Alla fine ce l’hanno fatta! Mattarella ha firmato il DDL sicurezza e il TAR del Lazio ha respinto il ricorso: la libera coltivazione e vendita di canapa CBD – che non presenta alcun principio attivo stupefacente – è stata vietata. Un grande favore all’industria farmaceutica, che avrà il monopolio della vendita della canapa. Un colpo mortale alle migliaia di aziende aziende agricole e rivenditori, piccoli e grandi, che si ritrovano da un giorno all’altro ad essere obbligati a chiudere la propria attività. Tra questi diverse aziende agricole di Campi Aperti, che avevano fatto della produzione della canapa CBD la propria fonte di sostentamento.
Per opporci al “nulla che avanza” invitiamo tutti e tutte a partecipare al CanaPRIDE – lunedì 5 maggio dalle 18 in piazza VIII Agosto – una festa/presidio per esprimere insieme la nostra opposizione alla messa al bando della canapa CBD e per sostenere la resistenza e la disobbedienza civile al DDL sicurezza.
Vi aspettiamo domenica 16 febbraio dalle 10 alle 17, all’Ostello di Cereglio, per la giornata aperta dedicata al valore della mutualità e alle pratiche di economia di comunità esistenti all’interno della comunità diffusa sul territorio, nelle reti di relazioni e nelle progettualità che la attraversano.
Fateci sapere se partecipate, sopratutto per via dell’organizzazione del lauto pranzo che stiamo premeditando! Scrivete a info@reteappenninica.it!
L’incontro è organizzato dalle comunità di Mag6, cooperativa di finanza autogestita di Reggio Emilia, Campi Aperti- Rete contadina per la sovranità alimentare, e dalla Rete Appenninica. Sarà un’occasione per conoscere i progetti finanziati tramite la garanzia partecipata, il rapporto tra queste reti sul territorio e per immaginare il futuro confrontandoci insieme.
A più di 5 anni dallo sgombero di XM24, mentre le diseguaglianze dilaniano la Bolognina e il turismo del food devasta la città,
l’amministrazione comunale si appresta a presentare la sbandierata panacea di tutti i mali del quartiere: un mirabolante cohousing da ben 11 alloggi, luogo dove costruire una comunità solidale e forte che parli di transizione giusta.
Una comunità che, a detta dell’allora Immaginifico assessore e oggi sindaco Lepore, poteva essere costruita solo ricorrendo alle ruspe con cui hanno sgomberato i quasi 20 anni di autogestione dello Spazio Pubblico Autogestito XM24, per rinsaldare il vecchio con il nuovo, distruggendo per normalizzare.
Una comunità di 33, dotata di 33 lavanderie e spazi comuni, che sostituisce e nelle loro speranze dovrebbe far dimenticare, le decine di collettivi, laboratori e iniziative gratuite frequentate da migliaia di persone e sgomberate dalla celere e dai carabinieri all’alba del 6 agosto 2019 sotto gli occhi della vicesindaca Clancy, allora solidale a parole.
Una comunità di serie A, di persone e lavanderie selezionate per i loro meriti attivistici, meritevole di un investimento di più di 5 milioni di euro mentre la stessa amministrazione strozza l’associazionismo ospite nelle proprietà comunali e Acer abbandona e svende il proprio patrimonio a fronte dell’emergenza abitativa.
Noi non ci dimentichiamo che l’enorme e spontanea, favolosa, indomita, imprevedibile, solidale comunità che faceva vivere in XM24 i principi dell’antifascismo, antirazzismo e antisessismo vive e resiste oggi in quartiere e in città. Per questo ci ritroveremo martedì alle 17 sotto la tettoia Nervi ancora una volta a svelare la politica autoritaria e ipocrita di un’amministrazione che ingegnerizzando lavanderie e comunità vuole addomesticare la partecipazione.
