Campi Aperti sottoscrive il documento:

La pandemia ha cambiato radicalmente il modo di concepire lo spazio pubblico. Il distanziamento sociale, culminato nella quarantena che abbiamo affrontato per due mesi, ci ha costretto a diradare le relazioni, rinunciando a quei rituali quotidiani che rappresentano la parte migliore delle nostre giornate.

Allo stesso tempo l’emergenza climatica, dichiarata pochi mesi fa anche dal Consiglio Comunale di Bologna, è già parte del nostro presente, e rischia di rappresentare una grave ipoteca sul futuro del nostro Pianeta.

Abbiamo bisogno di nuovi spazi di vita: le settimane di lockdown ci hanno fatto vivere una città libera dalle auto e dai loro odori, permettendoci, se lo volevamo, di camminare in mezzo alla strada. Godere ogni centimetro della città è migliorare la qualità delle nostre vite, oggi schiacciata tra il necessario distanziamento fisico e la crescita del traffico che ci toglie spazio.

Siamo convinti che le nuove sfide poste dalla pandemia possano trasformarsi in occasioni per affrontare i nodi che già conoscevamo. Pensiamo, per esempio, che il distanziamento fisico possa diventare riappropriazione dello spazio pubblico; che la necessità di contingentare l’uso del trasporto collettivo possa aiutarci a scegliere mezzi ecologici e salutari, dai piedi alla bici.

Oggi, in un’epoca emergenziale, abbiamo bisogno di scelte straordinarie. Dobbiamo sperimentare, con la consapevolezza che soltanto attraverso la pratica quotidiana di ciò che prima sembrava impensabile possiamo trovare le soluzioni per vivere nella pandemia e gettare le premesse per un futuro sostenibile.

Per queste ragioni, crediamo necessario promuovere una serie di misure emergenziali da testare durante l’estate, con l’obiettivo di creare nuovi spazi in prospettiva permanenti di socialità, relazione, gioco e cultura, ma anche nuove occasioni per il tessuto commerciale di vicinato della città.

“Strade Aperte a Bologna” è una richiesta che viene dal basso, per riportare lo spazio pubblico al centro dei quartieri e della vita degli abitanti della Bologna fuori porta. E’ un approccio deliberato e graduale per infondere il cambiamento urbano, ambientale e sociale. E’ l’idea che strade e piazze della città, da aree di passaggio, di consumo o di parcheggio, tornino a essere luoghi da vivere e in cui vivere, dove la cittadinanza collabora attivamente sia nella ideazione, sia nella realizzazione concreta.

“Strade aperte” propone e chiede concretamente all’Amministrazione comunale di progettare e realizzare, attraverso percorsi partecipativi che coinvolgano le associazioni e i cittadini dei territori nella loro definizione:

1. Sperimentazioni d’uso dello spazio pubblico: attuiamo durante l’estate interventi diffusi di “urbanismo tattico”, con allestimenti anche temporanei con bassi costi e bassi rischi, per avere nuovi luoghi di incontro e di economia di prossimità;

2. Il centro fuoriporta: creiamo nuove piazze pedonali in ogni quartiere, per offrire alla comunità locale spazi sicuri per la socializzazione ed eventi culturali;

3. Strade residenziali condivise: diamo priorità alle persone rispetto ai veicoli a partire dalla evoluzione delle zone 30 esistenti in “zone residenziali”, dove i bambini possano giocare come una volta e i pedoni possano camminare sicuri;

4. T-weeks: sperimentiamo l’estensione dei T-days tutti i giorni della settimana per l’estate e l’abbassamento della velocità a 20 km/h nelle vie secondarie del centro storico, con precedenza a pedoni, ciclisti e micro-mobilità elettrica.

Inoltre, guardiamo alla cultura come a uno strumento fondamentale per promuovere nuovi stili di vita e aiutarci nella transizione verso una città sostenibile. Per questo proponiamo che l’estate culturale bolognese, co-promossa dall’amministrazione comunale e quest’anno programmata attraverso una pluralità di eventi sia in centro sia nei quartieri, diventi occasione per la promozione di nuovi spazi pubblici di socialità, con la pedonalizzazione per la durata dell’intera rassegna culturale dei luoghi che ospiteranno queste iniziative. Solo così questi angoli di città si trasformeranno da palcoscenici a spazi di relazioni nei quali bambini, donne e uomini e anziani possano giocare, chiacchierare, vivere l’estate.

Abbiamo un’occasione importante: proiettare Bologna nel futuro. Ma il tempo del domani è oggi, e questa è una sfida da accettare ora.

criPrimo PianoCampi Aperti sottoscrive il documento: La pandemia ha cambiato radicalmente il modo di concepire lo spazio pubblico. Il distanziamento sociale, culminato nella quarantena che abbiamo affrontato per due mesi, ci ha costretto a diradare le relazioni, rinunciando a quei rituali quotidiani che rappresentano la parte migliore delle nostre giornate. Allo stesso tempo l’emergenza climatica,...Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare