Autore: caf

  • ¡Berta vive!

    ¡Berta vive!

    Coltiviamo comunità, reti e territorio

    Pratiche di riappropriazione, difesa e autogestione

    7-8-9 Ottobre 2016 – Mondeggi Terra Bene Comune Fattoria Senza Padroni

    Come parte della campagna per la giustizia e la verità di fronte all’omicidio di Berta Cáceres Flores, leader indigena honduregna, Goldman Prize 2015, uccisa sei mesi fa per il suo impegno come coordinatrice del C.O.P.I.N.H. (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras): Mondeggi, il Collettivo Italia Centro America (CICA) e il Comitato Berta Vive invitano tutte le realtà che vogliono confrontarsi sul tema della difesa del territorio, della resistenza contro le grandi opere, dell’organizzazione delle comunità rurali, all’incontro “Coltiviamo comunità, reti e territorio – Pratiche di riappropriazione, difesa e autogestione”.

    Fra settembre ed ottobre sarà infatti in Italia Berta Zúñiga Cáceres, la figlia di Berta Cáceres, invitata dal Collettivo Italia Centro America, associazione da anni impegnata a sostegno dei movimenti sociali e contadini in Honduras e storico partner del C.O.P.I.N.H; Berta arriva per: costruire reti di solidarietà con l’organizzazione; riportare l’attenzione della comunità internazionale sul “caso” Berta Cáceres; spiegare il legame tra mega-progetti, investitori internazionali e violazione dei diritti dei popoli indigeni in Honduras; presentare lo stato delle inchieste, ufficiali e indipendente, sulla morte della madre.

    Il C.O.P.I.N.H., è un’organizzazione di base che unisce circa 400 comunità indigene Lenca nella zona occidentale dell’Honduras. Nasce nel 1993 come alternativa politica e sociale per la popolazione indigena ed altri settori sociali, per contribuire alla costruzione di una società umana e dignitosa. Il C.O.P.I.N.H. lotta per il rispetto e la difesa dei Diritti dei Popoli Indigeni, della propria territorialità, cultura, cosmovisione, ambiente e biodiversità. Lotta per uno sviluppo sostenibile ed il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità indigene, promuovendo scuole, centri di salute, strade ed altro. Il C.O.P.I.N.H. è un’organizzazione indigena e popolare, antipatriarcale, antimperialista, antineoliberale, antirazzista, sensibile alle necessità e i diritti delle comunità indigene, contadine e urbane, in Honduras e nel mondo.

    Mondeggi Fattoria Senza Padroni è parte della campagna Terra Bene Comune, contro lo sfruttamento, la devastazione ed il saccheggio di tutte le terre, private o demaniali che siano, in difesa delle comunità locali, a fianco di coloro che difendono la sovranità alimentare.

    L’accesso alla terra come base del sostentamento alimentare dovrebbe essere un diritto universale garantito per chiunque. Nasce da qui la campagna “Terra Bene Comune”, anche come forma di opposizione alla privatizzazione delle terre ancora rimaste patrimonio pubblico, tramite il ritorno alla campagna, spinto dall’esigenza di autodeterminarsi e autosostenersi. La terra è un mezzo indispensabile alla produzione del cibo e così come l’acqua e l’aria sono elementi indispensabili alla vita umana e quindi non mercificabili. Siamo ormai all’assurdo paradosso per il quale si vietano pratiche contadine millenarie adducendo pretestuose motivazioni di igiene e salute pubblica, mentre si autorizza, anzi si incentiva, l’uso di sostanze chimiche per la produzione e la lavorazione dei nostri alimenti: ciò che è genuino diventa quindi clandestino.

    Mondeggi Fattoria Senza Padroni è lieta di incontrare il C.O.P.I.N.H., perché chi impone le grandi opere che devastano i nostri territori, siano esse dighe, treni ad alta velocità, inceneritori, antenne radar militari, troverà da questa come dall’altra parte dell’oceano, comunità solidali e resistenti che dell’autogestione fanno la loro forza.

    Programma dellincontro

    venerdì 7 ottobre

    Pomeriggio:

    Accoglienza e camminata per Mondeggi Fattoria Senza Padroni

    Presentazione e organizzazione dell’incontro e costruzione della mappa delle lotte sul territorio

    Cena

    Proiezione Documentario

    sabato 8 ottobre

    ore 8.00 – Colazione

    ore 9.30 – Lavori collettivi per la preparazione degli spazi, la cucina e nell’uliveta

    ore 12.30 – Pranzo

    ore 14.00-17.00 – Tavoli di lavoro:

    Pratiche di difesa del territorio e forme di organizzazione contro la repressione

    Pratiche locali di organizzazione, riappropriazione, autogestione

    ore 18.00-20.00 – Lotte per la giustizia in Mesoamerica:

    ore 18: Don Pedro El Salvador, Nodo solidale Chiapas, Ayotzinapa

    ore 19: Berta Zuniga, COPINH, Honduras

    ore 20.30 – Cena in solidarietà con il COPINH

    ore 22.00 – Collegamento con la radio COPINH

    dopo DJ Set

    domenica 9 ottobre

    ore 9.00 – colazione

    ore 10.00 – Riunione di chiusura con Berta: Invito di solidarietà al COPINH, con quali legami ci lasciamo?

    ore 13.00 – Pranzo

    ore 15.00 – Iniziativa sul territorio: Fermiamo la svendita delle terre di Mondeggi, diamo insieme nuova vita alle terre abbandonate!

