mesi dato la
    nostra massima disponibilità al dialogo in ogni sede e su ogni
    argomento; non siamo però disposti a scendere passivamente a patti su
    quelli che sono i principi che ci animano e che hanno permesso alla
    fattoria di rifiorire in questi otto anni: abbiamo difeso Mondeggi
    perché fosse veramente di tuttə, e non ci fermeremo certo adesso.

  • 26 marzo: Manifestazione a Firenze con GKN, per il clima!

    Vorremmo ribadire l’importanza di una larga partecipazione  alla marcia del 26 all’interno di quello che é ormai definito : “spezzone ecologista e contadino.”
    Sono già (nella fretta ) stati scritti 2 comunicati che rilanciano l’appuntamento di sabato e con cui vorremmo incontrarci e partire alle ore 14 PUNTUALI da Santa Maria Novella per raggiungere il corteo dove saremo i secondi a partire dopo la testa.
    *RESISTENZA CONTADINA E SOVRANITA’ ALIMENTARE*
    Raccogliendo* l’appello del Collettivo di fabbrica GKN e di Fridays for future* saremo in piazza a Firenze il 26 marzo insieme ai lavoratori e alle lavoratrici in lotta e a tutte e tutti coloro che hanno deciso di “convergere per insorgere per questo, per altro, per tutto”. Il nostro “per questo” è rendere visibile dentro il corteo *uno spezzone contadino agroecologico *che nelle sue pratiche concrete vuole costruire qui ed ora alternative al sistema di sfruttamento delle persone e della natura che ci
    sta portando al disastro.
    Invitiamo tutte le realtà che condividono questa impostazione a un preconcentramento alle ore 14 a Santa Maria Novella per arrivare insieme a Piazza Vittorio Veneto, dietro lo striscione “Resistenza contadina e Sovranità alimentare”. Ogni realtà caratterizzerà lo spezzone con propri striscioni o strumenti comunicativi che evidenziano le proprie pratiche.
    DA BOLOGNA C’è POSSIBILITÀ DI MUOVERSI IN PULLMAN
    GC Firenze
    Mondeggi Bene Comune
    Rete per la sovranità alimentare Bologna
    Fuorimercato, autogestione in movimento
    RiMaflow, fabbrica recuperata, Milano (altro…)