“Sindaco, 

A QUANDO UNA VERA POLITICA DI SOSTEGNO DEI MERCATI CONTADINI?”

Tra mangiare la vostra minestra e saltare dalla finestra, noi scegliamo di offrirvi uno spuntino!

Mentre a Bologna – città candidata a raggiungere la neutralità carbonica entro i prossimi otto anni – i supermercati crescono come funghi, distruggendo anche aree verdi (come nel caso di via Decumana) e portandosi dietro il loro carico di gas serra, inquinamento, distruzione di biodiversità, sprechi alimentari, propri delle lunghe filiere dell’agroindustria, il nuovo regolamento relega i mercati contadini ad oggetti di mero folklore, buoni per aggiungere un po’ di “colore” ad alcune strade o piazze. O a narrare di una Bologna progressista che, in realtà, non esiste.

Nessun investimento strategico, nessun cambio di direzione per favorire un modello più sostenibile di approvvigionamento alimentare per la città. Nessuna scelta che, favorendo lo sviluppo di reti alimentari locali, riduca la necessità di spostamento delle merci e la necessità di costruire nuove autostrade o di allargare quelle esistenti, tanto per fare un esempio.

Nella città più progressista d’Italia è vietato accogliere le istanze dal basso e, per esempio, liberalizzare la nascita di nuovi mercati contadini. È soprattutto vietato realizzare la tanto sbandierata partecipazione. I percorsi di ascolto si concedono, ma solo se l’interlocutore è disposto ad accettare l’esito predeterminato dall’amministrazione cittadina. Così è stato anche per il regolamento dei mercati approvato ad ottobre. Costruito nelle segrete stanze di un paio di assessorati per poi convocare gli interessati e consegnare l’esito già confezionato, nonostante e contro le critiche mosse e argomentate dai protagonisti. 

“Mangia questa minestra o salta dalla finestra”, potrebbe essere lo slogan con cui sintetizzare l’iter partecipativo costruito anche sul nuovo regolamento. Come, purtroppo, su tanti altri argomenti. Uno per ogni processo “partecipato” promosso dal Comune negli ultimi dieci anni. Almeno.

Ma nemmeno all’interno del municipio funziona l’ascolto. L’ordine del giorno collegato al regolamento, infatti, nel tentativo di migliorare i contenuti dell’atto a cui fa riferimento, contiene indicazioni per rendere fruibili ed economicamente sostenibili i mercati. Ma nell’interlocuzione tra giunta e gestori dei mercati, queste indicazioni e linee guida spariscono, cancellate da una rigidità lesiva persino del rispetto dei processi e dei ruoli della democrazia rappresentativa.

Ma se tutti questi ingredienti indigesti compongono la “minestra” preparata da questa amministrazione, noi abbiamo una proposta migliore: 

VENITE A MANGIARE DA NOI!

Mercoledì 14 dicembre,

in piazza Nettuno,

dalle 10,30 alle 12,30.

Nel giorno dell’udienza conoscitiva sulla food policy felsinea “FICO style” (a base di dop, igp, doc, spacciati inspiegabilmente come sinonimi di filiera corta, e last minute market, venduto come soluzione allo spreco alimentare), che nulla ha a che vedere con le roboanti – e in parte condivisibili – premesse contenute nel documento che ci è stato fatto visionare in preparazione di questo incontro, Campi Aperti invita alla sua tavola i consiglieri comunali, gli assessori e il Sindaco. Lo facciamo per offrire loro una visione finalmente concreta di cosa sia la sovranità alimentare. 

Estendiamo l’invito anche ai cittadini e le cittadine, a tutti i compagni e tutte le compagne di strada che ci hanno accompagnato e sostenuto in questi vent’anni di mercati, dai collettivi che hanno gestito gli spazi sociali che ci hanno ospitato, alle associazioni con cui abbiamo progettato e realizziamo i mercati nelle piazze della città. Così come ai coproduttori e le coproduttrici che da sempre contribuiscono con noi, concretamente, a garantire alla città una alternativa all’asfissiante onnipresenza di forme di commercio che mortificano l’ambiente e umiliano gli uomini e le donne, attraverso catene di sfruttamento che garantiscono il profitto di pochi a scapito dell’impoverimento della maggior parte dell’umanità.

Allestiremo i tavoli (quelli che il Comune vuole farci pagare come fossero un dehors e non un libero spazio di socializzazione a disposizione dei cittadini, come invece sono) e imbandiremo un pranzo collettivo coi prodotti delle nostre aziende agricole, che offriremo a chi vorrà fermarsi con noi a fare due chiacchiere e a cercare di capire, insieme, come fare a garantire la sopravvivenza delle forme di vendita diretta a Bologna.

A questo spuntino invitiamo, ovviamente, i media bolognesi, ma non solo. 

Alle 11,30, infatti, aspettiamo i giornalisti per una  conferenza stampa,

per spiegare le ragioni della nostra indignazione e le proposte che ribadiremo alla amministrazione e che speriamo di poter discutere, a tavola, con i rappresentanti politici comunali.

Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione e per quanto farete per diffondere l’invito ai vostri amici e a quanti riterrete interessati, vi diamo dunque appuntamento sotto il gigante per mercoledì mattina. 

Buona sovranità alimentare a tutti!

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