    Il programma potrà essere modificato, per la sera di venerdì e quella di sabato si stanno organizzando attività, ancora in via di definizione.

    Le giornate si svolgono all’insegna dell’autogestione: si cucina, si pulisce e si lavora nell’uliveta tutti insieme!

    Durante l’incontro sarà possibile campeggiare, vi chiediamo di contattarci per dirci le presenze, in modo da organizzare al meglio l’accoglienza:

    copinhincontramondeggi@gmail.com

  • Combattente italiano delle Ypg manda un messaggio all’Italia dal Rojava

    Combattente italiano delle Ypg manda un messaggio all’Italia dal Rojava

    Pubblicato su Infoaut un video con l’appello di un combattente italiano in Rojava, che potete trovare qui.

    Di seguito il testo integrale dell’appello contenuto nel video

    Questa é la Siria, e questo é il fronte di guerra contro l’Isis.

    Questa é la rivoluzione del Rojava, mentre dall’altro lato di queste trincee c’é lo stato islamico con i suoi orrori; e oltre le colline, in fondo, c’é la città di Raqqa.

    Noi siamo le Forze Siriane Democratiche, le Ypg e le Ypj: le unità di protezione popolare e le unità di protezione delle donne. Il nostro esercito conta più di centomila combattenti: donne e uomini; curdi, arabi, armeni, assiri, circassi, turcomanni, internazionali. Dopo la vittoria di Kobane, queste forze hanno inflitto all’Isis sconfitte su sconfitte; e il 25 maggio abbiamo lanciato l’offensiva su Raqqa, per circondarla e tagliare ogni comunicazione tra l’Isis e il mondo esterno.

    Su questo fronte, nella città di Menbij, che abbiamo liberato, nella regione di Sheeba, abbiamo patito centinaia di morti, migliaia di feriti; ma stiamo vincendo; e il nemico più temibile che ci troviamo ad affrontare adesso non é quello che abbiamo di fronte, ma quello che ci sta pugnalando alle spalle. Sono le potenze regionali e internazionali che a parole dicono di volere la libertà in Siria, ma nei fatti stanno cercando di strangolare la nostra resistenza e la nostra rivoluzione.

    Da oltre sei mesi, infatti, siamo vittima di un embargo totale, economico, sanitarioş diplomatico, ad opera della Turchia e del Pdk, un partito la cui milizia controlla il confine internazionale dell’Iraq. Per questo ci troviamo sempre più spesso a combattere senza cibo ne’ acqua, senza neanche i medicinali per curare i feriti; e la popolazione del Rojava é allo stremo, assetata, sempre più spesso senza elettricità. Il Pdk impedisce anche ai giornalisti di entrare, cosi’ che nessuno sa veramente che cosa sta accadendo qui.

    E adesso che la Turchia ha invaso il Rojava e la Siria, occupando Jarablus e compiendo un massacro a nord di Menbij; ora che l’artiglieria turca fa fuoco su tutto il Rojava, da Afrin a Tel Abyad, da Derbesiye ad Amude fino a Derik, arrivando a minacciare anche Kobane; adesso che l’embargo si é trasformato in attacco; tanto più ora c’é bisogno che le persone possano venire qui, per denunciare che lo stato islamico, a Jarablus, non ha sparato un colpo contro l’esercito turco, perche’ si é trattato di uno scambio di territori; che l’esercito turco ha varcato i confini della Siria esclusivamente per attaccare noi, le Forze Siriane Democratiche, e il modello politico di autogoverno popolare che difendiamo – che terrorizza il sultano Erdogan perché si sta diffondendo anche entro i suoi confini.

    A denunciare che se si chiede a qualsiasi siriano che cos’é questo fantomatico “Esercito Libero Siriano” di cui tutti i media occidentali parlano, qui si mettono tutti a ridere: perché se qualcosa del genere é mai esistito, sono anni che non esiste più; e le milizie che si sono installate a Jarablus grazie all’appoggio della Turchia e di tutto l’Occidente hanno nomi e cognomi. Si chiamano Ahrar al-Sham, Jabat al-Nusra-Fatah al-Sham (Al Qaeda), Liwa Sultan Murad: bande di fanatici tagliagole in tutto e per tutto identiche all’Isis, che sono pronte già domani ad aiutare l’Isis a colpire nuovamente in Europa.

    Per questo io, combattente italiano delle Ypg, mi rivolgo e tutte e tutti voi che ascoltate dall’Italia, e vi chiedo di alzare un grido per la libertà di Jarablus e per la difesa di Menbij, allo stesso modo in cui quel grido si é alzato in tutto il mondo due anni fa per la difesa di Kobane – ve la ricordate Kobane? Quello che a Kobane é stato conquistato due anni fa, bisogna difenderlo ora. Io mi rendo conto che i nomi di queste città possono sembrarvi lontani, ma credetemi: quel che accade qui, in questo mondo globale, puo’ trasformarsi nei nostri lutti già domani, in Europa, e allora piangere non servirà, purtroppo: bisogna che tuttİ ci prendiamo le nostre responsabilità già adesso.

    Per la stessa ragione io mi rivolgo a lei, presidente del consiglio dei ministri del governo italiano, Matteo Renzi: cinguettare su Twitter quando il sultano Erdogan insulta il nostro paese non basta. Si prenda le sue responsabilità: interrompa – adesso! – ogni relazione commerciale, militare e diplomatica con lo stato turco; e dimostri cosi’ se davvero lei sta dalla parte di chi combatte i nemici dell’umanità, o se piuttosto siede a tutela di un altro genere di interessi.