Strumenti per il buen vivir ✨ Decostruiamo e ricostruiamo insieme le comunità che desideriamo. Un percorso politico oltre il patriarcato per avere cura.
🌱 Cosa faremo:
Riflessioni e strumenti pratici per:
👉 Trasformare le relazioni con noi stessә e con gli altri
👉 Creare spazi più inclusivi, consapevoli e solidali
👉 Favorire un cambiamento politico, sociale ed economico
🌍 Chi ci guiderà:
Persone con competenze in facilitazione di gruppi, transfemminismo, finanza solidale, attivismo ambientale e autocoscienza.
💡 La facilitazione sarà il filo conduttore: un approccio che sostiene processi trasformativi e aiuta gruppi e comunità a essere coesi, efficaci e inclusivi.
🗓 Quando: 12-02 Se le emozioni potessero parlare, cosa direbbero?
12-03 Pillole di comunicazione non violenta (CNV)
16-04 Come usare i principi dell’autocoscienza in spazi collettivi?
14-05 Laboratorio di ecologia profonda
11-06 “Verso il genere e oltre”
15-10 Denaro e relazioni
12-11 Lo sguardo intersezionale
10-12 Potere e orizzontalità
📌 Dove:
Il luogo è ancora da definire e sarà comunicato su siti e social.
Info utili:
✨ Ogni laboratorio è a sé: non è necessario partecipare a tutto il ciclo (ma lo consigliamo! 💜).
🤲 Ad offerta libera e consapevole: ciascunә contribuisce in base alla propria possibilità economica e al valore che sente di dare all’esperienza.
🥦👩🌾 Questo ciclo di laboratori è ideato e realizzato da Campi Aperti – associazione per la sovranità alimentare e Arvaia CSA.
💪 Ti aspettiamo per iniziare insieme questo viaggio verso il cambiamento
Per maggiori info: info@campiaperti.org oppure 3474083255
Quali alleanze possibili tra lavoratori agricoli, realtà contadine, tecnici, consumatori, per uscire dall’agricoltura industriale tossica?
Per il bene di contadine, braccianti, consumatori e ambiente, è necessario ridurre drasticamente l’uso di pesticidi in agricoltura..
Ma è possibile questa riduzione senza una trasformazione radicale dei sistemi di produzione e distribuzione del cibo?
Ne discuteremo a partire dal Quaderno
Agricoltura si… cura
dell’Osservatorio Placido Rizzotto / Flai Cgil
in collaborazione con Legambiente
Intervengono: Silvia Guaraldi, della segreteria nazionale della Flai-Cgil Fiorella Belpoggi, Emerita direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, Bologna Camilla De Ambroggi e Valeria Piro, sociologhe del lavoro, Università di Padova
Contadini/e e tecnici che a Bologna e in Emilia-Romagna praticano una agricoltura senza prodotti chimici.
Alla Fattoria del Dono, San Lazzaro di Savena, via Scuole del Farneto, 1
Venerdì 8 novembre 2024, h. 18-20
L’uso di pesticidi in agricoltura è aumentato del 50% a livello globale negli ultimi trent’anni. Solo nel 2019, nel mondo, sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate di pesticidi, equivalenti a circa 0,6 kg a persona. In Europa ne sono state usate 500 mila tonnellate. L’Italia è il sesto paese al mondo per utilizzo di pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse, e questo nonostante che il 18% della superficie agricola italiana sia condotta in biologico.
I fitofarmaci in agricoltura hanno effetti gravissimi sulla salute di chi lavora la terra, sull’ambiente e su chi consuma il cibo. Il 44% dei tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre di almeno un avvelenamento all’anno. In Europa gli episodi di avvelenamento acuto negli agricoltori sono 1,6 milioni l’anno.
