dsc_0055Sono incuriosita da come anche nel micro cosmo di chi è attento ad una dimensione del sociale e del solidale si possano dare delle connotazioni così europa-centriche sul commercio equo.

Mi spiego meglio: la centralità del commercio equo è in primo luogo la conoscenza di realtà in molti casi minimali e marginali delle grandi produzioni asservite all’agroalimentare ed al business del cibo. Queste realtà vengono conosciute , con un profonda relazione anche in termini umani, e questo lo posso testimoniare personalmente per una esperienza presso i produttori del caffè UCIRI, e da questa conoscenza , che è quella che noi col nostro bel linguaggio chiamiamo “economia di relazione”, nasce un rapporto che consente di dare dignità a quelle persone ancor prima che lavoratori.
Secondo me solo se abbiamo l’occhio concentrato su noi stessi, sulla centralità nel nostro sistema o sulla necessità di essere intonsi rispetto alle brutture del mondo, salvo poi viverci con i distinguo tutti,  possiamo sostenere che tra il caffè venduto tramite una centrale di importazione come il CTM invece che libero mondo c’è differenza.
Se il primo valore è la dignità, il rispetto della storia, il diritto alla sovranità alimentare, il rispetto alla terra, per quei piccoli lembi che siano, ma anche il diritto al reddito quando spesso è quello che garantisce la soglia di sopravvivenza, non certo la nostra “qualità” della vita, allora penso che chiunque abbia a cuore questo universo di donne e uomini che vivono, o cercano di sopravvivere, lottano anche a costo della vita e delle multinazionali, cercano dignità nel lavoro, non possiamo lasciarle perdere perchè il ctm/altromercato ha scelto anche il canale della grande distribuzione.  Lascio da parte il citare a spot di Zanotelli, perchè dice molto altro e di più, ma sono convinta che il primo valore sia la persona, la terra e la dignità.
Ognuno può pensarla secondo il suo schema di valori ma non vorrei giudizi sommari a quello che è un percorso lungo, anche difficile e sempre in essere, per cui ben venga una discussione che parli di temi e di esperienze, non sanzioni, al di là che ovviamente ben vengano le esperienze di libero mondo e dei tanti altri che fortunatamente hanno ancora voglia e speranza di pensare che il lontano geografico ci è molto più vicino di quanto non crediamo e quindi dobbiamo accorciare le distanze.
Alla prossima assemblea, ciao
Roberta
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