    In secondo luogo, mi rivolgo a lei, Federica Mogherini, alto commissario dell’Unione Europea per gli affari esteri. Sotto il suo mandato i rapporti dell’Unione Europea con la Turchia sono diventati sempre più imbarazzanti, al punto che si vogliono regalare miliardi di Euro al sultano Erdogan: proprio quello che fa massacrare i civili curdi entro i suoi confini, che fa arrestare migliaia di oppositori, che da anni appoggia tutti i gruppi più reazionari che agiscono in Siria – compreso l’Isis. Voi, lei, fingete di non sapere tutte queste cose, perche’ la Turchia é un partner strategico per l’Unione Europea, sotto il profilo militare, commerciale, ed anche della vostra cinica gestione dell’immigrazione. Allora dovete dire anche voi, deve dire anche lei da che parte sta: se dalla parte di chi combatte l’Isis, o di chi lo usa.

    In terzo luogo voglio rivolgermi anche a lei, Staffan de Mistura, anche lei italiano, Inviato Speciale delle Nazioni Unite in Siria. Lei ha escluso le Forze Siriane Democratiche da qualsiasi negoziato di pace riguardante la Siria, nonostante questo sia il più grande esercito popolare e rivoluzionario di tutto il paese, e nonostante il Congresso Siriano Democratico, che lo rappresenta, sia l,unica realtà in grado di assicurare alla Siria un futuro confederale, basato sulla pace e sulla convivenza tra i popoli. Lei pero’ ci ha esclusi dai negoziati di pace perche’ glielo ha chiesto, ancora una volta, il nostro nemico, il sultano Erdogan; ma allora metta la faccia di fronte al mondo, de Mistura, e risponda a una domanda: é più importante la vostra amicizia con il sultano, o é più importante la pace in un paese martoriato e distrutto?

    Peccato che ci siano buone ragioni per credere che lei non sappia rispondere a questa domanda, se é vero che lei, a Ginevra, ha accolto a braccia aperte persino i criminali del Fronte Islamico, che lei chiama “opposizione siriana”, ma che sono in realtà un’accozzaglia di fanatici che vogliono imporre uno stato islamico su tutta la Siria, esattamente come l’Isis, responsabili del massacro di centinaia di cristiani, di armeni, di assiri, di curdi nel nord di Aleppo. Ciononostante lei stringe le loro mani, perche’ sa che dietro il Fronte Islamico c’é un’altra delle vostre amicizie impresentabili: l’Arabia Saudita. L’Arabia Saudita, pero’, é uno stato islamico a sua volta, che decapita le persone negli stadi, che promuove la lapidazione delle donne, dal cui interno provengono i più ingenti finanziamenti occulti all’Isis di tutto il medio oriente; e nonostante questo lei, de Mistura, a Ginevra ogni volta si inchina all’Arabia Saudita, e sa perché? Perché l’Arabia Saudita possiede il petrolio. Allora dica anche lei, chiaramente, da che parte sta: se dalla parte della pace, o della tutela di un altro genere di interessi.

    Ditelo tutti e tre, alle popolazioni che governate, quello che state facendo; ma badate, e soprattutto lo sappiano le italiane e gli italiani: tutte le armi che il governo italiano sta vendendo all’Arabia Saudita, tutti i soldi che l’Unione Europea sta regalando al governo turco si trasformano nei proiettili che ci uccidono su questo fronte; si trasformano nelle mine che fanno a pezzi i nostri compagni; si trasformano negli esplosivi che spezzano tante vite civili tanto in medio oriente, quanto in Europa.

    Voi dite di proteggere le popolazioni che governate, ma siete soltanto attori di uno spettacolo; uno spettacolo macabro, in cui pero’ le vittime sono reali; e le vittime siamo noi, la gente comune – tanto in Europa quanto in Siria.

    E a questo proposito: tu, Matteo Salvini, che in questo spettacolo perdi continue occasioni per stare zitto; che ad aogni nuovo attentato ti cali come un avvoltoio sui cadaveri ancora caldi delle vittime per imbastire la tua propaganda da quattro soldi, per cercare di mettere le persone le une contro le altre, per additare come colpevoli dei poveracci che non c’entrano niente; tu agisci soltanto per il tuo interesse personale, per la tua sete di potere, per la tua sete di carriera. Non avevi forse detto che eri pronto a venire a combattere l’Isis in prima persona, in Siria? Io qui in Siria ti ho cercato, Salvini, ma non ti ho trovato. In compenso ho trovato migliaia di ragazzi arabi, curdi, iraniani, turchi, che combattono con noi volontari internazionali l’Isis spalla a spalla, che con noi rischiano di morire; che muoiono, che perdono le gambe, le braccia, gli occhi, anche per proteggere gente come te; per proteggere le loro famiglie e i loro cari, ma anche per proteggere le nostre famiglie, i nostri cari.

    Care italiane, cari italiani, credetemi: sono questi gli unici amici che abbiamo: sono le ragazze di Kobane, che hanno difeso la loro città dall’Isis armi in pugno; sono i ragazzi di Raqqa, che vogliono tornare nella loro città, per liberarla. Sono le persone che costruiscono, qui in Rojava, la rivoluzione delle donne, la rivoluzione delle comuni; quella che dovremmo fare anche noi, in Europa.