In parallelo, la crescente diffusione di monocolture intensive, come la viticoltura, che si estendono sempre più vicino a case, scuole e centri abitati, ha determinato gravi ripercussioni sulla salute delle comunità locali, contaminando anche le acque sotterranee e superficiali. L’effetto dei pesticidi, inoltre, è particolarmente visibile sulla salute di chi, come i lavoratori e le lavoratrici migranti, pur rappresentando una forza lavoro essenziale nella produzione di cibo, ha maggiori difficoltà nell’accesso a condizioni di vita e di lavoro sicure e dignitose e a servizi sociali e sanitari.
Nonostante questi dati, lo scorso febbraio, la Commissione Europea ha annullato la sua precedente decisione di ridurre l’uso di pesticidi del 50% entro il 2030.
In collaborazione con: CSA Arvaia, Camilla Emporio di Comunità, Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, APS Città Campagna, Coordinamento Regionale Economia Solidale Emilia-Romagna
PER UNA SVOLTA RADICALE NELLE POLITICHE AMBIENTALI IN REGIONE
MODIFICARE PROFONDAMENTE IL MODELLO PRODUTTIVO E SOCIALE
In tutto il Paese e in Emilia Romagna veniamo da anni di politiche ambientali sbagliate e inefficaci per contrastare il cambiamento climatico, affermare nei fatti la vera e necessaria transizione ecologica, fermare il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo, attuare politiche per tutelare e preservare i beni comuni.
I fenomeni alluvionali di questo settembre e del maggio 2023, in particolare in Romagna e in Appennino, indicano con chiarezza che siamo di fronte ad una crisi climatica, che è il prodotto, in primo luogo, di un modello produttivo e sociale che ha scelto la crescita economica quantitativa a discapito dell’ambiente e della salute delle popolazioni. Nello stesso tempo la progressione della crisi climatica si sta facendo sempre più forte: il carattere irregolare delle precipitazioni con la crescita dei fenomeni estremi, l’aumento della temperatura dell’aria e dell’acqua sta impattando in termini fortemente negativi sull’agricoltura, sulle disponibilità idriche, sull’equilibrio degli ecosistemi e la salute della popolazione. Assistiamo da anni a un asservimento della politica a interessi economici e privati che hanno prodotto gli attuali squilibri sociali, economici, ambientali; squilibri che stanno minando le basi stesse della democrazia come testimoniato dalla sempre più ridotta partecipazione delle persone alla politica, politica che si è resa sempre più autoreferenziale.
Nella nostra regione abbiamo visto mettere in campo scelte in netto contrasto con la necessità di uscire dall’economia del fossile come il rigassificatore di Ravenna, il CCS (sempre a Ravenna), il gasdotto Sestino – Minerbio e tutte le altre opere di potenziamento del sistema estrattivo), continuare a puntare sulla logistica e sul modello della mobilità privata basata sull’automobile, sulle grandi opere stradali e autostradali in tema di mobilità (dal Passante di Mezzo a Bologna alla bretella Campogalliano – Sassuolo, dalla Cispadana alla Tibre) a fronte di investimenti nulli o irrisori sui trasporti su rotaia, proseguire nel consumo di suolo, continuare la devastazione del patrimonio arboreo e boschivo, lo sfruttamento ed emarginazione della montagna e delle aree interne, ignorare l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, favorire politiche di privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua, dal ciclo dei rifiuti e dalle bellezze naturali.
Se poi allarghiamo ancor più lo sguardo, vediamo che il ricorso alla guerra in vaste aree del mondo come mezzo per regolare i conflitti internazionali – al quale ci opponiamo a partire da quanto scritto nella Carta Costituzionale- spinge ancor più ad una regressione del modello economico dominante, rilanciando l’industria delle armi e quella basata sulle fonti fossili, con tutto quello che consegue nel mettere da parte l’idea di una convivenza pacifica tra i popoli e la possibilità della conversione ecologica.
Èsempre più evidente che occorre promuovere una svolta radicale nelle scelte politiche della Regione, a partire da quelle ambientali e della mobilità, da quelle sull’acqua e sulla gestione del territorio. E non solo, visto lo stretto intreccio che queste hanno con un modello produttivo e sociale, incentrato sul primato del mercato, la svalutazione del lavoro, la progressiva privatizzazione del Welfare.
