L’ultima volta che ci siamo incontrat* è stato a fine gennaio, in Bisaboga. Avevamo in mente un percorso verso il Patto dell’Appennino, ovvero verso uno “spazio nel quale continuare a congiungere 17 mesi di assemblea permanente in Gkn, il corteo del 26 marzo a Firenze, le vertenze ecologiste e sociali bolognesi, le reti per la sovranità alimentare,  il movimento studentesco, la lotta contro guerra e contro patriarcato. Non è un perimetro organizzativo ma uno spazio di convergenza, insorgenza, di costruzione di immaginario collettivo e classe dirigente dal basso. E’ dove preparare nuovi “tenetetevi libere e liberi”, ma anche una esplosione di pratiche e discussioni di convergenza”.

 

Poi, non abbiamo fatto altri incontri, ma non ci siamo certo pers* di vista. Perchè abbiamo attraversato le tante iniziative che hanno animato i crinali montani, ci siamo incrociat* ai mercati contadini e a Genuino Clandestino, ci siamo vist* a GKN durante le giornate campali e il festival della letteratura, abbiamo animato tanti eventi a supporto del crowdfunding per la SOS Insorgiamo e siamo stat* nelle strade di Firenze durante la grande manifestazione dello scorso 26 marzo.

 

Oggi l’Appennino è devastato, così come lo è la pianura romagnola. E quel legame, costruito in mesi di incroci, lo sentiamo sulla pelle. Così come sentiamo, ancor più forte, il legame tra le tante lotte che attraversano questi territori. Perché le frane di fango e i fiumi di melma hanno reso evidente che le grandi opere dal Corno alle Scale fino al porto di Ravenna, passando per le autostrade e i poli logistici, devastano il nostro futuro, mentre la cura del territorio e la sua messa in sicurezza è l’unica grande opera urgente e necessaria.

 

Ora che le valli sono ostruite dalle frane e le pianure interrotte dalle inondazioni, contrabbandare altrovi possibili non ci basta più. Vogliamo chiamare per nome e cognome le cause di eventi come quelli che abbiamo vissuto in queste settimane. A partire dai quattro temi che abbiamo individuato in questi mesi – 1) acqua, aria, terra, fuoco; 2) la mobilità è un diritto; 3) fabbricare collettivo; 4) per un nuovo abitare – ci sembra urgente rilanciare l’ambizione di ribaltare i rapporti di forza. Perché non potrà tornare tutto come prima, e non si potrà ricostruire tutto, convergere per insorgere.

 

CI VEDIAMO SABATO 27 MAGGIO ALLE 16.00 IN PIAZZA MAGGIORE A BOLOGNA PER L’ASSEMBLEA POPOLARE SULL’ALLUVIONE.

 

LEGGI GLI SPUNTI VERSO IL PATTO DELL’APPENNINO, alla base della discussione dei mesi passati:_link

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