    Per questo vi chiediamo di supportare le Forze Siriane Democratiche, le Ypg e le Ypj: andate su Internet, informatevi; mobilitatevi contro l’embargo che ci colpisce, mettetevi in viaggio. Qui c’é bisogno di medici, di volontari, di cibo, di medicinali. Qui c’é bisogno di un’informazione libera. Qui come altrove non c’é bisogno di invasioni militari. Il medio oriente ne ha viste già troppe. Qui c’é bisogno di supportare una rivoluzione in armi: la rivoluzione del Rojava. I liberatori non esistono: sono i i popoli che si liberano da sé; e questo il Rojava lo sta dimostrando.

    Infine, vogliamo mandare da questo fronte un saluto in memoria di Valeria Solesin, caduta negli attacchi di Parigi dello scorso novembre, e a tutte le vittime degli attentati dell’Isis a Parigi, a Bruxelles, a Nizza, a Orlando, a Baghdad, a Beirut, ad Ankara, a Suruc, a Qamishlo e in tutte le città della Siria e del mondo che hanno patito o patiscono la violenza dell’Isis. Noi non le dimentichiamo, come non dimentichiamo tutti le combattenti e i combattenti caduti per la libertà del Kurdistan, della Siria, del medio oriente, per la libertà dell’Europa e del mondo.

    Hevalen, Serkeftin!

    Hasta la victoria siempre!

    Un combattente italiano delle Ypg

  • NOTIZIE DA MONDEGGI

    NOTIZIE DA MONDEGGI

    Agosto è un mese vissuto molto diversamente fra i cittadini e i contadini .
    In città l’agosto – con la chiusura delle scuole e le ferie per operai e impiegati – cambia puntualmente la vita di tutti i giorni. Si rompono gli schemi ordinari  e generalmente si fanno cose molto diverse dal solito, o semplicemente si abbandona – con un certo gusto – la routine di tutti i giorni.
    In campagna questo non avviene, anzi:  d’agosto il lavoro nei campi richiede molta attenzione e grande impegno se si vuole raccogliere qualcosa in seguito. Agosto è l’unico mese in cui contemporaneamente si prepara la terra , si semina, si trapianta, si raccoglie e si trasformano i prodotti per la conservazione  (quest’ultima attività è resa quasi obbligatoria dalla cronica assenza dei consumatori più o meno consapevoli, tutti o quasi in ferie).
    Tradizionalmente, esiste anche un’altra categoria di “lavoratori” che nel mese di agosto contina alacremente a svolgere le proprie funzioni.Si tratta dei pubblici amministratori (sia locali che nazionali) che – tra altre operosissime attività –  utilizzano proprio il mese in cui i cittadini disertano in massa la città e scollegano il cervello e mettendolo in modalità vacanziera, per compiere le azioni e prendere i provvedimenti più “dolorosi”, cioè quelli che non portano grande consenso o che potrebbero risultare impopolari e quindi addirittura dannosi alla loro immagine.
    É in questo clima (non solo torrido e arido) che si sta chiudendo a Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni un’estate piuttosto difficile, scandita da eventi a dir poco “particolari”. 
    Si inizia il 12 luglio, quando scoppia un  incendioall’inerno dell’oliveta, che fortunatamente danneggerà solo poco più di un ettaro (ormai è certo che sia doloso). Intervengono i pompieri e i volontari antincendio della VAB a domare le fiamme: saranno poi loro a dirci che l’incendio era inequivocabilmente doloso in quanto hanno ritrovato sul posto materiale per l’innesco.
    A questo piccolo fatto di cronaca è stato dato un retrogusto un pò inquietante dalle dichiarazioni – poche a dire il vero – che lo hanno seguito, volte a screditare il lavoro di custodia del comitato Mondeggi Bene Comune ed anche a tirare fuori in modo stucchevole la solita retorica della legalità.
    Si arriva così al giorno 3 agosto, quando arrivano indiscrezioni su un possibile preparativo di sgombero di Mondeggi nei giorni seguenti:  è ovviamente immediata la reazione del comitato che in assemblea decide la strategia  di reazione ovviamente verbale, sul piano politico e non violenta.
    Il giorno dopo inizia presto a Mondeggi: all’alba si forma un presidio (numerosi, visto il periodo) di mondeggini residenti e non,, con l’intento di vigilare sul paventato possibile intervento delle forze dell’ordine.  
    Invece a Mondeggi non accade niente, regna per tutto il giorno la calma e il silenzio.Invece nel centro di Firenze, in Via Toselli, con grande mobilitazione delle forze dell’ordine, questa si violenta , va in scena lo sgombero di un edificio occupato da un collettivo giovanile,  che voleva solo recuperare mediante il suo utilizzo uno spazio urbano in stato di abbandono.
    Si trattava di una occupazione realizzata sia per esigenze abitative che per mettere a disposizione del quartiere questi spazi con finalità culturali e formative.
    “Volumi” sottratti alla speculazione e/o al degrado, che questi giovani gestivano come una vera e propria “Commons” ovvero una cellula di un mondo altro , di un nuovo modo di voler vivere e autodeterminare la propria vita .
    La parola d’ordine ,come a Mondeggi ,è “autogestione” e le finalità e gli obbiettivi sono ben diversi da quelli resi obbligatori dal sistema dominante .
    Di fronte a tale azione Mondeggi non rimane indifferennte: si continuano le discussioni e le assemblee e si partecipa attivamente alla mobilitazione in solidarietà dei 12 ragazzi processati per direttissima di Via Toselli il giorno sabato 6 agosto.


