Quando ci capita di parlare con i contadini che chiedendo di iniziare a vendere ai nostri mercati ci si incarta sempre un po al tema “autogestione”. Non perché non abbiamo un’ idea precisa sulla questione anzi, ma risulta sempre difficile spiegare un sistema che normalmente non si incontra nell’ordinario vivere sociale.

In termini concreti per noi autogestione significa che le decisioni che riguardano l’entità CampiAperti vengono prese sempre in assemblee aperte. Questo prendere le decisioni tutti assieme, con il coinvolgimento dei coproduttori che lo desiderano o dei semplici passanti, porta ad alcune conseguenze per noi fondamentali: innanzi tutto gli individui sono direttamente sollecitati a maturare una propria opinione sull’argomento in discussione, quindi a diventare soggetti attivi del processo decisionale. Inoltre l’apertura delle assemblee, il fatto che chiunque possa sedersi nel nostro “cerchio magico” fatto normalmente di 70-80 persone, rappresenta una sorta di garanzia che l’assemblea sta lavorando per il bene comune e non per interessi individuali o corporativi.

Nelle assemblee, per quanto possibile, cerchiamo di non spaccarci in posizioni contrapposte utilizzando il metodo del consenso o dell’assenso. Le discussioni su temi particolarmente importanti hanno durata anche molto lunga, e portano spesso a sintesi e soluzioni creative.

Dopo anni di sperimentazione dell’autogestione dentro CampiAperti ci sentiamo di dire che abbiamo costruito una vera e propria intelligenza collettiva, ovvero un’intelligenza politica che lavora meglio e più efficacemente di quella dei singoli.

Questo nostro modo di essere, di vedere e di fare è stato immediatamente riconosciuto e accolto dagli spazi sociali bolognesi. In particolare dentro XM24 moltissimi collettivi sviluppano percorsi di autogestione assolutamente paralleli ai nostri, anche se trattano altri temi come lo sport popolare, la musica e l’arte, il meticciamento culturale o la mobilità alternativa…

Ma se le altre esperienze di autogestione vengono di fatto soffocate che fine faremo noi?

Di ossigeno abbiamo bisogno, e per noi l’ossigeno è dato principalmente da chi promuove dibattito, partecipazione, responsabilità etica e politica, cooperazione e solidarietà, coinvolgimento diretto. Senza questi valori non si sceglie di produrre e consumare il cibo biologico di prossimità proposto da CampiAperti.

Contrariamente a molti nostri compagni di strada abbiamo accolto favorevolmente i patti di collaborazione proposti dal comune. Non solo per i vantaggi economici dovuti alla riduzione delle imposte su occupazione di suolo pubblico e rusco, ma perché ci sono sembrati un passo verso il riconoscimento delle situazioni di auto organizzazione presenti in città.

Però attenzione! Non si può dare uno e prendere dieci. Se per CampiAperti i patti di collaborazione sono stati un passo in avanti chiudere XM24 (e Labas) significa fare dieci passi all’indietro, significa spegnere la più importante realtà di auto organizzazione popolare presente in città da 15 anni a questa parte.

Ci colpisce la cecità che porta a non riconoscere l’importanza del ruolo sociale, politico, culturale, che ha Xm24 alla Bolognina. E non vogliamo credere che la promessa di chiusura sia dovuta solo al fatto che XM24 non fa parte dei clientes delle forze politiche al governo della città, o peggio, per inseguire i deliri securitari della destra più becera. Non vogliamo credere che la parola “sinistra” non abbia più alcun significato.

Per questo siamo scesi in sciopero. Per tentare di far ragionare chi ha il potere di cambiare il corso degli eventi. Ci riusciremo o l’imbarbarimento della politica alla fine avrà il sopravvento?

Staremo a vedere.

carlo

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