…poi un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno che potesse dire qualcosa.

Ci sono realtà politiche, tra queste CampiAperti, che pensano che occupare le case, gli spazi abbandonati, le terre incolte o malamente coltivate, sia giusto e sacrosanto.

Se in un periodo della tua vita sei senza soldi, e oggi capita sempre più spesso, e non puoi permetterti di pagare un affitto cosa devi fare, andare a dormire sotto i ponti? Se hai famiglia occupare allora diventa addirittura un dovere oltre che un diritto. Cerca un posto abbandonato e entraci! Che danno puoi fare se quel posto era abbandonato, quali interessi puoi ledere che siano paragonabili all’infame condizione di non avere un tetto sulla testa?

Sappiamo bene che occupare è un’azione illegale, ma per noi è assolutamente legittima. Purtroppo occupare è ancora illegale perché ancora si tollera l’intollerabile, cioè che gli interessi di una società di affari, ad esempio, sovrastino le necessità fondamentali di migliaia di persone con redditi bassi.

Ma da alcuni anni in città c’è un’area politica sempre più presente e sempre più pesante che ha nel proprio programma la persecuzione sistematica di chi pratica le occupazioni: si tratta della procura e della questura di Bologna.

Sembra proprio che la preoccupazione principale del gruppo di magistrati della procura e del questore Ignazio Coccia sia sradicare da Bologna chi ha un’opinione politica diversa da quella mainstream. Per Coccia & co. non esistono problemi di narcotraffico internazionale, di penetrazione delle organizzazioni malavitose nel tessuto politico e affaristico cittadino. Tutto questo è secondario rispetto a chi entra ad abitare le case vuote e abbandonate.

Quanti soldi pubblici, quante risorse sono state sprecate per soddisfare questa ossessione dei cosiddetti tutori dell’ordine pubblico? Quanti soldi è costato lo sgombero dell’ex Telecom, di via de Maria, di villa Adelante? E quanto disagio ha prodotto?

E’ noto che la strategia adottata verso i gruppi che promuovono le occupazioni è quella della persecuzione giudiziaria a corto raggio (ma ad alta efficacia): fogli di via sparati a raffica oppure inchieste giudiziarie roboanti (Fuoriluogo è stato un capolavoro in tal senso) che si risolvono invariabilmente, in sede di processo anni dopo, in un nulla di fatto. Ma spezzano le gambe e devastano la vita a chi viene preso di mira di conseguenza alle deportazioni forzate e ai mostruosi costi in avvocati.

L’ultimo è il caso di Eat the Rich, in cui abbiamo raggiunto l’apice della tragicommedia con i fogli di via dati a persone residenti a Bologna. Non male anche il caso di chi ha avuto i denti spaccati da un agente in servizio, come se non bastasse, una denuncia per diffamazione dello Stato.

Siamo onesti: questi signori con la pistola in mano e i codici nell’altra a noi stanno facendo molta paura. Esiste ancora una Bologna democratica capace di reagire a questi scandali?

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