    Come se non bastasse, il giorno 16  agosto , una folta squadra di operai della ex provincia scortati da guardie forestali, polizia provinciale e alcuni funzionari dell’assessorato al patrimonio della città metropolitana, intervengono in una casa del comprensorio di Mondeggi denominata Pullicciano, murando con cemento e mattoni gli accessi ad una parte della suddetta casa sia al piano terra che al primo.
    Gli operai, diretti dalle forze dell’ordine sollecitate dagli amministratori che si credono legittimi proprietari del bene, completano l’opera smantellando una scala esterna in ferro che portava direttamente al piano primo.

    Il Comitato Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni aveva iniziato da un paio di mesi dei lavori di ripristino e custodia intorno e dentro il fabbricato di Pullicciano, con l’intenzione di allargare il presidio contadino che da oltre due anni sta prendendosi cura dell’area e che – come abbiamo detto più volte in tutte le sedi possibili e immaginabili – ha come scopo impedire il degrado e la privatizzazione dell’area affinchè possa definitivamente rimanere in usufrutto come bene comune alla cittadinanza.
    A casa Pulliciano sono stati eseguiti ,con mezzi e lavoro del comitato, lavori di pulizia dell’area circostante ,si è intervenuto sul tetto riparandolo in più punti e internamente con lavori di imbiancatira e pulizia
    Di fronte agli eventi raccontati, ribadiamo ancora una volta quanto segue.
    Contrariamente a come viene definita la nostra azione dai tanti detrattori, non stiamo effettuando una “occupazione illecita di bene pubblico”. I nostri non sono “fini privati” mirati a risolvere la “nostra” situazione abitativa e lavorativa che – anche se pur lecitamente rivendicate in altre sedi e con altre modalità – non sono l’oggetto dell’azione di questo comitato.
    La nostra azione – come manifestato in più occasioni anche pubbliche – si pone in aperto contrasto con la “proprietà” che, continuando ad arrogarsi il diritto di gestire “privatamente” il bene in oggetto, continua imperterrita a non ascoltare la voce di una grossa porzione della cittadinanza che chiede per Mondeggi una soluzione diversa.
    In nome di una situazione debitoria non ben identificata (principalmente verso le banche) si persegue unicamente la miope strategia dell’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico. Effetto immediato è far quadrare i bilanci mettendo all’attivo il piano delle alienazioni deliberato e in questo modo coprire da subito magagne che altrimenti risulterebbero di difficile “giustificazione” .


    La strategia è  quindi solo ottenere un minimo sollievo finanziario privando per sempre la collettività di una così grande e importante porzione di territorio: non pensando che privatizzare un terreno agricolo implica la rinuncia alla sovranità alimentare della poplazione locale, perdere “per sempre” la possibilità di utilizzare quella terra per il bene della collettività anzichè per il profitto di qualcuno .

    Complimenti !!!
    Agosto sta per finire ……….tra pochissimo ci sarà la vendemmia, poi le olive e le semine dei cerali e dei prati pascoli, poi il bosco, la regimazione delle acque , la manutenzione a fabbricati e strade , gli animali e il ricco orto autunnale……….
    Buona fine agosto a tutti e tutte
    IL COMITATO MONDEGGI BENE COMUNE FATTORIA SENZA PADRONI
    https://tbcfirenzemondeggi.noblogs.org/
  • Campi Aperti resiste con Labas!

    Campi Aperti resiste con Labas!

    Campi Aperti sostiene la scelta di Labas e dei tanti cittadini del quartiere che hanno deciso di non cedere alla logica speculativa che vorrebbe trasformare l’Ex Caserma Masini in un centro del lusso

    Logica che vorrebbe chiudere un’ esperienza di recupero di relazioni sociali, di sviluppo di una economia alternativa e sostenibile e di servizi per il territorio

    Noi saremo a fianco di Labas tutta l’estate.

    Il nostro mercato, in quegli spazi, si svolgerà regolarmente tutti i mercoledì. Proprio per testimoniare la nostra contrarietà alle operazioni finanziarie che vorrebbero sottrarre alla comunità un bene collettivo che, dopo un lungo abbandono, ha finalmente recuperato le proprie funzioni sociali.

    – Contro ogni ipotesi di sgombero;

    – Per una destinazione sociale degli spazi dell’Ex Caserma Masini; 

    -per una città dei cittadini e contro le speculazioni di qualsiasi genere:

    …ci vediamo a Labas anche il 10 e il 17 agosto

    Passate a trovarci!

  • Sgancia la moneta!

    Sgancia la moneta!

    Dato che ci frulla in testa da un po’ l’idea di una moneta sociale siamo andati a incontrare Luca Iori ed Enrico Manzi di Mag6. Siamo andati da loro perché hanno un sacco di idee e competenze in materia economica e perché loro una moneta sociale l’anno già fatta: si chiama BUS, buono di uscita solidale.

    Dato che abbiamo chiesto di parlare alla prossima assemblea  di CA della questione proviamo  a dare alcuni elementi di conoscenza e di riflessione su questo divertente tema, per iniziare a far circolare qualche idea non del tutto scontata.

