non abbiamo ancora scritto nulla sull’incontro con Salvatore Ceccarelli che abbiamo avuto il 4 novembre perchè la progettualità che è scaturita da quell’incontro sta ancora crescendo ed evolvendo.
La proposta centrale che Salvatore ci ha fatto in quell’occasione è di iniziare a lavorare con le popolazioni evolutive, che semplificando significa creare grandi miscugli di varietà da cui trarre la semente da utilizzare in campo.
Questi miscugli possono essere utilizzati tal quali (!) oppure rappresentare la base per avviare percorsi di miglioramento genetico tramite selezione massale, ovvero raccogliere i semi dalle piante  migliori per ottenere popolazioni migliorate.
Riflettendo attentamente sulle conseguenze pratiche di questa proposta emerge un enorme potenziale innovativo e sovversivo,
non solo per il fatto che andrebbe a creare le condizioni per la riappropriazione delle semente da parte dei contadini.
L’uso dei miscugli infatti consentirebbe il recupero (o meglio la riappropriazione) dei risultati del miglioramento genetico dell’ultimo mezzo secolo. Infatti se utilizziamo come materiale di partenza dei miscugli anche gli ibridi moderni abbiamo la possibilità di introdurre nella nuova “grande” popolazione pool genetici che sottintendono caratteri particolarmente interessanti di produttività e resistenza.
Inoltre l’uso dei miscugli consentirebbe di avviare selezioni specifiche  per ciascun territorio, podere o appezzamento. Questo significa iniziare a fare miglioramento genetico anche per colture coltivate in  terreni non vocati, dove non si hanno sempre le condizioni ideali per la coltivazione, sitazione assai frequente nell’agricoltura contadina. Mentre, al contrario,  l’industria sementiera è sempre stata concentrata a diffondere varietà, perlopiù ibride, capaci di dare grandi performance dietro grandi imput di acqua, fertilizzanti e antiparassitari.
Inoltre la diffusione della coltivazione dei miscugli consentirebbe la creazione nei nostri campi di banche del germoplasma in situ, vive e non quiescenti. Dicono che se hai un campo dove hai seminato la Specie, quando lo vai a trovare allora ti rilassi veramente. La diffusione dell’uso di grandi popolazioni non solo sottrae la biodiversità dalle mani dei potentati della Terra, ma sembra faccia molto bene all’umore (in effetti a cà Battistini abbiamo piantato un miscuglio di orzi da birra e il pensiero di questi orzi ci fa sentire particolarmente in forma).
Infine il consumo di colture derivate da miscugli fa bene alla salute perchè sottrae l’organismo dall’iper-esposizione ai complessi biochimici delle varietà dominanti sul mercato, praticamente onnipresenti e ubiquitarie.
Devo dire che pensare di andare al mercato con verdure di fogge e colori disomogenei ha creato in molti,  me compreso, grosse perplessità. Pensare che le azdore bolgonesi possano acquistare qualcosa di diverso da uno zucchino chiaro e un po cicciotto è quasi un’utopia.
Poi ripensandoci ci siamo detti, perchè no? Possiamo provare a spiegare, anzi, possiamo provare a coinvolgere tutti i coproduttori nel progetto. Anzi, l’eterogenità e il meticciamento potrebbe diventare un carettere costante dei nostri banchi, oltre che una filosofia di vita e una pratica politica.
Come un maestro di ju jitsu Salvatore Ceccarelli ci vuole insegnare le poche mosse utili a ribaltare il gigante che abbiamo di fronte.
Mi sembra che siamo pronti per iniziare a imparare.
A presto aggiornamenti.
altre info su www.miscugli.it

 

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