La legislatura regionale che sta alle nostre spalle, e, in specifico, la Giunta regionale che l’ha guidata, ha sostanzialmente aderito e promosso la logica di questo modello, ben evidenziata dal Patto per il lavoro e il clima. Occorre una radicale discontinuità con esso e con l’insieme delle politiche ambientali.
D’altro canto le impostazioni negazioniste, portate avanti in primo luogo dalla destra, propongono sia scelte ambientali che di modello sociale ancora peggiori. Esse mostrano l’intenzione di rendere ancora più marginali, se non addirittura da annullare, tutte le politiche che guardano alla transizione ecologica, al contrasto al cambiamento climatico, alla salvaguardia della biodiversità, ad una diversa gestione delle aree interne e di quelle montane, alla costruzione di reali processi partecipativi, a ridisegnare un futuro sostenibile, al ridimensionamento dei poteri forti che continuano a perpetuare l’attuale insostenibile modello di sviluppo.
A fronte di questa situazione, la scelta prioritaria, per noi, è naturalmente quella di costruire e rafforzare la mobilitazione sociale per affermare la prospettiva di un modello produttivo, sociale e ambientale alternativo a quello oggi dominante.
Per questo, chiediamo con forza a chi guiderà la prossima legislatura regionale i seguenti obiettivi prioritari:
– avviare l’uscita dall’economia del fossile, a partire dalla messa in discussione del rigassificatore di Ravenna, del CCS e del gasdotto, per realizzare più rapidamente possibile il passaggio al 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili (solare e eolico, privilegiando i piccoli impianti capillari in quanto meno impattanti). In questo senso vanno anche messe in discussione l’utilizzo delle biomasse a fini energetici e la proliferazione degli impianti di biogas/biometano, in particolare quando prodotte da una logica speculativa e di puro sfruttamento degli incentivi pubblici. Diventa necessario, inoltre, rimettere in primo piano il risparmio energetico.
– difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni, iniziando dall’acqua e dal ciclo dei rifiuti, per i quali vanno previsti la minimizzazione della loro produzione e, in particolare, di quelli non riciclati, uscendo al più presto dal ricorso all’incenerimento;
– moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo, con particolare riferimento ai poli logistici, e, invece, avvio di un programma serio di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e di riassetto idrogeologico. In questo quadro va inserito un intervento forte di tutela del verde, di rimboschimento e di blocco della distruzione di ogni area boschiva e va prevista una moratoria del taglio degli alberi indiscriminato in tutto il territorio regionale. Si tratta inoltre di valorizzare anche le aree ex militari a beneficio del verde pubblico. Ciò a maggior ragione dopo la devastante alluvione del maggio 2023, che deve portare a superare una vecchia concezione di “messa in sicurezza” del territorio fondata puramente su interventi di ingegneria idraulica.
– cancellazione della legge regionale 24/2017 in tema di consumo di suolo e suo radicale ripensamento sulla base della legge di iniziativa popolare regionale promossa da RECA e Legambiente ER;
– moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali (Passanti di Bologna, bretella Sassuolo-Campogalliano, Cispadana, Tirreno-Brennero e altre ancora), in connessione con il forte rilancio del trasporto collettivo e della mobilità ciclabile e pedonale;
– stop definitivo a nuovi impianti a fune volti a sostenere lo sci da discesa (nuova seggiovia Polla-Lago Scaffaiolo e collegamento col versante toscano) e a nuove piste da sci;
– ridiscussione degli assetti aeroportuali e della gestione del traffico ad essi connesso, accrescendo il ruolo di intervento delle comunità locali;
– stop definitivo all’espansione degli allevamenti intensivi e avvio di un programma per la loro riduzione, in un quadro di promozione di un sistema agroindustriale basato sulla prossimità e la valorizzazione della naturalità e, più in generale, sul sostegno delle produzioni alimentari realmente biologiche a chilometro zero o quasi;
– approvazione delle proposte di legge regionale di iniziativa popolare promosse da RECA e Legambiente ER e dei loro contenuti in tema di energia, acqua, rifiuti e consumo di suolo, anche per dare valore agli strumenti di democrazia diretta e partecipativa.