    Innanzitutto cerchiamo di rispondere alla domanda: a cosa serve una moneta sociale (o comunitaria o territoriale o complementare che sia)?

    Ci sono diversi motivi  politici che ci spingono ad avviare delle sperimentazioni in questo settore dell’economia. Li accenniamo soltanto:

    – ampliare la comunità che pratica economia popolare a Bologna

    – diffondere pratiche di autogestione innovative, concrete, creative, inclusive ed espansive

    – iniziare a darci degli strumenti di autogoverno che servano ad affrontare eventuali precipitazioni della crisi.

    – creare uno strumento affinché il denaro non venga accumulato ma redistribuito

    – iniziare a riconoscere il lavoro di cura/ lavoro sociale normalmente non retribuito

    Oltre a queste nobili aspirazioni diffondere una moneta sociale potrebbe portare ad aiutarci a potenziare le nostre piccole economie esistenti. Per spiegare in che modo riportiamo un esempio reale: questa primavera in Sardegna, durante l’incontro di Genuino Clandestino, abbiamo per caso incontrato alcune persone che usano il Sardex  e che gentilmente ci hanno spiegato come funziona. La società che coordina il Sardex (adesso è quotata in borsa) apre su richiesta conti correnti virtuali a cui assegna a ciascun aderente alla rete un determinato credito iniziale  – poniamo 5000 sardex – equivalenti a 5000 euro. Ciascun aderente alla rete compra (con fattura) e vende (sempre con fattura)  specificando che i pagamenti avvengono in sardex, pagamenti che risulteranno da movimenti numerici nei rispettivi conti correnti in sardex. La società Sardex lavora attivamente per far incontrare domanda e offerta. Dove sta il vantaggio? Semplice: se prima di aderire al sardex eri un negozio, un ristorante o qualsiasi altra attività produttiva o commerciale con “poco giro” il fatto di entrare nella rete sardex ti porta ad incrementare di molto i clienti. “Alcuni col Sardex hanno svoltato” ci dicevano i nostri amici.

    Ovviamente se  la tua attività fiorisce e incassi molti sardex ti devi dare subito da fare per spenderli acquistando materie prime o servizi, ovviamente da altri che accettano di essere pagati in sardex. Devi farlo perché il sardex non è convertibile in euro.

    Il sardex non è proprio il nostro caso, dato che è una moneta per scambi tra imprese, però rende l’idea:  una moneta locale, se funziona bene, incrementa in modo molto importante l’attività economica dei territori o dei circuiti in cui si diffonde.

    Allora noi, produttori di CampiAperti, abbiamo bisogno in questo periodo storico di incrementare le nostre vendite? Senza dubbio si!!!

    Se fino al 2008-2009 l’imperativo di CampiAperti era “produrre produttori” perché la domanda superava di gran lunga l’offerta adesso, per una serie di motivi che sappiamo, abbiamo un po’ di  bisogno di espandere la domanda.

    Dato che siamo completamente senza risorse economiche una moneta “nostra” potrebbe darci una mano in una operazione di promozione. O almeno sembra che valga la pena avviare una sperimentazione in questo senso, se non altro perché una moneta è un volantino permanente che passa di mano in mano senza nessuno sforzo.

    La nostra moneta. Ma “nostra” di chi?

    Bisognerà riflettere bene su questo: quando diciamo “noi” a Bologna probabilmente ci possiamo mettere – oltre ai produttori e ai coproduttori di campiaperti – tutti coloro che ci hanno sempre spalleggiato: i  Gas, gli Spazi sociali, Eat the Rich, Ex Aequo, i soci Mag di Bologna, la Rita e gli altri del Pratello, 20 Pietre, il circolo anarchico Berneri… e tante persone che ci hanno seguito e sostenuto nel nostro ormai lungo cammino.

    Possiamo fare un appello e vedere chi ci sta, coinvolgendo da subito in un percorso di riflessione collettiva e approfondimento che Mag6 si è impegnata a coordinare per noi.

    Diffondere una moneta alternativa non significa certo fare la rivoluzione, ma ci sembra abbastanza ragionevole pensare che la rivoluzione non possa proprio fare a meno di una moneta indipendente e autogestita a livello popolare.

