kefia

Ciao a tutti, ultimo giorno in Palestina, abbiamo finito il lavoro e ci dedicheremo al turismo. Ieri abbiamo presentato le nostre esperienze al PARC, noi abbiamo parlato di CampiAperti e Franco Zecchinato ha parlato di El Tamiso. Non ho parlato prima di questa coppia di Padova, Franco e la moglie Eleonora, che ha condiviso questo viaggio con noi. Molti biologici gia' conoscono Franco, noi ci siamo trovati molto bene con lui e sua moglie. E' stato interessante parlare del Tamiso, una coop di produttori che fanno insieme commercio all'ingrosso, commercio al minuto (hanno preso un banco al mercato di Padova, aperto tutti i giorni, sono l'unico banco bio del mercato), vendita nei mercati con un banco collettivo e gruppi d'acquisto.

Come ho detto ieri all'incontro non c'erano contadini, e invece e' proprio con loro che dovremmo parlare, c'erano agronomi del PARC e due responsabili di cooperative palestinesi. Hanno fatto molte domande, per cui mi sono sembrati interessati. Un giovane agronomo mi ha chiesto se ci sono agronomi che organizzano CA, in pratica gli sembrava difficile che tutto fosse organizzato da contadini e cittadini, senza "esperti". I palestinesi sono un popolo molto scolarizzato, tutti i bambini e le bambine vanno a scuola anche nelle situazioni piu' difficili e ci sono quattro universita', si vede che i giovani sono istruiti, ma nessuno pensa di andare a fare il contadino dopo aver studiato. Ho detto che io sono agronoma e anche contadina e mi hanno preso per una "originale", e comunque i nostri soci sono tutti in grado di gestirsi le cose per conto proprio, secondo me anche i contadini locali. Non ho detto, perche' mi sembrava brutto, che non credo molto nell'utilita' degli agronomi…Poi mi hanno chiesto se i commercianti si lamentano della nostra presenza, perche' questo sarebbe qui un problema. Una cosa che li ha resi molto perplessi e' il ruolo dei "consumatori", mi hanno chiesto se facciamo sconti ai soci di CA consumatori e ho detto di no, insomma che loro collaborano e poi non gli facciamo neanche uno sconto sulla spesa…Poi mi hanno chiesto varie cose su come organizziamo il mercato. La cosa bella e' che qui e' tutto un mercato, se c'e' una cosa che non manca in Palestina sono i mercati, mercati grandi nelle piazze, suq nelle strade, commercio agli angoli delle strade, parlare di mercati in Palestina e' come andare a parlare di wurstel in germania, qui c'e' la culla del mercato, ci sono ortaggi in vendita ovunque…Eppure il nostro "modello" qui e' completamente nuovo…Comunque i contadini che vendono direttamente per strada sono irregolari e potenzialmente perseguibili.

Prossimo progetto: traduzione del manifesto di genuino clandestino in arabo.

P.S. Nota di colore locale: sapete come si vestono le "colone" israeliane? Da fricchettone! Hanno gonne lunghe a fiori e fazzoletti colorati in testa. Tenete conto che qui i coloni sono i peggiori, razzisti verso gli arabi e arroganti. Per un palestinese una donna fricchettona e' come il diavolo in terra!

A presto!

Germana e Angela

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