Tutto ciò richiede anche nuovi metodi di costruzione delle proposte, che non possono più essere calate dall’alto, ma vanno costruite attraverso l’ascolto ed il coinvolgimento consapevole di tutti i soggetti sociali dei territori perché senza questi non è possibile praticare una nuova visione strategica
Su queste basi, invitiamo tutte le realtà ambientaliste e sociali della regione a incontrarsi e confrontarsi, valorizzando tutti i possibili processi di convergenza, con l’intenzione di promuovere una grande manifestazione regionale per il 26 ottobre a Bologna, nella quale far vivere le nostre richieste e dare voce alla necessità di una svolta nelle politiche ambientali e sociali nella nostra regione.
PROMOTORI: Comitato Besta BO Comitato contro ogni autonomia differenziata ER Confederazione Cobas BO Legambiente ER Parents for Future BO Rete Emergenza Climatica e Ambientale ER Un altro Appennino è possibile USI CIT BO, MO, PR e RE
….. altre 48 associazioni e 10 organi politici
RITROVO Piazza dell’Unità ORE 14:30
ARRIVO in Piazza Nettuno
(si ringraziano per le foto le Brigate di Solidarietà Attiva)
È l’assurda storia successa a Marco Borella, un apicoltore che al mercato di Desio, in provincia di Monza e Brianza, aveva esposto come ogni settimana sul suo banchetto del miele uno striscione con scritto sopra “stop bombing Gaza, stop genocide”. Qualcuno però lunedì mattina ha chiamato i Carabinieri che hanno intimato a Marco di togliere lo striscione, pena una multa da 430€ per “propaganda politica non autorizzata”. Lo striscione è rimasto al suo posto e Marco ha preso la multa. Nei prossimi giorni farà ricorso contro questa sanzione, ma intanto la repressione ha già ottenuto un risultato: Marco rischia di prendere ogni volta una multa e per questo probabilmente non esporrà più lo striscione.
la testimonianza diretta di Marco Borrella:
Cari amiche e cari amici, ciao a tutti e a tutte. Vi mando questo messaggio perché ci tengo a condividere con voi quello che mi è successo questa mattina, un episodio che reputo molto grave. Come sapete, oltre ad essere un educatore, da qualche anno faccio anche l’apicoltore e questa mattina ero a fare il mercato con il mio banchetto del miele.
Da un paio di mesi tengo uno striscione con la scritta Stop Bombing Gaza e Stop Genocide, quindi basta bombe su Gaza e basta genocidio. Questo striscione evidentemente ha destato l’attenzione di qualcuno a cui non era gradito e sono stati chiamati i carabinieri.
Io mi sono rifiutato di rimuovere il mio messaggio che è sostanzialmente un messaggio di pace, non offende nessuno, non viola i diritti di nessuno e soprattutto non istiga all’odio raziale, di genere, religioso, etnico, culturale, nessun tipo di odio viene veicolato dal mio messaggio.
E alla fine è un genocidio. Al mio rifiuto di fatto i due carabinieri presenti hanno chiamato un loro collega di grado superiore e quando questi è arrivato al mercato mi è stato fatto un verbale con una sanzione di 430 euro.
vi chiedo di diffondere questo messaggio perché credo che il significato politico di quello che è successo sia molto grande e credo che quello che è successo sia molto grave perché è una repressione del dissenso ed è un modo per mettere in silenzio chi chiede la fine di questa guerra oscena e disumana.