  • Scaravilli – non solo una piazza

    Scaravilli – non solo una piazza

    Nell’estate 1944, in previsione di quella che si riteneva l’imminente liberazione della città, se non dell’intera provincia, il Comando di Bologna predispose un piano insurrezionale. Le brigate cittadine, rafforzate da partigiani scesi dalla montagna o giunti dai comuni della pianura, approntarono basi e depositi nel cuore del centro storico e nell’immediata
    periferia, per essere pronte ad insorgere appena le truppe alleate si fossero avvicinate.
    La 5a brigata Giustizia e Libertà dell’Emilia-Romagna  allestì in agosto la sua base principale nella sede dell’Istituto di Geografia dell’Università, in via Zamboni 33. In una stanza sotto il tetto erano state sistemate due radio rice-trasmittenti, con le quali la brigata si teneva in collegamento con il comando di Milano e con le missioni alleate. […]
    Il materiale necessario per fare i documenti d’identità falsi – timbri, cartoncini, marche da bollo ecc. – e i bracciali tricolori da usare il giorno dell’insurrezione, ed altro materiale ancora, trovarono sistemazione negli scaffali della biblioteca della Facoltà di Lettere. Nei sotterranei furono preparati depositi d’armi e di viveri. A turno, vi stazionavano dai 20 ai 30 partigiani.
    A metà ottobre, quando le punte avanzate della 5a armata americana si fermarono poco prima dell’abitato di Pianoro, lungo la strada della Futa, il Comando di Bologna non ordinò la smobilitazione delle basi partigiane, perché si riteneva che si trattasse di una sosta momentanea. Mentre si attendeva invano l’avvicinarsi degli alleati, le basi partigiane,
    una ad una, cominciarono ad essere scoperte dai fascisti.
    La prima fu quella dell’Università. A seguito di una delazione, tra le 13 e le 14 del 20 ottobre 1944, circa 200 militi della Guardia Nazionale Repubblicana  circondarono la sede universitaria ed ingaggiarono un violento combattimento con i pochi partigiani rimasti intrappolati, mentre i più erano riusciti ad allontanarsi.
    Nello scontro caddero Mario Bastia, comandante della brigata, Ezio Giaccone, Leo e Luciano Pizzigotti, Stelio Ronzani e Antonio Scaravilli. Pare che Bastia, dopo essere riuscito a mettersi in salvo, sia rientrato nell’ateneo per restare con i suoi uomini.
    […] Dopo lo scontro i fascisti saccheggiarono la sede dell’Istituto di Geografia ed arrestarono e trattennero per un paio di giorni numerosi impiegati del rettorato. Il prorettore Guerrini fu messo con le spalle al muro e minacciato di fucilazione.
    Il capitano del reparto che aveva comandato l’assalto alla base partigiana, Agostino Fortunati, fu processato il 17 luglio 1946 e condannato a morte per questo e altri reati. In appello la condanna fu ridotta a 30 anni e poi cancellata dall’amnistia.
    [da Nazario Sauro Onofri]
    http://www.storiaememoriadibologna.it/battaglia-delluniversita-15-evento

  • Al mercato in piazza Scaravilli Italia Spagna

    Al mercato in piazza Scaravilli Italia Spagna

    Bella gente, maxischermo, aperitivi e una grande sportività. Venite a godervi la partita al mercato!

  • Janela nel Vuoto nei Campi Aperti

    Janela nel Vuoto nei Campi Aperti

    Eeeeed ecco che martedì 21, data la gentile collaborazione di Campi Aperti, i Janela nel Vuoto tornano per tutti noi al mercato del martedì al VAG 61 con il loro complesso “complesso musical-rustico”, a sperperare suoni e parole nel debole vento di Giugno.
    Ebbene se non avete mai sentito come Dan Shim suona il violino, se non sapevate che Johnny è in grado di imitare con la sua tromba gli elefanti; se non vi siete mai fatti fomentare da Kirtan “Pollo”, se non avete mai visto un rastaman-rosso-scatenato (l’unico che si sia mai visto) o un ukulele-basso; se non ci credete che Dome, con quel suo bel faccione, davvero la chitarra la suona così e se non potete credere a come Checco tratta la sua batteria, allora forse non siete all’altezza. Se invece siete abbastanza tosti da potervi considerare esseri umani e apprezzate le piccole cose e la musica come prodotto animale (dell’anima), allora venite ad ascoltarli o a sculettare a ritmo di Swing-Dub-Latin psichedelico e metafisico! JANELLY POWA!

  • Aiutanti della “Bifolca”(Vignola-MO)

    Aiutanti della “Bifolca”(Vignola-MO)

    si interrogano volenterosi su quale frutto convergere dopo le ciliegie…

  • Mondeggi Bene Comune

    Mondeggi Bene Comune

    2 anni di Mondeggi. Coltivare relazioni per raccogliere un futuro diverso

    Un percorso sperimentale in continua trasformazione che festeggi i primi due anni di custodia permanente:
    siete tutti invitati ad una tre giorni di autodeterminazione alimentare, riflessioni e biodiversità.
    In questi due anni di custodia, una proprietà pubblica abbandonata a sé stessa, si sta trasformando in un bene comune aperto a tutti (singoli e gruppi) per partecipare ad un futuro diverso.
    Non ci basta solo parlare dei progetti, delle particelle catastali, di cosa è legale e cosa no:
    sentiamo l’esigenza di mettere in gioco un futuro di differenze.
    Così come nei cicli agricoli stiamo seminando e continueremo a seminare percorsi nuovi, senza sfruttamento di persone, animali e terreni, allo stesso modo vogliamo coltivare relazioni per costruire “territori” nuovi e per collegarci ad altri territori che come questo vivono nell’autogestione.
    Vorremo incontrarci e praticare la legittimità di quello che facciamo e faremo insieme: lavorare senza padroni in una presunta illegalità, nell’ambito di una custodia popolare basata sull’agricoltura contadina.
    Crediamo sia necessario divulgare questo percorso perché sempre più persone vengano a conoscenza e si mobilitino intorno ai temi della riappropriazione di terre, dell’agricoltura contadina, dell’autonomia e dell’autodeterminazione alimentare.

    Vorremmo raccogliere e mettere in comune le nostre e le vostre idee senza padroni.

    Per essere tutte e tutti partecipi di quello che stiamo costruendo, proprio adesso che la città metropolitana di Firenze vuole nascondere dietro un nuovo bando di vendita la fine di questo percorso.

    Vi aspettiamo il 24, 25 e 26 Giugno!
    via di Mondeggi 4 Bagno a Ripoli (Fi)

  • Nuovo mercato di CampiAperti a 20 Pietre!

