-REGOLARIZZAZIONE MERCATI

 

Dopo lo scambio di mail avvenute in mailing list, si è giunti alla conclusione di portare avanti il processo di regolarizzazione di cui la Sant’andrea si sta facendo tramite. Lo scopo è quello di permettere ai mercati – soprattutto a quello del Savena che ha ancora una convenzione solo come evento culturale e non come mercato – di essere riconosciuti e non rischiare di essere interrotti per cambiamenti di relazione con il Comune causati dalle prossime elezioni. Come Carlo e Germana hanno precisato, il processo di regolarizzazione ci interessa solo nel caso in cui non venga minacciata la piena sovranità dell’associazione sulla gestione dei mercati, e dunque l’autogestione nell’applicazione del regolamento e dello statuto. Questo anche perché tutti i banchi “irregolari” presenti al mercato non debbano sentirsi minacciati. Per questo non forniremo alla Sant’andrea l’elenco dei produttori, né tantomeno dei trasformatori, né le regole per l’elaborazione dei trasformati, regolamento parallello a quello legale vigente.

 

– CREPEURBANE CAMPIAPERTI

 

La consegna del materiale per il giornale è fissata per il 10 gennaio. In questo modo dovrebbe essere tutto pronto per la data di inaugurazione della mostra in Sala Borsa. Su quello che si è deciso di fare come Campiaperti per questo evento, ho chiesto a Roberta – che in assemblea era nel gruppo comunicazione – se poteva scrivere un report in mailing list. Dunque aspettiamo.

 

Per il prossimo numero del giornale, invece, Carlo ha già dato un’idea, nata dalla discussione sulla regolarizzazione del mercato. Riflettendo su tutti i prodotti “irregolari” che si vendono ai banchi di Campiaperti (dalla farina impacchettata a mano, ai trasformati, al pane e dolci ecc.) è nata l’esigenza di dichiarare la realtà dei fatti agli acquirenti. Rendere consapevoli i frequentatori dei mercati che molti prodotti da loro acquistati non sono regolari a norma di legge, può rendere consapevoli più persone di come funzionano le cose, di come si potrebbero migliorare. Dichiararlo (tramite un marchio che magari faccia eco all’HACCP) mostrerebbe la consapevolezza dei produttori di Campiaperti rispetto a questa faccenda e anche la loro posizione morale e politica a riguardo. Dichiararlo significherebbe dire: questi prodotti sono buoni ma non a norma di legge. Quelli industriali non sono buoni ma a norma di legge. Porrebbe il consumatore di fronte a una consapevolezza in più, rendendolo – nell’atto di scelta – sostenitore della scelta “diversa” di Campiaperti.

Dunque, il prossimo numero del giornale potrebbe approfondire questo nodo, quello delle norme, fatte apposta per controllare le aziende e per impedir loro di attentare alla salute pubblica, ma che alla fine danneggiano i piccoli produttori, per i quali alcune di quelle norme sono insostenibili e dunque dannose.

 

 

– NUOVI PRODUTTORI

 

Dopo il caso Uropia, Germana ha proposto di considerare come due cose separate l’ingresso di una azienda nell’associazione e l’ingresso nei mercati. Tutti si sono dimostrati favorevoli. In questo modo non si rischia di dimostrare chiusura a realtà vicine a Campiaperti che per qualche motivo non riescono ad essere inserite nei mercati.

 

 

 

 

-PROGETTO SEMI CON PROBER

 

Carlo ha proposto all’associazione, e ai produttori a cui interessa, di condividere un progetto che sta iniziando con PROBER sui semi. Si tratterebbe di creare una popolazione di semi di Campiaperti, per non dover più dipendere dagli ibridi. Io poi non sono molto esperta, dunque non so se ho spiegato bene, comunque credo che nelle prossime assemblee dei vari mercati se ne riparlerà.

 

– BORSE DI TELA

 

La decisione dell’assemblea è stata quella di arrivare ad abolire definitivamente le borse di plastica, in favore del mater Bi e della tela. Il preventivo per quelle di tela con il logo dell’associazione è di 2600. Per mille borse. L’associaizone potrebbe finanziarle e poi ogni produttore le venderebbe a 3 euro l’una. Ma tutti questi dati vanno aggiornati a un preventivo per borse un po’ più grandi.

 

Resoconto gruppo comunicazione:

 

– si è parlato proprio della questione sito web rispetto a quanto scritto dalla Michi non ho ben capito se le cose coincidano, comunque si è sottolineata l'urgenza di averlo a disposizione, saldando Eli per il lavoro fatto ed eventualmente passando a qualcun altro l'incarico se lui è troppo impegnato (correggetemi se sbaglio… ne abbiamo dette tante che non mi ricordo bene…). Comunque si sperava nella possibilità di utilizzare quello attuale con l'accesso con le apposite credenziali per modificare solo alcune parti e non la struttura (secondo le mnodalità del "web dinamico", dico bene?) se però si considera concluso o in conclusione, altrimenti cercare di renderlo utilizzabile al più presto, secondo questa modalità o con qualche volenteroso pratico di html

– giornale chiudere entro primi di gennaio così da mandare in stampa in tempo per la mostra con crepe urbane all'urban center (dal 23 gennaio? scusate ma non mi sono scritta le date… non è un gran resoconto professional questo qui…) IMPORTANTE: per quella data sarebbe opportuno organizzare anche un piccolo rinfresco (da addebitare al Comune) per rendere più "conviviale" l'evento e magari farsi dare qualche soldino in più per l'associazione io ho proposto un altro articolo invece dell'altro "dopo campiaperti in piazza verdi" ma faccio prima a scriverlo che a presentarlo qui, poi lo mando per il prossimo numero (siamo troppo avanti!) si è pensato di parlare della questione trasformazione/pratiche artigianali-casalinghe per il trattamento dei prodotti , rivendicando il diritto a produrre – autorprodurre – scambiare, e al riconoscimento del controllo sociale (dato dalla brevità della filiera e quindi dalla conoscenza diretta dei co-produttori) come garanzia della salubrità dei cibi. vogliamo parlare infatti, d'altro canto, della non salubrità dei processi produtti industriali nell'agroalimentare convenzionale, per cui esistono tante regole, disciplinari e controlli ma dove poi di fatto si producono alimenti non sani, pieni di sostanze dannose ecc. come diceva anche Michela – infine si pensava che il prossimo numero potesse uscire in contemporanea all'attivazione di una vera e propria campagna informativa a 360 gradi sempre sul tema "regolarità dei prodotti agricoli e artigianali" un po' sull'idea che diceva Marco nell'assemblea "plenaria" di elaborare un vero e proprio marchio (o anti-marchio!) da applicare ai prodotti , come in Francia "prodotto di fattoria"… su questo si è discusso a lungo e sono venute fuori diverse idee, e forse anche L'IDEA, non si è deciso in quale altra sede discuterne insieme

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