La giustizia ambientale che voglio per le api e per la nostra terra da quella che è la giustizia sociale, anzi non ci può essere l’una senza l’altra, per questo motivo sono convinto che l’immigrazione non dovesse essere rimosso e anzi quando le persone si fermano a parlare è già un primo passo perché noi abbiamo bisogno che di questo massacro indiscriminato se ne parli, è la prima cosa.
Perché fino ad ora quello che vediamo è il silenzio e l’indifferenza, con questo vi ringrazio se potrete diffondere questo messaggio e vi mando un abbraccio per chi è insieme a me una buona continuazione di questa lotta per i diritti. A tutti, buona giornata, ciao!
tratta da: https://www.radiopopolare.it/puntata/?ep=popolare-clip/clip_14_10_2024_19_09
Il 15 e 16 giugno a Roma presso la Città dell’Altra Economia in Largo Dino Frisullo il Collettivo per la Convergenza Agroecologica e Sociale organizzal’incontro “Una proposta per Cambiare il Campo”.
Dopo la Conferenza sui temi dell’agroecologia e dell’insostenibilità del sistema industriale alimentare dell’1, 2 e 3 marzo 2024, che ha visto la partecipazione di alcune centinaia di persone, il nostro lavoro è proseguito.
Abbiamo portato avanti una campagna diffusa nei territori contro i nuovi OGM e ci siamo prese questi due mesi per rielaborare le tante riflessioni emerse durante la Conferenza. Abbiamo, allora, preparato una proposta politico-organizzativa, che discuteremo il 15 e 16 giugno a Roma, per consentire al processo di convergenza di diventare operativo ed efficace.
Convergere significa, per noi, costruire percorsi politici comuni capaci di far emergere una voce collettiva forte e indipendente che porti avanti la battaglia per una radicale trasformazione del sistema alimentare industriale. Lo spazio organizzato, che abbiamo immaginato, avrà dunque il compito di intrecciare diverse esigenze: promuovere alleanze e azioni condivise; costruire una voce comune a supporto delle lotte per l’agroecologia e la sovranità alimentare; rafforzare e favorire la circolazione di cultura, narrazioni e conoscenze agroecologiche; garantire la continuità e l’efficacia dell’azione politica e sociale.
Per raggiungere questi traguardi crediamo sia fondamentale ripensare e ricostruire la politica come attività democratica, condivisa ed inclusiva che permetta di immaginare e sperimentare modelli sociali, relazionali, economici fondati sull’inscindibile nesso tra giustizia sociale e transizione ecologica.
L’agroecologia riguarda, dunque, la biodiversità sociale, pertanto promuovere una convergenza agroecologica significa anche avere cura delle relazioni contro ogni tipo di discriminazione.
Crediamo, infatti, che non si possa immaginare una radicale trasformazione del sistema alimentare attuale senza mettere in discussione le relazioni di potere che lo supportano e che ne consentono la riproduzione.
Invitiamo all’incontro “Una proposta per Cambiare il campo” tutte e tutti coloro che vogliono attivarsi in questo percorso di costruzione di convergenza agroecologica e sociale.
La manifestazione contro il trapianto di riso OGM in provincia di Pavia prevista per sabato 18 maggio è stata rimandata a data da destinarsi. L’evento previsto per stasera 14 maggio al mercato di via paolo fabbri è stato annullato
Strumenti per il buenvivir: Decostruiamo e ricostruiamo insieme le comunità che desideriamo. Un percorso politico oltre il patriarcato per avere cura.