    Nuovo mercato di CampiAperti a 20 Pietre!

    in via Marzabotto 2 ogni lunedì dalle 17 :30 alle 21

  • Giovedì 16 (oggi!) tigellata a XM24

    Giovedì 16 (oggi!) tigellata a XM24

    Grande tigellata di autofinanziamento di CampiAperti :::

    giovedì 16 giugno dalle ore 19 all’XM24 :::

    condimenti vari offerti dai produttori del mercato

  • Funghi Shiitake in vendita nei nostri mercati

    Funghi Shiitake in vendita nei nostri mercati

    Lo  Shiitake è un fungo di origine asiatica molto consumato in Cina è Giappone, dove viene considerato alimento medicinale. Sembra infatti che abbia importanti proprietà immunostimolanti, diuretiche e di inibizione dell’accumulo di colesterolo.

    Uno storico agricoltore di CampiAperti, Mauro Benati, ha iniziato a coltivare lo Shiitake (ed altre specie di funghi commestibili) con metodo biologico. Attualmente potete trovarlo  il lunedì in piazza Scaravilli e il giovedì a XM24.

    IMG_1250

  • Mercato del Lunedì con Radio Città Fujiko

    Mercato del Lunedì con Radio Città Fujiko

    In piazza Scaravilli anche questo lunedì interviste ai produttori di CampiAperti e musica a cura di Radio Città Fujiko

  • Perché in questo banco del mercato trovate zucchine così diverse l’una dall’altra?

    Perché in questo banco del mercato trovate zucchine così diverse l’una dall’altra?

    Forse già sapete che negli ultimi decenni stiamo assistendo ad una rapida diminuzione dell’agrobiodiversità, cioè del numero e della varietà delle piante coltivate, e forse sapete anche che parallelamente a questo il mercato mondiale dei semi continua progressivamente a concentrarsi nelle mani di poche aziende multinazionali che promuovono la diffusione di sementi sempre più uniformi. La diminuzione della agrobiodiversità nei campi causa anche una minore diversità del nostro cibo.

    Reagire a questo catastrofico impoverimento è possibile! La risposta si chiama selezione genetica partecipativa ed evolutiva. Se riportiamo il miglioramento genetico e la produzione delle sementi nelle mani dei contadini possiamo ricominciare a diffondere varietà geneticamente diversificate che si possono adattare ai diversi ambienti e ai cambiamenti climatici; possiamo ricominciare a scegliere cosa coltivare; possiamo contribuire a diffondere biodiversità invece che uniformità. Questo aiuta anche a migliorare la nostra salute, visto che l’aumento di molte malattie tra cui i tumori, è stata messa in relazione con l’uniformità del cibo, conseguenza della diminuzione della agrobiodiversità.

    Queste zucchine sono il primo piccolo passo: abbiamo ricevuto questi semi da un Istituto di Ricerca del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e con la consulenza del genetista Salvatore Ceccarelli, che da anni promuove il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo, proveremo a selezionarle e ad adattarle alle diverse condizioni delle nostre aziende.

    Se in questo percorso ci aiutate accettando di provare, con un po’ di curiosità e apertura, zucchine diverse dal solito, anche voi darete un contributo a questo percorso.

    Coltiviamo insieme la biodiversità ……. e poi mangiamola!!

  • Sulle orme di Django

    Sulle orme di Django

    jazz manouche duo ::: lunedì 30 maggio ore 19 piazza Scaravilli ::: al mercato di CampiApert

  • Coltiviamo la biodiversità – Appuntamento con Salvatore Ceccarelli

    Coltiviamo la biodiversità – Appuntamento con Salvatore Ceccarelli

    Alla fine di maggio il prof. Ceccarelli verrà a Bologna per delle lezioni con gli studenti di agraria. In quell’occasione potrà trascorrere il pomeriggio di martedì 31 maggio con gli agricoltori e i coproduttori di CampiAperti. Ci ha chiesto di visitare i pomodori del nuovo miscuglio già trapiantati nella serra di Michele (az. La Sega), quindi diamo appuntamento  da Michele, così potremo tutti vedere i pomodori che ci daranno i semi per il prossimo anno e poi fermarci lì a parlare con Ceccarelli che potrà rispondere alle nostre domande.
    In sintesi questo è l’appuntamento:
    martedì 31 maggio ore 16
    az agr La Sega loc. Tintoria vicino Savigno tel 051 6708886 – 3898809812
  • Videointervista a Enric Duran in clandestinità

    Videointervista a Enric Duran in clandestinità

    Enric Duran, tra i fondatori della Coperativa Integral Catalana, intervistato un anno fa da Effimera / NomadeTV24  :: attivista catalano  tra il 2006 e il 2008 ha fatto 69 operazioni di prelievo di denaro da 39 diverse banche sottraendo alle stesse un totale di 492 mila euro. Ha utilizzato questi soldi per finanziare diversi progetti alternativi e anticapitalistici, tra i quali, appunto, la Coperativa Integral Catalana e Faircoop. In Spagna è stato condannato a otto anni di prigione, in contumacia. Attualmente è latitante.

    Puoi vedere l’intervista sottotitolata in italiano  cliccando qui

    Incontreremo alcuni membri della Coperativa Integral Catalana e del progetto Calafou giovedì 2 Giugno alle 20 e 30 a XM24, in via fioravanti 24 a Bologna