Noi abbiamo messo piede dentro XM24 incuriositi dal mercato biologico, ce lo 
ricordiamo con 3 o 4 banchi.
Avevamo vent'anni, l'anno prima eravamo andati a Genova e nutrivamo la rabbia 
e la frustrazione di molti altri.
Studiavamo agraria all'università, dove non c'era posto per quello di cui 
sentivamo parlare fuori da lì e ci incuriosiva: l'agricoltura biologica, la 
biodiversità, l'agricoltura diversificata e di prossimità, la sovranità 
alimentare. Se se ne parlava ci veniva detto che quel tipo di agricoltura era 
irrazionale, economicamente insostenibile, non poteva proprio funzionare, in 
altre parole era incompatibile con la realtà. Abbiamo continuato  comunque a 
frequentare quel mercato dentro l'XM24, abbiamo visto aggiungersi sempre più 
banchi e nascere altri mercati simili, così abbiamo inziato a pensare che quel 
tipo di agricoltura che ci interessava e ci sembrava giusto forse non era 
impossiile come ci avevano raccontato.
Quando è stata l'ora di scegliere abbiamo scelto quella strada, perchè quel 
mercato ci aveva fatto vedere che quella strada, in effetti,esisteva.
Ora proprio in quel mercato vendiamo i nostri prodotti e da lì ricaviamo più 
della metà del nostro reddito.
Lì dentro giovedì dopo giovedì e anno dopo anno abbiamo visto entrare e stare 
in fila insieme  bambini, donne dell'est alla ricerca di rape,sedani rapa e 
simili, pensionate attirate da fagioli davvero freschi e frequentatori abituali 
del centro sociale, dando vita all'esperimento  più interessante a cui abbiamo 
avuto la possiilità di assistere non solo dal punto di vista politico-economico 
ma anche sociologico .
E forse è proprio grazie a questo equilibrio improbabile che quel mercato 
continua a essere quello di maggior successo tra i mercati organizzati da 
CampiAperti. Perchè in qualche modo ci dimostra che c'è posto per tutti.
è in posti così, crediamo, che le persone possono provare a trovare insieme 
delle soluzioni ai propri bisogni.

giulia e simone
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