Eccovi il programma della “PRIMA STAGIONE”:
MODULO 1: “Se le emozioni potessero parlare, cosa direbbero?”mercoledì 24 aprile 17:30 – 21:00, Cucine popolari, via L. Berti 2, Bologna
MODULO 2:“Giochi con i ruoli? La tirannia del non-detto” mercoledì 15 maggio, 17:30 – 21:00, Il Casalone, via San Donato, 149 Bologna
MODULO 3:“Comunicazione – Mi stai ascoltando?”mercoledì 12 giugno, 17:30 – 21:00, Il Casalone, via San Donato, 149 Bologna
MODULO 4:“Pillole di comunicazione non violenta (CNV): Ogni elemento nella sua cesta”mercoledì 17 luglio, 17:30 – 21:00, Il Casalone, via San Donato, 149 Bologna
MODULO 5: “Il potenziale trasformativo dei conflitti”mercoledì 18 settembre, 17:30 – 21:00, Il Casalone, via San Donato, 149 Bologna
Crediamo che, da attivistә, per portare un cambiamento radicale politico e sociale dobbiamo partire da noi, dal nostro “dialogo interiore” (cioè, dal nostro rapporto con noi stessә) e dai nostri rapporti interpersonali e di gruppo, come base delle nostre lotte politiche.
Vi facciamo questa proposta: decostruiamoci e ricostruiamoci insieme per andare in una direzione nuova e diversa in cui possiamo convergere facendo tesoro delle nostre diversità. Diamoci nuovi strumenti e nuovi punti di vista per creare qualcosa di sperimentale e inedito. O almeno, proviamoci!
Si tratta di un’“autoformazione” perché unә di noi mette a disposizione del gruppo delle pratiche e dei concetti studiati e sperimentati in questi anni.
È un “autofinanziamento” perché per accedere alla formazione, bisognerà tesserarsi per l’anno corrente e lasciare un’offerta “libera e consapevole” (suggeriamo come base minima 20Euro.) Questo ci permetterà di coprire i costi della formazione, ma soprattutto di sostenere Campi Aperti, un insieme di circa 100 piccole realtà agricole agro-ecologiche e coprodutt* consumat* critic* di Bologna che da più di 20 anni lotta – anche insieme ad una rete di tanti gruppi ambientalisti, sociali e politici affini – per un mondo migliore, più umano e sostenibile.
🎥🌾 Non perdete le “Proiezioni di Campi Aperti” con “Food For Profit”, il documentario che illumina le ombre dell’agrobusiness europeo e dell’industria della carne!
🐄 Un racconto che denuncia i problemi legati agli allevamenti intensivi.
💬 Incontreremo Timothy Raeymaekers, geografo all’Università di Bologna ed esperto di capitalismo di filiera, per una discussione approfondita.
📅 3 aprile – ore 20.00
📍 Parco Don Bosco, Via Aldo Moro, Bologna
Siamo contadine, attivisti, ricercatrici, abitanti delle città e delle zone rurali.
Vogliamo promuovere una convergenza agroecologica per costruire e consolidare alternative al sistema agroalimentare industriale insostenibile e dannoso per la salute e l’ambiente.
Convergere significa per noi ricomporre la frammentazione politica e sociale che attraversa campagne e città con l’obiettivo di promuovere e difendere l’agricoltura contadina, di tutelare i nostri territori e la salute di chi li vive.
Abbiamo partecipato alla costruzione della manifestazione “Convergere per insorgere” del 22 ottobre 2022di Bologna convocata dagli operai in mobilitazione della fabbrica GKN di Firenze, consapevoli che il sistema economico-finanziario nel quale “i loro profitti valgono più delle nostre vite” è causa di cambiamento climatico, distruzione dei territori, soppressione dell’agricoltura contadina, sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, mancanza di reddito, scomparsa di una prospettiva di vita sana e socialità.
A partire da aprile 2023, con le nostre diversità ed esperienze, abbiamo creato un percorso collettivo con lo scopo di costruire “Cambiare il campo”, una prima Conferenza Contadina in dialogo con i movimenti sociali ed ecologisti, a Roma nelle giornate del 1, 2 e 3 marzo 2024.
Un evento che vuole essere un momento di incontro e confronto tra molteplici pratiche e conoscenze che, negli ultimi decenni, si sono sviluppate nei contesti rurali e urbani.
Il contesto, infatti, è caratterizzato da una grande vivacità sociale e culturale intorno alle questioni del cibo, dell’agricoltura e della sostenibilità.
Esiste un fitto reticolo di realtà rurali, cooperative, associazioni, esperienze di economia solidale e sindacati che prova a mettere in atto delle alternative concrete al complesso industriale del cibo, contestandone in modo più o meno esplicito la logica di funzionamento.
A partire dai semi di cambiamento che queste esperienze hanno gettato, sentiamo ora la necessità di costruire un percorso di ricomposizione e organizzazione delle diverse realtà territoriali, esperienze e singoli.
Serve più che mai una voce collettiva forte e indipendente che porti avanti la battaglia per una radicale trasformazione del sistema alimentare; che metta in discussione le politiche e le narrazioni che sostengono attivamente la mercificazione e l’industrializzazione del cibo; che faccia emergere e rafforzi le alternative basate sull’agroecologia e sulla sovranità alimentare.
È con questo spirito che invitiamo coloro che si riconoscono in questo bisogno di profondo cambiamento a partecipare all’incontro di Roma del prossimo 1-2-3 marzo 2024.
Bologna, 15 ottobre 2023
Collettivo per una Convergenza Agroecologica e Sociale
-> Fai parte della rete di Campi Aperti e vorresti occuparti più attivamente di sovranità alimentare?
-> Hai vogliadi investire un po’ del tuo tempo in un’attività che potrebbe aprirti nuove relazioni e che potrebbe trasformarsi in un’opportunità di concreta?
-> Ti interessa capire come funziona un progetto finanziato con fondi pubblici e provare a portarlo avanti?
-> Hai voglia di metterti in giocoper un progetto ambizioso che ha bisogno del tuo aiuto per essere costruito?
Allora questa comunicazione è fatta apposta per te!
Da qualche mese, Campi Aperti è impegnata in un’attività di co-programmazione per supportare il Comune di San Lazzaro nella gestione della Fattoria del Dono: dieci ettari di terreno agricolo ed edifici rurali con corte colonica in un contesto agricolo periurbano, tra le frazioni di Cicogna e Idice, ai piedi della collina, in via Scuole del Farneto.
Un bene comune che il Comune vuole restituire, rinnovato, ai cittadini, alle comunità locali, al mondo agricolo e al sistema produttivo.
La strategia del Comune comprende la rigenerazione degli edifici rurali (già in corso in quanto beneficiari di un finanziamento regionale), della corte colonica e dei terreni agricoli guardando ai principi dell’agro-ecologia, ovvero introducendo l’uso di tecniche in grado di tutelare e aumentare la fertilità dei suoli e con finalità di integrazione lavorativa e sociale di soggetti fragili.
Considerate tali premesse, Campi Aperti, insieme ad altri soggetti interessati e accomunati dagli stessi nostri valori (Arvaia, DEAFAL, Agriverde), si è resa disponibile per la messa a punto di un progetto finalizzato alla gestione del bene che comprenderà la possibilità di:
– coltivare i terreni agricoli secondo i principi dell’agricoltura biologica
– avviare di un nuovo mercato contadino settimanale per l’offerta locale di prodotti agricoli biologici a km zero
– organizzare seminari, corsi e percorsi di formazione professionale sull’agricoltura biologica
– realizzare, attivare e gestire orti di comunità mediante processo partecipativo
– organizzare eventi culturali e ricreativi su agricoltura, ambiente, solidarietà/ festa del Dono
A breve, il Comune di San Lazzaro pubblicherà il bando per affidare questo progetto ad un gruppo di soggetti che hanno intenzione di gestire spazio per i prossimi 15 anni e, per noi, è fondamentale capire se ci sono persone nella nostra rete potenzialmente interessate ad attivarsi per questo obiettivo.
Ci sei?
Questa nuova avventura ti aspetta. Dai che è una figata!